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ROLAND GARROS

L'unico dubbio di Thiem sono... le palle

L'austriaco è sbarcato a Parigi ed è convinto di essere al 100% già per il primo turno. “La vicinanza tra Us Open e Roland Garros potrebbe essere un vantaggio per me”. Il suo unico timore riguarda le palline: le nuove Wilson sono un po troppo lente. “Le Babolat erano le mie palle preferite. Qualcosa potrebbe cambiare”.

Riccardo Bisti
25 settembre 2020

Il Roland Garros 2020 non riproporrà la finale delle ultime due edizioni, poiché Rafael Nadal e Dominic Thiem sono finiti nella stessa parte del tabellone. Potrebbero trovarsi in semifinale, e non è detto che lo spagnolo parta così favorito. Thiem è reduce da un successo storico, il primo Slam della sua carriera, allo Us Open. Si è preso qualche giorno di vacanza e adesso torna sulla terra battuta, la sua superficie preferita. Nessun rilassamento all'orizzonte: la fame di Dominic è troppo grande per pensare che non affronti con la dovuta professionalità uno Slam. E poi c'è Nicolas Massu, coach che trasmette un'enorme carica. “Ho dedicato un paio di giorni a metabolizzare il successo a New York – dice Thiem in una chiacchierata col suo sponsor Red Bull – adesso mi sento ancora meglio, perché la sensazione è la stessa ma non sono più stanco. Ho anche avuto il coraggio di guardare la partita contro Zverev, mentre per quealche giorno non c'ero riuscito. Avevo come la sensazione che, se l'avessi guardata, il risultato avrebbe potuto essere diverso”. A 27 anni e con una certa esperienza alle spalle, l'austriaco è troppo saggio per pensare di aver messo fine al dominio di Djokovic, Nadal e Federer.

È stato il primo nome nuovo a vincere uno Slam dopo quattro anni, ma è consapevole che i favoriti continuano ad essere Djokovic e Nadal. Anche a Parigi. “Le quattro settimane a New York sono state molto impegnative perché era tutto incentrato sul tennis, non ho potuto fare neanche un piccola visita in città. Il fatto che fosse tutto così diverso ha reso il successo ancora più speciale”. All'umiltà, Thiem accompagna una certa fiducia nei suoi mezzi. Già da qualche anno aveva la convinzione di poter vincere uno Slam: per questo, era stato il primo a mettersi parecchie pressioni. “Che sono aumentate quando Djokovic è uscito dal torneo. In quel momento era chiaro che ci sarebbe stato un nuovo vincitore, ed era altrettanto chiaro che si sarebbe imposto chi avrebbe reagito meglio alle pressione. Io non l'ho gestita benissimo in finale, ma ho trovato il modo di dare una svolta al momento giusto”. Per sua stessa ammissione, Thiem non era mai stato così teso e nervoso come prima del match contro Alexander Zverev.

"Credo che la differenza più grande sarà nelle palline. Le Babolat erano le mie preferite, veloci e perfette per il mio gioco... e per quello di Nadal. Le Wilson sono più lente e cambieranno un po' i risultati" Dominic Thiem
Ampia sintesi della finale newyorkese tra Dominic Thiem e Alexander Zverev

Senza più il peso Slam sulle spalle, può parlare serenamente dei suoi prossimi obiettivi. Il grande traguardo si chiama Roland Garros. Nonostante l'assenza a Roma e la mancanza di match ufficiali sulla terra battuta, l'austriaco è convinto che la collocazione in calendario possa essere un vantaggio per lui. “Avendo realizzato una delle mie più grandi aspirazioni, mi posso concentrare sul mio gioco e sulla terra battuta. Punto a essere al 100% già al primo turno, sfruttando l'onda positiva che è partita a New York”. Non sarà un match banale, visto che troverà un altro Slammer, anche se il Marin Cilic attuale sembra un po' in disarmo. Il tabellone di Thiem non è così semplice: al terzo turno avrebbe il rampante Casper Ruud, mentre in linea teorica negli ottavi ci sarebbe uno tra Wawrinka e Murray, ex campioni in difficoltà che si ritroveranno per un primo turno dal sapore vintage.

Se i pronostici saranno rispettati, potrebbe esserci una semifinale-spettacolo contro Nadal. Se è vero che lo spagnolo si è imposto nelle ultime due finali, Thiem è uno dei pochissimi ad averlo battuto almeno tre volte sulla terra battuta. E la recente sconfitta contro Schwartzman a Roma potrebbe essere il sintomo di qualche scricchiolio. “Credo che le temperature più basse potrebbero essere l'unica ragione per cui Rafa potrebbe cambiare qualcosa – dice Thiem – c'era grande curiosità nel vederlo in campo a Roma: se si presenterà in buon forma rimane il favorito per la vittoria finale, se non altro perché si è già imposto 12 volte. Ma sarei molto felice di affrontarlo”. Sarebbe un grande evento. Per la prima volta ci sono le ipotetiche premesse per un passaggio di consegne.

Dopo lo Us Open, Dominic Thiem si è allenato per qualche giorno sulla terra rossa di Vienna
Primi allenamenti parigini per Rafael Nadal e Dominic Thiem, potenziali avversari in semifinale

E poi Thiem ha dalla sua un popolo intero: gli austriaci non pensavano che Thomas Muster avrebbe trovato così in fretta il suo erede. “Voglio ringraziare tutti gli appassionati, in particolare chi è rimasto sveglio di notte per seguirmi e magari ha sacrificato 1-2 giorni di lavoro. Il pubblico televisivo è sempre stato importante per me: allo Us Open sono stati ancora più preziosi perché, senza spettatori in loco, sapevo che c'erano ancora più persone davanti alla TV”. Ricaricate le batterie, adesso è pronto per un altro viaggio. E avrà ancora bisogno del pubblico televisivo, poiché anche il Roland Garros si giocherà a porte (quasi) chiuse: la recente decisione del governo francese limiterà il pubblico a 1.000 persone al giorno, pochissime in un contesto di quasi 13 ettari. Più che per il clima, tuttavia, l'austriaco si aspetta un cambiamento dalle palline.

Nel 2016 giocai in semifinale contro Djokovic e c'erano 11 gradi. Non credo che farà molto più freddo – ha sentenziato – credo che la differenza più grande sarà nelle palline”. Dopo un decennio di Babolat, da quest'anno Parigi ha scelto palle Wilson. Durante gli allenamenti a Vienna, le ha potute testare. “Le Babolat erano le mie preferite, veloci e perfette per il mio gioco... e per quello di Nadal. Queste sono più lente e cambieranno un po' i risultati”. Qualcuno ha già definito le palle Wilson come anti-Nadal per il fatto di frenare molto con l'aria e perdere velocità dopo l'impatto col terreno, oltre a garantire rimbalzi più bassi. Proprio quello che non vogliono Nadal e, in misura minore, Thiem. Vedremo se questo fattore basterà a modificare le gerarchie di un torneo che promette sorprese. Per il nome del vincitore, tuttavia, sembra essere una faccenda a tre.