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ELEZIONI FIT

Tutto come previsto: sarà Binaghi VI

Confermata la nostra anteprima: Chiara Appendino entrerà in Consiglio Federale. La notizia ha meritato addirittura un'agenzia ANSA. Binaghi resterà in sella fino al 2024 e con lui i suoi fedelissimi. Candidate sei donne, tra cui la sua ex compagna di doppio Luisanna Fodde. Una di loro resterà fuori.

Riccardo Bisti
7 agosto 2020

Il prossimo 12 settembre, a pochi giorni dall'inizio degli Internazionali BNL d'Italia, la FIT rimarrà uguale a se stessa. Per evitare qualsiasi rischio dovuto alle iniziative di Vincenzo Spadafora, che mirano a un rinnovamento immediato dei dirigenti sportivi italiani (e che si stanno arenando nei meandri della politica), la federtennis ha organizzato a tempo di record l'Assemblea Elettiva. Come era ampiamente previsto, l'unico candidato al ruolo di presidente è Angelo Binaghi. Per lui sarà la sesta elezione, la quarta in assenza di avversari. Guiderà la federazione fino a Parigi 2024, nonché per buona parte del quinquennio torinese delle ATP Finals. Record assoluto: ventiquattro anni di presidenza. Salvo ulteriori modifiche alle leggi vigenti, nel 2024 non potrà più ricandidarsi. C'era invece grande curiosità per conoscere i nomi dei candidati al Consiglio Federale, specie dopo le indicazioni CONI che prevedono la parità di genere: almeno un terzo dei componenti deve essere di genere diverso (ergo, donna). La nostra esclusiva del 23 luglio è stata ampiamente confermata e ha avuto la dovuta risonanza: persino l'ANSA ha dedicato un articolo alla candidatura di Chiara Appendino. La sindaca di Torino sarà certamente eletta ed è già stata omaggiata da un'intervista andata in onda su SuperTennis. Appendino a parte, l'attesa era per i nomi delle altre donne candidate. Prima di elencarli, un'importante precisazione: per il prossimo quadriennio, il Consiglio crescerà da 13 a 15 elementi. Oltre al presidente, ci saranno tre rappresentanti degli atleti (numero stabile), due dei tecnici (uno in più) e nove degli affiliati (uno in più). Per questo, prendendo alla lettera l'articolo 26, Comma 1, dello Statuto FIT, dovrebbero esserci almeno cinque donne. Le candidate sono sei: una nella quota Atleti, due nella quota Tecnici e tre in quella Affiliati.

Affinché l'Assemblea sia valida, è sufficiente la rappresentanza del 25% dei voti. Significa che basterà registrare validamente 847 voti sui 3386. Tra le deleghe e un quorum così basso, potrebbe essere sufficiente la presenza di meno di 150 persone, circa il 5% degli aventi diritto

QUOTA ATLETI
Giulia Soresina. 44 anni, ex giocatrice, ha partecipato ad alcuni tornei junior ITF negli anni 90, tutti in Toscana, senza raccogliere particolari risultati. Di lei ci aveva parlato Fabrizio Fanucci in una vecchia intervista. Quando chiedemmo allo storico coach di Filippo Volandri le sue più grandi soddisfazioni, disse: “Ricordo con grande piacere di aver portato una ragazza di nome Giulia Soresina a diventare B3. Penso che fosse il massimo che potesse raggiungere e per me fu davvero piacevole riuscirci”.

È pressoché certo che la Soresina entrerà in consiglio. I candidati sono quattro, ma sembra improbabile che l'escluso possa essere uno tra Gianni Milan e Raimondo Ricci Bitti, fedelissimi di Binaghi sin dall'inizio della sua avventura. Milan, tra l'altro, è entrato in quota atleti nel 2016 dopo aver rappresentato per anni gli affiliati, rafforzando la politicizzazione di questo settore, in passato riservato a ex giocatori di livello (Santopadre, Pennetta, Bracciali, Santangelo). Il candidato meno forte sembra essere Fabrizio Maria Tropiano, ex presidente del Comitato Regionale Lazio e già consigliere nel quadriennio 2013-2016. Alle elezioni del 2012, quando il numero dei candidati era identico a quello dei posti disponibili, prese meno voti di tutti (8, contro i 13 di Mara Santangelo e i 9 di Raimondo Ricci Bitti). Va detto che Tropiano posava insieme alla Appendino in alcune immagini sotto la Mole Antonelliana, ai tempi della presentazione delle ATP Finals. Un indizio sulla forza della sua candidatura?

QUOTA TECNICI
Roberta Righetto. Over 55, svolge un ruolo dirigenziale nel Comitato Regionale Liguria. È la vice del presidente Andrea Fossati, oltre ad essere Commissario di Gara. Classificata 3.5, è tesserata con il Tennis Club Albaro di Genova.

Virginia Di Caterino. 41 anni, avvocato, attuale presidente del Comitato Regionale Campania. Originaria di Grumo Nevano, nei pressi di Frattamaggiore, è stata eletta un paio d'anni fa nelle elezioni straordinarie dopo le dimissioni dell'ex presidente Giovanni Improta. Classificata 3.3, è tesserata per il Tennis Club Vomero.

Sarà una battaglia rosa, poiché una delle due rimarrà fuori dal Consiglio. È altamente improbabile che venga sacrificato Graziano Risi, altro fedelissimo di Binaghi.

Virginia di Caterino presiede da un paio d'anni il Comitato Regionale Campania

QUOTA AFFILIATI
Chiara Appendino. Vi abbiamo ampiamente illustrato le ragioni che hanno portato alla candidatura della sindaca di Torino. Il suo impegno per portare in Italia le ATP Finals è stato lo spartiacque del suo avvicinamento alla FIT, peraltro funzionale in caso di mancata ricandidatura (o mancata rielezione) sotto la Mole.

Luisanna Fodde. Il nome non sorprende. 62 anni, cagliaritana, è antica conoscente di Angelo Binaghi. Insieme, anni fa, vinsero il doppio misto agli Assoluti Universitari. Vanta una certa esperienza a livello internazionale: dopo aver avuto per anni un ruolo a Tennis Europe (una sorta di UEFA del tennis, molto meno influente), lo scorso anno ha tentato – senza successo – di entrare nel Consiglio Direttivo ITF. Fu lei, a Orlando, a mettere il “sì” italiano nella votazione per la riforma della Coppa Davis. Professoressa universitaria presso l'Università di Cagliari, è classificata NC ed è tesserata per il club di Monte Urpinu, lo stesso di Binaghi.

Sabina Moggian Barban. È un po' il personaggio misterioso di queste elezioni. Il suo nome non compare da nessuna parte, nemmeno nella ricerca tesserati sul sito FIT e perfino Google offre scarsi risultati e mai legati al tennis, a eccezione del lancio d'agenzia di questi giorni. Di lei si sa soltanto che risiede a Cortina D'Ampezzo.

Tutte e tre saranno elette in Consiglio per rispettare le quote rosa. In teoria, una delle tre potrebbe restare fuori qualora Righetto e Di Caterino dovessero essere entrambe elette in quota tecnici. Tuttavia, sembra uno scenario improbabile.

Rispetto al Consiglio uscente, non si ricandideranno Ernesto Albanese, Max Giusti e Giancarlo Baccini. Tenteranno di restare in sella Sebastiano Monaco (Sicilia), Roland Sandrin (Trentino Alto Adige), Guido Turi (Toscana), Isidoro Alvisi (Puglia, altro fedelissimo di Binaghi), Donato Calabrese (Puglia) e Pierangelo Frigerio (Piemonte). Presenti due nuovi candidati: Gabriele Palpacelli (attuale presidente del CR Sicilia) e Roberto Pellegrini. Quest'ultimo, 75 anni, è presidente del Circolo Tennis Livorno e lavora con la FIT sin dai tempi di Paolo Galgani. Per anni è stato responsabile del Centro di Tirrenia, ma adesso il suo nome non compare nell'organigramma. Almeno fino al 2016 è stato presidente della Mario Belardinelli SRL, società controllata dalla FIT. Di questi otto uomini, due resteranno fuori. Complicato ipotizzare chi. Difficilmente usciranno di scena i senatori Alvisi e Sandrin, mentre è più probabile che alcune regioni con doppio rappresentante (Puglia, Sicilia e Toscana) possano avere una riduzione a uno. Ma si tratta di congetture.

Angelo Binaghi: "Gli Internazionali BNL d'Italia possono essere vinti da un italiano"
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    I giorni minimi consecutivi nei quali Angelo Binaghi resterà al vertice della Federazione Italiana Tennis. La sua presidenza è scattata il 18 dicembre 2000 e andrà avanti, almeno, fino all'1 settembre 2024.
Dopo aver tentato, senza successo, l'ingresso nel Board ITF, Luisanna Fodde entrerà nel Consiglio Federale FIT 

Esiste una possibilità, remota ma tangibile, che l'Assemblea possa essere invalidata. Tale potere è conferito ai circoli. In teoria basterebbe disertare il Foro Italico, esprimendo un dissenso silenzioso, per mettere in difficoltà l'ingranaggio. Per ovviare al rischio, in questi anni lo Statuto è stato ulteriormente modificato e i criteri per rendere valida l'assemblea sono ancora più morbidi. Fino al 2016, era sufficiente la presenza (anzi, la rappresentanza) del 25% dei delegati per almeno del 30% dei voti. Adesso (Articolo 19, Comma 3 dello Statuto) è sufficiente il 25% dei voti. Significa che basterà registrare validamente 847 voti sui 3386. Già così sarebbe facile, ma c'è poi il vetusto sistema delle deleghe (Articolo 18, Comma 6 dello Statuto): ogni rappresentante che andrà a Roma potrà portare fino a 5 deleghe, dunque rappresentare fino a sei circoli. Con un quorum così basso, potrebbe essere sufficiente la presenza di meno di 150 persone, circa il 5% degli aventi diritto. Se i circoli, anziché consegnare deleghe a pioggia, decidessero di non partecipare, l'establishment – regolamenti alla mano – potrebbe andare in difficoltà, anche con un sistema generoso come questo. Ma non sembra esserci la voglia di farlo, anche in virtù della totale assenza di una qualsiasi candidatura alternativa. Una desertificazione totale che renderà l'Assemblea del 12 settembre una semplice formalità. Sarà l'inizio del sesto quadriennio con Binaghi al timone del tennis italiano. L'unica novità riguarda il tocco di rosa in consiglio.