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IL PERSONAGGIO

Il tumore non fa paura, le Olimpiadi danno speranza

Carla Suarez Navarro sta affrontando il ciclo di chemioterapia per sconfiggere il Linfoma di Hodgkin. Avrebbe dovuto smettere a fine 2020, ma l'imprevisto ha cambiato i suoi programmi. “Non ho mai avuto paura, ho solo pensato che avrei dovuto riconsiderare certe cose: adesso vorrei giocare le Olimpiadi”.

Riccardo Bisti
12 dicembre 2020

C'è un filmato di 36 secondi che è già il più bello del mese. Un piccolo raggio di luce a chiudere un 2020 da incubo. Carla Suarez Navarro palleggia con la nostra Sara Errani, a Barcellona. Un semplice allenamento, che però vale tantissimo. Per la prima volta, la spagnola impugna una racchetta dopo che le hanno diagnosticato il Linfoma di Hodgkin, brutta malattia che ha già colpito diversi tennisti: Ross Hutchins, Alisa Kleybanova e Francesca Schiavone. La buona notizia è che tutti ce l'hanno fatta. Si tratta di una malattia curabile. E la Suarez Navarro, allegra e gioviale, la sta vivendo nel migliore dei modi. Fa quello che deve e aspetta di mettersi tutto alle spalle. Si trova a metà di un percorso semestrale di chemioterapia. Tutto fa pensare al lieto fine, ma Carla guarda già avanti. Lo fa perché il tumore l'ha costretta a cambiare i suoi programmi: l'anno scorso aveva annunciato il ritiro a fine 2020.

Pensavo di essere libera a ottobre-novembre, invece adesso sono motivata a uscire da questa situazioneracconta – vivo una routine tranquilla: nelle settimane in cui ho la chemioterapia sto a casa 3-4 giorni, ma quando posso mi concedo una passeggiata, vado in palestra o faccio sport”. Gliel'hanno consigliato, per il fisico e anche per lo spirito. L'allenamento con la Errani ha un grande valore simbolico, perché certifica l'inizio dell'ultimo capitolo tennistico della Suarez Navarro. Ha scelto di ritirarsi sul campo da tennis, magari giocando le Olimpiadi di Tokyo. Vuole essere lei a dettare le condizioni del suo addio. “Cerco di restare in forma – prosegue – lo sport mi ha insegnato tante cose che cerco di applicare in questa situazione: spirito di sacrificio, capacità di restare positiva. Piaccia o no, anche questa è una situazione individuale. Puoi avere accanto tante persone, ma ad affrontare la malattia sei da sola”.

ASICS ROMA
"Dopo ogni seduta di chemioterapia ho mal di pancia e nausea, ma è tutto sopportabile. Gli effetti collaterali potrebbero essere molto peggiori"
Carla Suarez Navarro
La vittoria contro Maria Sharapova allo Us Open 2018 rimane una delle più prestigiose nella carriera di Carla Suarez Navarro

Nella sfortuna, le è andata bene: il Linfoma di Hodgkin è curabile e non lascia troppe conseguenze sul corpo. Quanto alle cicatrici emotive, le sta già curando da sé. “Non ho mai avuto paura. Certo, non è piacevole sentirsi dire di essere malata, ma quando me l'hanno detto ho subito pensato a modificare i piani. Ho cambiato il mio stato d'animo con lo scopo di riprendermi in fretta. Per fortuna è curabile, poi in molti mi hanno raccontato la loro esperienza”. Tra loro l'ex giocatore Ruben Merchan, classe 1983, n.529 ATP nel 2004. Non si conoscevano, ma il medico della federtennis spagnola li ha messi in contatto e sono diventati amici. “Comprende meglio di chiunque altro quello che sto passando. La prima volta abbiamo parlato del percorso, poi però adesso ci ritroviamo per discutere d'altro. Mi aiuta a distrarmi”.

Classe 1988, la Suarez Navarro avrebbe ancora l'età per andare avanti. Ma già lo scorso anno aveva dato segni di logorio agonistico. Un po' perché soffriva a stare lontano dalla famiglia (mamma Lali è con lei a Barcellona, mentre tiene contatti telematici con padre e fratello alle Canarie), un po' perché il tennis è molto faticoso, un po' perché le priorità erano cambiate. Un viaggio umanitario in Uganda le ha aperto gli occhi sul mondo, poi c'è il desiderio mai celato di diventare madre. Cose nuove, incompatibili con la vita da tennista. E che tennista: ex n.6 WTA, finalista a Miami e Roma, ha colto per sette volte i quarti in uno Slam. Le è sempre mancato il passettino decisivo: lo avrebbe meritato, se non altro per la bellezza del suo rovescio a una mano, luce estetica da WWF tennistico. Le è sempre mancato qualcosa, ma non c'è rimpianto nelle sue parole.

Garbine Muguruza e Carla Suarez Navarro hanno giocato a lungo il doppio insieme. Hanno raccolto 3 titoli, 3 finali e una semifinale al Roland Garros
Carla Suarez Navarro è dotata di un meraviglioso rovescio a una mano

Sa che il tennis le ha dato moltissimo, e sta scoprendo che anche il famigerato spogliatoio WTA può produrre solidarietà. Quando ha informato della malattia, sono subito arrivati i tweet di Rafael Nadal e Novak Djokovic, ma loro sono maschietti. Se ti aspetti l'amicizia della Errani o di Garbine Muguruza, certe telefonate l'hanno sorpresa. “Ho ricevuto telefonate da persone che non ti aspetti. Due giocatrici molto importanti del nostro sport mi hanno chiamato quasi ogni settimana per sapere come sto. Mi colpisce molto che abbiano questi valori. Sul campo siamo state rivali, nei tornei si vive con una certa distanza, quindi per me è stata una sorpresa”. Sarà pudore, o forse riservatezza, ma la Suarez Navarro non fa i nomi. È più loquace se si tratta di parlare di obiettivi, di tornare a giocare. Per esempio, fa presente di avere un ranking protetto che le permetterà di riprendere con la classifica che aveva al momento dello stop.

Quando aveva preannunciato il ritiro, dodici mesi fa, era n.55 WTA e giurava che avrebbe fatto il possibile per ritrovare le top-10. Adesso si trova in 83esima posizione, e ha giocato il suo ultimo torneo a Doha. Non c'è più spazio per numeri, traguardi o chissà quali vittorie. Adesso l'obiettivo è uno solo: Tokyo 2021. “Ho scelto le Olimpiadi per restare viva, positiva, avere qualcosa a cui affidarmi. Voglio lasciare il tennis sul campo. È un sogno, ma allo stesso tempo so che devo vivere alla giornata”. Lascia intendere che ai Giochi potrebbe limitarsi al doppio, laddove è molto competitiva. Magari proprio con la Muguruza, amica con cui ha condiviso parecchio e che è andata a trovarla durante questo periodo difficile. Il peggio non è ancora alle spalle, ma Carla lo sta affrontando nel migliore dei modi. Per scrivere le ultime pagine di questo capitolo. Solo allora potrà aprirne uno nuovo.