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LA STORIA

Dal supermercato al Roland Garros c'è giusto l'autostrada...

La favola dei Kramies, Kevin Krawietz e Andreas Mies: vincitori del Roland Garros 2019, si sono ripetuti quest'anno dopo aver rischiato una prematura eliminazione. Dopo anni nella melma dei piccoli tornei, hanno trovato il loro angolo di paradiso. Durante il lockdown avevano avuto paura che la magia fosse terminata: Krawietz era andato a scaricare le casse al supermercato...

Riccardo Bisti
13 ottobre 2020

Quando un bambino prende una racchetta in mano, non sogna di diventare un doppista. La specialità tanto praticata nei circoli, spesso decisiva nelle gare a squadre, non accende le fantasie. Non si prende i titoli sui giornali. Non è nemmeno troppo remunerativa. Spesso, gli specialisti del doppio sono visti come singolaristi falliti. Tuttavia, il doppio può rimettere in sesto vite tennistiche che sembravano perdute. “Se qualcuno ci avesse detto che saremmo tornati a Parigi e difeso il nostro titolo, gli avremmo chiesto quante birre avesse bevuto”. Parola di Kevin Krawitetz e Andreas Mies, di nuovo vincitori al Roland Garros dopo il clamoroso successo dell'anno scorso. In finale hanno battuto Pavic-Soares col punteggio di 6-3 7-5, ma questo trionfo profuma di miracolo perchè al terzo turno avevano annullato tre matchpoint ai francesi Bonzi-Hoang. “Ci siamo trovati per tre volte in autostrada, sulla via di casa, e per tre volte abbiamo fatto inversione a U” ha scherzato Mies.

La metafora dell'autostrada ha una logica. Per anni, Krawietz e Mies hanno annusato i cattivi odori dei piccoli tornei, percorrendo migliaia di chilometri in auto in cerca di una svolta. Puntavano al singolare, ma lì hanno trovato le porte sbarrate. Krawietz non è mai andato oltre il numero 211 ATP: delusione immensa, per chi sperava di entrare tra i top-15. Al contrario, Mies era annegato nel mare degli infortuni. Aveva tentato la strada del college americano, ma le risorse erano quelle che erano. Nonostante una laurea in tasca, ha giocato per un anno e mezzo sul ginocchio infortunato, prima che arrivasse l'inevitabile rottura. Da lì, dieci mesi di riabilitazione che trovano traccia in una fasciatura sul ginocchio destro. I due non erano neanche grandi amici: si conoscevano sin dai tempi dei tornei junior in Germania, ma non facevano coppia fissa.

"I tornei Futures? Se passi il primo turno vinci 49 euro. Se perdi subito sono 25. Molti eventi si giocano all'interno di resort e pretendono che dormi lì, al costo di 55-60 euro a notte. L'unico modo per rimanere a galla è vincere il torneo" Andreas Mies
Il duo tedesco ha conquistato una discreta fetta di popolarità

Ridotti al ruolo di ferrivecchi del circuito, hanno pensato di provarci con il doppio. Due anime ferite si sono completate alla perfezione, anche sul piano tecnico. “Sappiamo fare tutto benino, quindi i nostri avversari non hanno particolari punti deboli sui quali puntare”. L'alchimia è stata grande fin dall'inizio, con il terzo turno a Wimbledon 2018 (per poco non battevano i futuri vincitori Bryan-Sock). Da lì, hanno capito che si poteva andare avanti e magari sopravvivere grazie al doppio. D'altra parte, nulla poteva essere peggio di certe situazioni vissute nei tornei Futures. “In quei tornei, se passi il primo turno vinci 49 euro. Se perdi subito sono 25. Ma molti eventi si giocano all'interno dei resort e pretendono che dormi lì, al costo di 55-60 euro a notte. L'unico modo per rimanere a galla è vincere il torneo” racconta Mies, mentre Krawietz ricorda alcune condizioni di gioco trovate in giro per il mondo. Gli è capitato di giocare con palline che non si darebbero neanche al proprio cane... “E una volta, a Panama, sono finite le palle a metà torneo”.

Meglio provarci con il doppio e dare un senso agli sforzi di anni. Hanno conquistato il primo titolo ATP alla terza partecipazione (New York 2019), poi lo scorso anno è arrivato l'incredibile successo a Parigi, foriero di 580.000 dollari (da dividere a metà). “La chiave è restare fedeli a se stessi e non fare grandi cambiamenti. Perché fare cose speciali se va già bene? Noi ci abbiamo provato a Wimbledon l'anno scorso e all'Australian Open, ma è andata male”. Il blocco dei tornei ha rischiato di mettere in crisi la magia della loro coppia. Krawietz abita vicino a Monaco di Baviera, mentre Mies sta a Colonia. All'improvviso non potevano più allenarsi insieme, limitandosi a qualche telefonata. “Ti vengono tanti dubbi – racconta Mies – ti domandi se alla ripresa le cose sarebbero andate altrettanto bene”. Lì è stato importante ricordarsi da dove venivano. L'assegno parigino dell'anno scorso non ha cancellato gli anni nei tornei minori. Certi ricordi hanno reso più facili alcune decisioni.

Oltre ai due Roland Garros, Krawietz-Mies hanno vinto due tornei ATP: New York e Anversa, entrambi nel 2019
Grazie ai loro successi, Krawietz-Mies sono diventati il doppio titolare in Coppa Davis

La più curiosa l'ha effettuata Krawietz, finendo anche nell'informazione mainstream: accontentandosi di una paga di 450 euro al mese, è andato a lavorare in un supermercato, un banale LIDL di Monaco di Baviera. Sistemava gli scaffali, controllava che salsiccia e formaggio fossero al loro posto, metteva in ordine le scatole vuote e un giorno si è anche occupato della sicurezza fuori dal locale, spruzzando il disinfettante sui carrelli. Un gesto di umiltà fuori dall'ordinario, che gli ha fatto capire – e apprezzare – quanto sia fortunato ad aver trasformato il suo più grande hobby in una professione. “Al supermercato c'erano dei ragazzi che alle 5.30 del mattino erano già lì per lavorare”.

In estate il circuito è ripreso e la magia si è ricreata. Krawietz-Mies sono già nella storia del tennis tedesco: lo scorso anno erano diventati la prima coppia interamente tedesca a vincere uno Slam dai tempi del nazismo (Von Cramm-Henkel avevano vinto a Parigi e New York nel 1937). Con il bis parigino, hanno eguagliato Claudia Kohde-Kilsch e Philipp Petzschner, unici tedeschi ad aver vinto più di uno Slam in doppio nell'Era Open. Una storia piacevole, quella di Kevin e Andreas, perché insegna che si può trovare una strada di successo anche seguendo vie alternative. Il tutto senza perdere il sorriso e la voglia di scherzare. “L'anno scorso non siamo riusciti a demolire la Torre Eiffel, eppure eravamo in 56. Quest'anno siamo appena in 14, quindi non ce la faremo. Però abbiamo abbastanza forza per farlo...”. Ma hanno già lanciato una promessa: vogliono vincere anche sulle altre superfici. Big Ben, Statua della Libertà ed Eureka Tower sono avvisate...