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Scusate il ritardo

Una positività al COVID cancella i sogni di Berrettini ancora prima di cominciare. Aveva sintomi da qualche giorno, e ha deciso di effettuare un tampone per preservare la salute altrui. Un gesto che gli costa tantissimo, ma ne accresce lo spessore umano. Tornerà più forte di prima. 

Riccardo Bisti
28 giugno 2022

Il sogno si è spento ancora prima di cominciare. Ci sono tanti tornei che si possono perdere per una positività al COVID, in modo più o meno indolore. Ma quanto accaduto a Matteo Berrettini a poche ore dall'esordio a Wimbledon è una disdetta vera e propria. “Tornerò più forte di prima” ha concluso il romano nel messaggio Instagram in cui informa della positività e annuncia l'inevitabile ritiro dai Championships. Tra l'altro è il secondo ex finalista a dover rinunciare dopo Marin Cilic. La recrudescenza del virus sta creando moltissimi casi di positività. Meno gravi, spesso ridotti a modesti sintomi influenzali, ma sufficienti a bloccare l'attività di un atleta.

È il caso di Berrettini, che in questo 2022 sta vincendo l'antipatico Oscar della Sfortuna. Dopo l'infortunio alla mano, foriero di un intervento chirurgico e tre mesi di stop, adesso arriva questa posività nel momento peggiore. In qualsiasi altro torneo la cosa non avrebbe quasi fatto notizia. Qualche giorno di isolamento e via, si riparte. Ma prima di Wimbledon, di questo Wimbledon, è una sfortuna atroce. Matteo aveva vinto alla grande i tornei di Stoccarda e del Queen's, era stato collocato come secondo favorito per la vittoria finale e gli avevano dato la possibilità di allenarsi sul Campo Centrale insieme a Rafael Nadal. Quell'allenamento, immortalato da telecamere e fotografi, rimarrà la sua unica apparizione del 2022.

«Non ho parole per descrivere l'estrema delusione che provo. Il sogno termina per quest'anno, ma tornerò piu forte di prima»
Matteo Berrettini
ASICS ROMA
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Matteo Berrettini annuncia la positività al COVID e il conseguente forfait da Wimbledon

“Con il cuore spezzato devo annunciare il ritiro da Wimbledon a causa di un test positivo al COVID-19. Ho avuto sintomi influenzali e sono stato isolato negli ultimi giorni. Nonostante i sintomi non fossero gravi, ho deciso di fare un altro test stamattina per proteggere la sicurezza e la salute dei miei avversari e di tutte le persone coinvolte nel torneo. Non ho parole per descrivere l'estrema delusione che provo. Il sogno termina per quest'anno, ma tornerò piu forte di prima”. Nell'ultima frase c'è tutto Berrettini: una delle sue qualità principali è quella di tornare più forte di prima dopo infortuni anche piuttosto gravi. Stavolta non è l'entità del problema a spaventare, ma la tempistica infame.

Tra l'altro, Berrettini ha dimostrato una correttezza e un altruismo fuori dal comune. Avrebbe tranquillamente potuto restare in silenzio e giocare, vista la pressochè totale assenza di controlli e obblighi legati al virus. Lo stesso Novak Djokovic fece il furbetto lo scorso dicembre, quando accolse da positivo il giornalista de L'Equipe. Restando in silenzio, Matteo avrebbe forse preservato le sue chance di andare avanti nel torneo, ma sarebbe stato come giocare alla roulette. La sua correttezza vale quanto un successo Slam: se è vero – e non c'è ragione di dubitarne – che tornerà più forte di prima, è altrettanto vero che non possiamo sapere in quali condizioni si presenterà ai Championships tra 12, 24 o 36 mesi. Non sappiamo chi saranno i suoi avversari e chi emergerà. Per adesso non resta che stringersi attorno al nostro numero 1 e sperare che riesca – ancora una volta – a trasformare la delusione in una rabbia agonistica ancora più feroce.

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