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Pietrangeli punzecchia Berrettini. E Kyrgios...

Fanno discutere le recenti affermazioni di Nicola Pietrangeli su Matteo Berrettini. A suo dire, pensa troppo alle attività extra-campo e rischierebbe di mettere in secondo piano il tennis. Kyrgios lo difende, ma crediamo che Matteo abbia ben chiaro cosa debba fare per inseguire i suoi sogni. 

Riccardo Bisti
19 febbraio 2023

Nicola Pietrangeli non ha peli sulla lingua. Dice quello che pensa, forte di uno status e un'età che ormai gli consentono di agire senza timore di conseguenze. Nei giorni scorsi ha ricevuto un premio alla carriera dai corrispondenti della stampa estera, e nell'occasione ha rilasciato alcune dichiarazioni sui migliori tennisti italiani. Quella che ha fatto più rumore, rimbalzando sotto forma di titolo sulle pagine dei giornali, riguarda Matteo Berrettini. Dopo aver detto che il miglior tennista italiano del momento è Jannik Sinner (bè, lo dice la classifica), ha tirato una frecciata al suo concittadino: “Mi sembra che si stia dedicando più alla pubblicità che al tennis. Non vorrei che facesse la fine di Volandri, che dopo aver battuto Federer a Roma non vinse più una partita. Berrettini è un bravo ragazzo, ma è un po' come era Panatta: fantastico dalla vita in su, ma le gambe...”.

Le affermazioni di Pietrangeli si possono scorporare in tre concetti: 1) le attività extra-tennistiche di Berrettini, che secondo qualcuno possono rappresentare un problema per la sua attività agonistica. 2) Il paragone con Volandri. 3) Il paragone con Panatta. Partiamo dal tema che riguarda meno Matteo: la carriera di Volandri. In effetti è vero che il livornese ha toccato il picco della sua carriera nel 2007, quando battè Federer, giunse negli ottavi a Parigi e colse il best ranking (n.25 ATP). Ma non è vero che dopo non ha più vinto una partita. C'è stato un momento di difficoltà negli anni successivi, un po' per la faccenda del ventolin, un po' per l'inevitabile logorio, ma si è ingegnato e ha vissuto un'ultima parte di carriera più che dignitosa, con tantissime settimane tra i top-100 ATP (un picco al numero 56), una finale nel circuito maggiore (San Paolo) e la vittoria alle Challenger Finals. Insomma, un'affermazione ingenerosa e non supportata dai fatti. E poi Berrettini e Volandri sono giocatori molto diversi per caratteristiche e ambizioni.

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«Berrettini? Mi sembra che si stia dedicando più alla pubblicità che al tennis. Non vorrei che facesse la fine di Volandri, che dopo aver battuto Federer a Roma non vinse più una partita» 
Nicola Pietrangeli

Matteo Berrettini è il volto forte dell'ultima campagna promozionale TIM

Sul tema della pubblicità, è certamente vero che le attività extra-tennis dell'azzurro siano impegnative e numerose. Giusto in questi giorni è diventato testimonial di una campagna contro il bullismo, promossa dal suo sponsor Head&Shoulders. La sua popolarità è salita alle stelle e sembra non avere più bisogno di chissà quali successi. Ormai Berrettini è un brand che viaggia per conto suo, anche se – ovviamente – i risultati aiutano. Non possiamo sapere se pubblicità e impegni vari lo distraggano dal tennis, ma il fatto che ci siano – e che debbano essere onorati – è valido per ogni atleta di alto livello. Da Federer in giù, la popolarità comporta anche degli oneri (peraltro ben retribuiti). Sta alla bravura del giocatore trovare il giusto equilibrio. I Big Three lo hanno fatto nel migliore dei modi, Berrettini è entrato relativamente tardi nel mondo patinato dello star system ed è possibile che abbia bisogno di un po' di tempo per adattarsi.

Niente di drammatico, anche perché sul campo non ha quasi mai deluso. È vero che la classifica lo ha spinto fuori dai top-20, ma la sua attività è stata pesantemente condizionata dagli infortuni. Quando ha potuto giocare senza guai fisici lo ha fatto piuttosto bene. L'unica vera delusione (Davis a parte, ma allora era convalescente) è arrivata all'Australian Open, laddove quel passante sbagliato sul matchpoint contro Andy Murray grida ancora vendetta. Avesse vinto quella partita, chissà. Un punto su cui si può forse discutere è la programmazione: lo rivedremo in campo soltanto ad Acapulco, al via il 27 febbraio. Quando scenderà in campo per il primo turno saranno trascorsi quasi 45 giorni dall'ultimo match giocato, forse un po' troppi. Febbraio offre tantissimi tornei, ma ha scelto di allenarsi ed evitare di giocare indoor (dopo che l'anno scorso era andato a Rio de Janeiro).

Nel 2023, Matteo Berrettini ha giocato sei partite. Ha un bilancio di tre vittorie e altrettante sconfitte

Nick Kyrgios sostiene che Matteo Berrettini ha tutto il diritto di scegliere le priorità che vuole

Lo stesso Matteo ha detto che la priorità attuale riguarda il benessere, lo stare bene, il non avere problemi fisici. Calibrare la programmazione è funzionale a questo obiettivo: il 2023 ci dirà se è la scelta giusta, sia in termini di salute che di risultati. Perché se arriva il botto in un grande torneo, le lunghe assenze vanno nel dimenticatoio e la classifica si gonfia di conseguenza. Quanto al gossip – non espressamente citato da Pietrangeli – la sua relazione con Melissa Satta è ormai di dominio pubblico, ma la vita privata non può né deve essere giudicata dall'esterno. L'altro punto toccato da Pietrangeli riguarda il paragone con Panatta. “Fantastico dalla vita in su, ma le gambe...”. Anche qui, non si tratta di affermazioni condivisibili: non c'è dubbio che le armi principali di Berrettini siano altre, ma la sua mobilità è davvero buona se paragonata all'altezza. Lo sviluppo di un ottimo rovescio in slice ha irrobustito la sua fase difensiva, e la superficie dove bisogna correre di più – la terra battuta – gli ha dato importanti soddisfazioni. Tre titoli ATP (compreso il primo, a Gstaad), una finale Masters 1000 a Madrid e un quarto di finale al Roland Garros.

Senza un buon gioco di gambe non si ottengono certi risultati: per costruirlo ci ha lavorato duramente. E non c'è dubbio che continuerà a farlo. Il 2023 sarà una stagione cruciale nella carriera di Matteo: dopo un 2021 spettacolare e un 2022 denso di sfortuna, i prossimi mesi ci racconteranno quale sarà il suo posizionamento nella geopolitica del grande tennis. Le dichiarazioni di Pietrangeli hanno varcato i confini dell'Italia e sono arrivate addirittura a Nick Kyrgios. Dopo averle lette, l'australiano ha preso le difese di Berrettini, definendo più che legittimo il comportamento del romano: “Ma non è una sua scelta a cosa dare la priorità? Lo posso assicurare, sta guadagnando più di Sinner fuori dal campo, e per alcuni di noi i soldi sono importanti”. Opinione legittima, quella dell'australiano, ma crediamo che il tennis rappresenti una priorità per Berrettini. Ha ancora tanti sogni da realizzare, come peraltro ha detto nella recentissima intervista pubblicata su Esquire. Il campo, e soltanto il campo, ci dirà se ha fatto le scelte giuste.