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POLITICA FEDERALE

Federazione Italiana Tennis e Padel

L'Assemblea Straordinaria FIT approva all'unanimità il cambio di denominazione: dal 1 gennaio, la federtennis si chiamerà FITP. Per i circoli non cambierà nulla, mentre la federazione “blinda” il business di uno sport in crescita impressionante, i cui numeri sono già superiori a quelli circa 20 federazioni autonome.

Riccardo Bisti (Foto di Giampiero Sposito / FIT)
17 ottobre 2022

Partiamo dal fondo. A chiudere il suo intervento, Angelo Binaghi ha detto: “Tengo a sottolineare come il cambio di denominazione non prefiguri alcuna soluzione di continuità nella vita della Federazione, che rimane e rimarrà quella che è oggi”. La precisazione è importante, perché nell'ambiente molti si domandavano (e ci avevano domandato) se la scelta di cambiare denominazione alla FIT fosse un sistema per consentire all'ingegnere cagliaritano di proseguire nella sua presidenza, iniziata nel dicembre 2000. Come è noto, alle prossime elezioni non potrà più candidarsi, a patto che le norme rimangano tali. Vi abbiamo già spiegato che la richiesta di una figura legata al mondo del tennis potrebbe approdare in Corte Costituzionale e rimettere in discussione le attuali norme, approvate nel 2018, secondo cui un presidente non può restare in carica per più di tre mandati. Nel caso di Binaghi (che all'epoca stava svolgendo il quinto mandato) ci fu la possibilità di sfruttare la norma transitoria, che consente un mandato extra per i presidenti in carica al momento dell'entrata in vigore della regola. La persona che potrebbe rimettere in discussione tutto questo è Roberto Pellegrini, che fa parte del Consiglio Federale in quanto componente dell'Executive Board FIP, la federazione internazionale del padel, lo sport che in data 16 ottobre 2022 è formalmente entrato nella struttura federale: una volta ottenuta l'approvazione CONI, la federtennis diventerà FITP, ovvero Federazione Italiana Tennis e Padel. Ed è quello l'argomento odierno, mentre ci sarà tempo per parlare di faccende elettorali.

Per effettuare il cambio statutario è stato necessario convocare un'Assemblea Straordinaria: questo tipo di operazioni richiede un'organizzazione complessa, scattata in estate. Dopo alcune assembleee a Roma e dintorni è stato scelto l'Hotel Hilton Metropole di Firenze, già albergo ufficiale del torneo ATP, a due passi dal Palazzo Wanny che ha visto il successo di Felix Auger Aliassime. Oltre che logistico, il motivo è simbolico: proprio a Firenze fu istituita la FIT nel maggio 1910. Epoca pionieristica, con 26 club associati. Oggi sono 3.734: grazie al sistema delle deleghe (ovvero, un circolo assente può essere rappresentato da un altro: un affiliato presente può rappresentarne fino ad altri cinque, sia pure della stessa fascia) è stato raggiunto il numero necessario di voti per rendere valida l'assemblea già in prima convocazione (in seconda, eventualmente, non ci sarebbero stati vincoli numerici). Secondo i dati diffusi dalla FITP, erano presenti 1.527 circoli (il 40,9% del totale), ma le deleghe hanno consentito di esprimere 2.021 voti, il 54,12% degli aventi diritto. Non c'era il minimo dubbio sull'esito dell'Assemblea, come peraltro tutte le votazioni degli ultimi 15 anni, anche le più discutibili (su tutte, il cambiamento dello Statuto del 2010, che ha messo paletti complicatissimi per candidarsi a ruoli dirigenziali).

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Lo sapevi che...

I numeri del padel sono sempre più importanti: secondo i dati presentati in Assemblea, la disciplina vanta 1.386 club affiliati e sono già stati censiti 5.871 campi. In questo momento, i tesserati padelisti sono circa 70.000, cifra maggiore rispetto a quella di circa venti federazioni autonome. Secondo le stime, circa 1.300.000 persone vorrebbero prendere in mano la pala.

Il tweet istituzionale con cui è stato accolto il passaggio da FIT a FITP

Nella fattispecie, la questione non era di particolare interesse per gli affiliati: se è vero che sempre più circoli accolgono e costruiscono campi da padel, con la nuova denominazione non cambierà assolutamente nulla. Cambierà per la federazione, che con questa modifica blocca sul nascere qualsiasi ipotesi di indipendenza del gioco del padel. In effetti, la crescita di questo sport è mostruosa: in questo momento ci sono circa 800.000 praticanti, circa un quarto rispetto a quelli del tennis, e Binaghi ha parlato di un indice di crescita annuo del 20-25%. Tra gli oltre 400.000 tesserati FIT, allo scorso 31 dicembre, circa 70.000 fanno parte del settore padel, che ha sua speciale categoria di tesseramento (chi possiede già la tessera agonistica del tennis, può richiederne una analoga per il padel con il 50% di sconto). Insomma, si tratta di numeri importanti e destinati a crescere ancora per un po'.

Guardando all'estero, si scopre che i mercati padelistici più importanti (Spagna e Sudamerica) avrebbero raggiunto un punto di saturazione: meno campi in costruzione e calo del fatturato derivante dal merchandising. Tuttavia, l'Italia è molto indietro e la curva è destinata a crescere ancora parecchio prima di appiattirsi. I numeri del padel (in questo momento ci sono circa 6.000 campi, il 25% in Lazio, da cui è partito il fenomeno) sarebbero ampiamente sufficienti per creare una federazione autonoma. Basti pensare che tra le 45 federazioni affiliate al CONI ce ne sono diverse con un numero di tesserati decisamente inferiore. Alcune hanno numeri risibili: basti pensare alla Federazione Italiana Motonautica e alla Federazione Italiana Pentathlon Moderno, che hanno meno di 5.000 tesserati ciascuna. Curiosando tra i numeri, si scopre che almeno una ventina di federazioni hanno numeri inferiori rispetto a quelli proposti dal solo padel.

Il plebiscito a favore del cambio di nome della federazione (Foto di Giampiero Sposito / FIT)

La sigla di Italia's Got Padel, la rubrica di SuperTennis dedicata alla disciplina

E allora qualcuno potrebbe domandarsi come mai la pala non abbia una federazione tutta sua, autonoma. Prima ancora che questa domanda potesse svilupparsi, il discorso è chiuso con il definitivo inglobamento del padel all'interno del mondo FIT (pardon, FITP), di cui – peraltro – fa già parte il beach tennis, i cui numeri non sono così importanti da giustificare l'inserimento nel nome istituzionale. Insomma, accogliendo il padel la FIT si è garantita un importante supplemento di business in termini di tesseramenti e tasse di vario genere. Dando un'occhiata alle quote federali, infatti, ci sono gi à tantissime voci legate al padel (oltre ai tesseramenti c'è l'approvazione campi, il riconoscimento delle scuole, le tasse di iscrizione agli albi di maestri e istruttori, le gare a squadre, eccetera). La FIT ha il merito di aver annusato per tempo l'imponente crescita di questo sport: da parecchio, infatti, esistono una serie di commissioni dedicate: quella per Campionati e Classifiche, quella per Promozione e Propaganda e quella per l'Impiantistica.

Senza contare lo spazio sul canale SuperTennis: lo stesso diede un importante sostegno a Luigi Carraro (figlio di Franco) ai tempi dell'elezione a presidente della federazione internazionale (lo stesso Carraro fa parte del Consiglio Federale in virtù del suo ruolo istituzionale, ed era seduto in prima fila nel corso dell'assemblea), e da qualche tempo è stata lanciata la rubrica Italia's Got Padel, una versione padelistica di Circolando. Insomma, se per i circoli non cambia nulla, il passaggio a FITP garantisce e solidifica un'importante fonte di sostentamento per la struttura centrale. Quanto alle questioni tecniche, vi rimandiamo al nostro sito gemello Padel Magazine, non prima di aver accolto la notizia della convocazione di Roberta Vinci per i mondiali che si svolgeranno tra un paio di settimane a Dubai. Qualcosa di molto simbolico. Da parte sua, capitan Filippo Volandri si augura che questo cambio porti fortuna, poiché arriva nell'anno del centenario dell'esordio dell'Italia in Coppa Davis. Magari a Malaga qualcuno se ne ricorderà.