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ROMA

Binaghi tra record d'incasso e frecciate a Malagò

La conferenza di fine Internazionali si snoda su due binari: da una parte, la soddisfazione per il record di pubblico e di incassi (quest'ultimo reso possibile dai biglietti sempre più cari), dall'altra un paio di stoccate al presidente CONI, assente anche quest'anno.

Riccardo Bisti (Foto di Giampiero Sposito / FIT)
16 maggio 2022

È mancato l'acuto di un tennista italiano. Se escludiamo il quarto di finale ottenuto da Jannik Sinner, gli Internazionali BNL d'Italia 2022 sono stati decisamente negativi per i nostri tennisti. Tra uomini e donne, abbiamo raccolto undici eliminazioni al primo turno su tredici. Solo Fognini e Sinner hanno vinto almeno una partita. Al contrario, l'edizione appena conclusa ha funzionato sul piano organizzativo. Lo meritavano la città, gli appassionati, il torneo. Dopo due edizioni-fantasma o poco più, quella del 2022 ha fatto registrare cifre record, battendo i primati del 2019 grazie a due fattori: un meteo favorevole e la fame di tennis della gente. I numeri, snocciolati da Angelo Binaghi nella conferenza stampa di fine torneo: 230.277 spettatori, record assoluto. Superato di circa 6.000 unica il primato del 2019 (224.417). Ancora più impressionante il dato riguardante gli incassi: superato il muro dei 16 milioni di euro. Per l'esattezza, gli appassionati hanno sborsato 16.070.331 euro. Detto che l'1% degli incassi da biglietteria (circa 160.000 euro) sarà devoluto alla federtennis ucraina, nella conferenza si è toccato l'argomento del caro-biglietti: in effetti, l'aumento rispetto al 2019 è stato notevolissimo. “Ogni spettatore spende in media 69,5 euro. Direi che è un prezzo ragionevole vista la qualità dell'evento, che coinvolge per un giorno intero” ha detto Binaghi, il quale ha parlato di Effetto Robin Hood per giustificare una policy ormai in vigore da qualche anno: i prezzi dei biglietti variano con il tempo, aumentando a ridosso della manifestazione.

Qualche anno fa, quando si seppe in extremis della partecipazione di Roger Federer, ci fu un'impennata dei costi a pochi giorni dal via. “Chi paga all'ultimo paga di più – dice Binaghi – ma deve essere orgoglioso perché consente di non far pagare quasi niente ai bambini e favorisce la loro crescita armonica”. Affermazione discutibile, anche perché non ci sono state particolari agevolazioni per i bambini. Al di sopra dei sei anni di età, pagavano esattamente quanto gli adulti. Solo i neonati sotto l'anno di età potevano accedere senza biglietto ai due campi principali, mentre quelli da 1 a 6 anni di età avevano accesso ai soli campi secondari (senza biglietto, s'intende). Al di là della precisazione, è chiaro che gli organizzatori hanno ragione: se sono riusciti a ottenere il record di pubblico, significa che hanno fatto bene i conti. Finché la gente continuerà ad accorrere in massa al Foro Italico, è legittimo – anzi, giusto – far pagare 248 euro un posto in piccionaia per il giorno delle finali, 101 euro per la Grand Stand Arena nel giorno degli ottavi e 41 euro un Ground nella giornata di mercoledì, storicamente quella con maggiore affluenza. Cifre un tantino eccessive, ma tant'è.

«Chi paga all'ultimo paga di più, ma deve essere orgoglioso perché consente di non far pagare quasi niente ai bambini e favorisce la loro crescita armonica» 
Angelo Binaghi
ASICS ROMA

Il torneo di Roma ha fatto registrare numeri importanti

Binaghi ha aperto a una possibile riduzione dei costi, che passerebbe dall'agognato upgrade del torneo già a partire dal 2023. È qualcosa a cui il presidente FIT punta molto: se il torneo dovesse passare a 11, 12 o 14 giorni “magari si potrebbe far pagare meno”. Sul punto, i giorni del Roland Garros dovrebbero essere decisivi: l'ingegnere sardo ha rivelato che il presidente ATP Andrea Gaudenzi avrebbe ottenuto l'ok da tutte le parti in causa, e mancherebbe solo l'accordo tra ATP e ATP Media. La questione riguarderebbe i tornei più piccoli (250 e 500), penalizzati dalla riforma. Già, perché alcuni di questi sarebbero collocati nelle seconde settimane dei Masters 1000, con tutte le conseguenze del caso. L'altro margine di crescita sarebbe di natura strutturale, ma l'argomento è ben noto: al Foro Italico è difficile espandersi oltre le dimensioni attuali. Di certo sarà cruciale la realizzazione del tetto sul Centrale (di cui abbiamo abbondantemente parlato), ma su questo la FIT è semplice spettatore, sia pure molto interessato.

Il resto della conferenza ha ribadito la spaccatura (insanabile?) con i vertici CONI, in particolare il presidente Giovanni Malagò. Dopo l'avvicinamento di qualche anno fa, le parti si sono nuovamente allontanate. Lo scorso anno, Malagò non fu invitato agli Internazionali e non si è visto neanche nel 2022. Binaghi ha poi legato la tendenza al rialzo delle vendite alle dichiarazioni di Malagò, che inizialmente si era schierato contro la partecipazione di Novak Djokovic e poi “non voleva che a giocare al Foro Italico di fossero gli atleti russi e bielorussi”. Difficile comprendere la correlazione tra questo tema e l'andamento della prevendita, ma tant'è. A parte questo, sono necessarie alcune precisazioni. Su Djokovic, Binaghi ha perfettamente ragione. Era febbraio quando Malagò si disse contrario alla partecipazione del serbo, in quanto non vaccinato. In effetti, le affermazioni del presidente CONI parvero inadeguate e – soprattutto – non avevano alcuna base giuridica. Già allora, Djokovic aveva il pieno diritto a entrare in Italia e partecipare al torneo. Come era prevedibile, le restrizioni si sono ulteriormente allentate e per fortuna il COVID non è stato argomento di discussione durante il torneo. E Djokovic lo ha vinto per la sesta volta.

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Angelo Binaghi ha ripreso i contenuti di un'intervista a Giovanni Malagò, pubblicata il 25 aprile sul Corriere della Sera

Si è chiuso il sipario sulla 79esima edizione degli Internazionali d'Italia

Più delicata la questione legata alla partecipazione di russi e bielorussi. Per sostenere che Malagò abbia detto cose inesatte e fosse contro la partecipazione di russi e bielorussi, Binaghi ha utilizzato un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera lo scorso 25 aprile, il cui titolo era: Malagò: “Il tennis segua le indicazioni del CIO. Dico no ai russi a Roma”. Tuttavia, leggendo l'intervista realizzata da Daniele Dallera, si scopre che Malagò non ha mai pronunciato la frase “Dico no ai russi a Roma”. Stimolato sull'argomento, che era balzato alla cronaca 1-2 giorni prima perché l'idea era venuta ad alcuni membri del governo, aveva sottolineato che l'Executive Board CIO “aveva raccomandato a tutte le federazioni di non invitare atleti russi e bielorussi ai tornei e alle manifestazioni sportive”. Malagò aveva poi aggiunto – in effetti – che tutte le federazioni avevano seguito l'indicazione CIO (tranne quella del basket). Al contrario, atleti russi e bielorussi hanno continuato a competere in diverse discipline. Quella di Malagò fu un'affermazione poco precisa, ma – da consumato politico – non aveva preso una posizione netta come lasciava intendere il titolo. Anzi, si era rimesso a quella che sarebbe stata la decisione del Governo: “Che sarà, ne sono convinto, la migliore per il Paese”.

Inoltre a Malagò va riconosciuto che nei giorni precedenti aveva ribadito che la posizione del CIO fosse chiara, ma che le organizzazioni private possono decidere se accettarla o meno. Tra queste rientrano Wimbledon (che non accetterà russi e bielorussi), così come l'intero ecosistema ATP-WTA, di cui fa parte il torneo di Roma. Insomma, i contenuti della questione sono più complessi e sfumati di quanto espresso da Binaghi, ma sembra evidente che dietro le quinte ci siano movimenti importanti: al termine del quadriennio olimpico dovrebbero essere rinnovate cariche importanti come quella della presidenza CONI. Su un punto, tuttavia, Binaghi ha certamente ragione: la mancata partecipazione di russi e bielorussi sarebbe stata un disastro, perché avrebbe avuto potenziali conseguenze come lo sciopero dei giocatori o addirittura la revoca definitiva della licenza. Per fortuna non è stato così, e non resta che augurarsi che accanto ai nomi dei vari Rublev, Sabalenka e company possano presto ricomparire colori, loghi e bandiere. Quanto agli Internazionali BNL d'Italia, sosteniamo da anni che sia una delle ciambelle meglio riuscite dalla FIT. Ci auguriamo che continui ad essere così saporita anche in futuro.