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MASTERS 1000 MADRID

Jan-Lennard Struff ha pagato il suo debito 

Terzo lucky loser a raggiungere una semifinale Masters 1000, Jan-Lennard Struff ha dovuto versare (per anni!) una percentuale dei suoi guadagni all'allenatrice che lo ha seguito fino al 2015. Quando si è liberato dalla zavorra economica si è rotto il dito di un piede, ma oggi si sta prendendo le sue rivincite. 

Riccardo Bisti
5 maggio 2023

Chissà se Ute Strakerjahn ha visto gli ultimi match di Jan-Lennard Struff. Probabilmente sì. Seguirà anche la semifinale-shock contro Aslan Karatsev, il match che nessuno si aspettava nella semifinale di un Masters 1000. Più difficile intuire lo stato d'animo con cui questa allenatrice di 62 anni, originaria di Lippstadt, seguirà il suo ex allievo. Un po' di orgoglio, un po' di rabbia, un po' di rosicamento, come si dice dalle nostre parti. Già, perché da circa un anno la Strakerjahn non può più attingere dai guadagni di Struff, come stabilito da più sentenze dei tribunali tedeschi. Una faccenda che torna d'attualità nel momento in cui il tedesco ha azzeccato il torneo della vita, centrando la semifinale al Mutua Madrid Open da lucky loser, peraltro con la teorica chance di andare ancora avanti, visto che ritroverà lo stesso giocatore contro cui aveva perso nelle qualificazioni. Una storia ai limiti del surreale. “Non avevo giocato bene, ma lui mi aveva messo nelle condizioni di esprimermi male” ha ammesso Struff dopo il successo contro Stefanos Tsitsipas, un 7-6 5-7 6-3 che ha sancito la dodicesima vittoria in carriera contro un top-10. È già certo di tornare a ridosso tra i primi 30, a un passo dal best ranking (n.29) raggiunto nel 2020. E pensare che meno di un mese fa celebrava il suo rientro tra i top-100 ATP, frutto di un buon inizio di stagione dopo un 2022 che lui stesso aveva definito una catastrofe.

“Ero partito male, poi mi sono infortunato”. Già, perchè dodici mesi fa il tedesco tribolava con il primo guaio fisico di un certo rilievo. Durante il torneo di Miami si era fratturato l'alluce del piede destro. Sperava non fosse nulla di grave, infatti aveva ripreso ad allenarsi dopo poche settimane. Ma durante un allenamento ha sentito di nuovo dolore, stavolta al terzo metatarso. E così è rimasto ai box per due mesi e mezzo, tempo sufficiente per farlo uscire dai top-100 e togliergli mille certezze. “Quando sono tornato, ho vinto il Challenger di Braunschweig e pensavo che avrei continuato così – ci ha raccontato qualche mese fa – invece sono arrivate diverse sconfitte. Non giocavo i Challenger da parecchio e ho trovato un livello molto superiore rispetto a qualche anno fa. È molto difficile emergere”. Ma dietro l'aspetto tranquillo, quasi indolente, si nasconde un grande combattente. E poi ha uno stimolo in più: lo scorso ottobre, la compagna Madeleine gli ha dato un secondo figlio. Chiusa la stagione con le Davis Cup Finals, si è preso una settimana di vacanza e poi ha preparato il 2023 con un blocco di due settimane a Tenerife. “È stata dura allontanarmi dalla famiglia, ma alle Canarie c'erano le condizioni giuste per lavorare”. Vero: si è qualificato a Melbourne, Indian Wells e Miami, ha ottenuto buoni risultati nei Challenger e già qualche settimana fa aveva colto i quarti a Monte-Carlo, con tanto di vittoria su Casper Ruud.

I giudici hanno stabilito che il contratto era valido, dunque Struff ha dovuto continuare a pagare la sua ex allenatrice come previsto, fino al maggio 2022.

Per battere Tsitsipas, Jan-Lennard Struff ha giocato una partita tutta all'attacco

Ma nessuno poteva immaginare il folle percorso madrileno, soprattutto dopo la sconfitta nelle qualificazioni. Invece ha aggiustato il mirino del suo servizio-bomba e ha battuto Sonego, Shelton, Lajovic, Cachin e Tsitsipas in un match tesissimo, in cui ha giocato male soltanto l'undicesimo game del secondo set (che gli è puntualmente costato il parziale). Ma quando ha brekkato il greco in avvio di terzo ha avuto la capacità di mantenere il vantaggio fino alla fine. Dopo l'ultimo punto ha mostrato un'esultanza contenuta verso il suo angolo, laddove non c'era coach Carsten Arriens (che lo segue dal 2015). Ma lui tornerà, mentre è certo che non ricomparirà più Ute Strakerjahn, colei che lo ha allenato per vent'anni. Figlio di due istruttori di provincia, Struff fu notato dalla Strakerjahn quando aveva appena 6 anni. Lei è un'ex professionista (è stata tra le top-200 WTA nel 1982) e lo ha condotto dalle lezioni pomeridiane ai top-100 ATP. Ma non tutte le storie sono eterne, così il 23 luglio 2015 (dopo l'ennesima sconfitta al primo turno), Struff ha chiuso la collaborazione. Tutto normale, persino banale. Ma il tedesco non aveva fatto i conti con un contratto firmato nel 2012, nel quale si legava alla Strakerjahn per quattro anni (sarebbe scaduto il 22 maggio 2016) e le assegnava una cospicua percentuale dei guadagni: 20% dei prize money, altrettanto sugli introiti pubblicitari. Ma c'era di più: la donna avrebbe avuto diritto a una percentuale sui guadagni di Struff per ulteriori sei anni, fino al maggio 2022.

Irritata per il benservito, lo ha portato in tribunale per ottenere quello che le spettava. “Ho lavorato a lungo, e molto duramente, per la sua crescita – disse a suo tempo – e adesso che stanno arrivando i frutti, rischio di rimanere senza nulla in mano. Sono molto delusa sul piano umano, insieme ai suoi genitori sono stata la persona che più di tutti ha creduto in lui”. L'ha avuta vinta: sia il Tribunale Distrettuale ai Arnberg che l'Alta Corte Regionale di Hamm le hanno dato ragione. In primo grado, le hanno riconosciuto un credito di 246.000 euro. Struff ha fatto appello, e i giudici di secondo grado hanno aggiunto ulteriori 28.000 euro, aumentando la cifra a circa 275.000 euro. Ma, soprattutto, hanno stabilito che il contratto era valido e dunque avrebbe dovuto continuare a pagarla come previsto, fino al maggio 2022. E così è stato, nonostante il giocatore abbia cambiato tre avvocati: Philipp Probsting, Andres Klein e Rüdiger Brüggemann. Il secondo, in particolare, le aveva provate tutte: aveva accusato l'allenatrice di frode processuale e, soprattutto, aveva cercato di rendere nullo il contratto firmato nel 2012 da Struff. “All'epoca era numero 230 del mondo, era pieno di incertezze, non sapeva se la sua carriera sarebbe andata avanti”. L'inesperienza sua e dei genitori avrebbe spinto la donna a mettergli una pistola alla tempia, stabilendo la firma del contratto (fino ad allora si erano limitati ad accordi verbali) come condizione per continuare a lavorare con lui.

Struff con il suo avvocato a tempi della causa legale con l'ex allenatrice

Struff condivide pochissimo della sua vita privata: qui una delle poche immagini con la compagna Madeleine e il primogenito Henri

“È giusto che un allenatore guadagni – continuava – ma una percentuale accettabile è il 10-15% del prize money, ed è assolutamente insolito che un coach partecipi ai guadagni derivanti dalle sponsorizzazioni. Di queste cose dovrebbe occuparsi un manager, ruolo che lei non ha mai ricoperto. Invece prendeva il 20% su tutto”. Come detto, i giudici hanno respinto queste tesi e hanno obbligato Struff a pagare, peraltro dovendo comunicare i suoi guadagni annui per quantificare la percentuale. L'ultimo pronunciamento risale al 2019, quando stabilirono che le ritenute d'acconto versate all'estero non dovevano essere detratte dalla commissione. Nell'occasione, il legale della Strakerjahn (Christian Niedzwicki) disse che la sua assistita aveva già intascato quasi 700.000 euro, e che alla fine del contenzioso la cifra si sarebbe avvicinata al milione di euro. Un anno dopo Struff era entrato tra i top-30 ATP, dunque c'è da credere che la donna abbia intascato quello che sperava. Nel frattempo è rimasta nel circuito: in passato aveva allenato Eleni Danilidou, mentre negli ultimi anni si è dedicata a Katharina Gerlach. L'ha portata al numero 217 WTA, classifica sufficiente per giocare le qualificazioni degli Slam, ma non oltre. Adesso la Gerlach è reduce da un brutto infortunio (non gioca dallo scorso ottobre) e negli ultimi mesi non ci sono informazioni sull'attuale impiego della Strakerjahn.

L'unica certezza è che la semifinale a Madrid frutterà oltre 300.000 euro a Struff. Ma non le deve più versare nulla, visto che il contratto è spirato esattamente un anno fa. “Sono comunque molto fortunato” diceva qualche mese fa, parlando degli infortuni che tutto sommato lo hanno risparmiato, mentre non ha mai parlato pubblicamente di questa vicenda. A suo tempo aveva offerto una cifra forfettaria alla Strakerjahn, ma poi si è dovuto rassegnare alle sentenze e ha avuto la bravura di restare concentrato sulla sua carriera, raggiungendo il picco a 30 anni. Oggi ne ha 33 ed è diventato il terzo lucky loser di sempre a raggiungere la semifinale di un Masters 1000: prima di lui ce l'avevano fatta Thomas Johansson (Toronto 2004) e Lucas Pouille (Roma 2016). Entrambi si fermarono in semifinale, mentre il gigante della Westfalia (grande tifoso del Borussia Dortmund) vuole fare un passo in più e aggiungere un altro tassello a un torneo che è già storico per il tennis tedesco: con Daniel Altmaier che si è spinto nei quarti, non accadeva da 29 anni che due tedeschi arrivassero tra i primi otto di un Masters 1000: gli ultimi furono Boris Becker e Michael Stich, a Roma, nel 1994. Chissà se Struff ha parlato dei suoi problemi con Becker, che oltre trent'anni fa dovette versare addirittura il 40% dei suoi guadagni a Ion Tiriac dopo averlo fatto fuori. Lo stesso Ion Tiriac che fino al 2021 era a capo del torneo di Madrid, quello in cui Struff sta vivendo la settimana della vita. Corsi e ricorsi storici.