Reportage

New Balls, Please!

Una fabbrica fuori Bangkok produce ogni anno milioni di palle da tennis. E non è per nulla semplice come si potrebbe pensare
from Bangkok, Amanda Mustard

Non c’è possibilità di errore quando si osserva quella sfumatura di giallo: è una palla da tennis e l’abbiamo vista passare avanti-indietro migliaia di volte. Nel corso dei decenni, sono cambiate ben poco (al principio e fino al 1972 e all’avvento della televisione, erano bianche), con un processo produttivo che comunque rimane piuttosto complesso. Wilson, per esempio, produce le palle per lo US Open dal 1978 e nei quattordici giorni in cui si sviluppa un torneo dello Slam fornisce, tra allenamenti e match ufficiali, oltre 70.000 palle. In totale, ogni anno il brand americano ne sforna circa 100 milioni, la maggior parte delle quali in una fabbrica in Thailandia, appena fuori Bangkok.

Ma qual è il processo produttivo di una palla da tennis? La gomma grezza, che proviene da Thailandia, Vietnam e Malaysia, viene posta in un macchinario che permette di ottenere una forma a conchiglia e poi di una semisfera, corrispondente a metà palla. In versione nuda, deve poi essere ricoperta dal feltro, un componente determinante nella qualità del prodotto finale. Questo arriva anche lui in forma grezza, come si trattasse di un enorme tappeto che viene arrotolato e schiacciato tramite apposite macchine per essere tritato in quelli che vengono definiti slugs (letteralmente, lumache) e quindi passato in una fabbrica, posta giusto accanto a quella principale, per essere cautamente buttato dentro delle presse idrauliche. Nonostante queste presse sembra debbano restituire dei mostruosi waffles, in realtà producono delle semisfere incandescenti corrispondenti a metà palla, che devono essere rifinite e lisciate per essere poi incollate e pressate fino a trasformarle in un’unica sfera, in gergo definita core (nucleo), che viene poi shakerato in maniera aggressiva in tinozze verdi per ottenere la giusta consistenza. Una lavorazione che emette un suono simile a quello dei pop corn che scoppiettano quando vengono cotti.

Subito dopo vengono trasportate verso un enorme miscelatore per essere rivestite da una colla adesiva bianca prima di essere ricoperte dal feltro. Lì vicino infatti, strisce di feltro fluorescente (lunghe quanto è alta la Statua della Libertà!) vengono passate su diversi rulli per essere impastati da un lato con la colla adesiva. Quando riemergono, una colonna meccanica ad alta precisione stampa e taglia il feltro in pezzi che ricordano la forma dell’osso che si offre al proprio cane e che, in due differenti sezioni, avvolgerà la palla. La quale, prima deve subire un bagnetto in modo tale che anche i bordi siano rivestiti da un sottile strato di colla adesiva, quindi compiere un breve viaggio attraverso un macchinario che sputa aria per raffreddarla. Da qui, finiscono al piano superiore, dove la palla dovrà essere ricoperta dal feltro.

Strisce di feltro fluorescente, lunghe quanto è alta la Statua della Libertà, vengono impastate con una colla adesiva. Quando riemergono, una colonna meccanica stampa e taglia il feltro in pezzi che ricordano la forma dell’osso che si offre al proprio cane...

Le varie fasi della produzione di una palla da tennis Wilson in una fabbrica thailandese. La gomma grezza viene posta in un macchinario che permette di ottenere una forma a semisfera, che corrisponde a metà palla, in versione nuda. Queste semisfere finiscono poi in una pressa, mentre in un edificio a fianco arrivano rotoloni di feltro giallo che verranno tagliati in pezzi, in una forma che ricorda l’osso che si offre al proprio cane e quindi annegati in una colla adesiva. Alcuni operai, dalle mani rapidissime, piazzeranno le due sezioni del feltro che avvolgeranno la palla in un apposito macchinario che effettuerà tale operazione. Ogni palla viene poi ispezionata accuratamente prima di finire nei tubi, di plastica o metallo. Il tubo riposerà 5 giorni per garantire una chiusura ermetica e una buona tenuta della pressione.

Qualche dozzina di operai sono seduti davanti a un tavolo a fianco di un nastro trasportatore, con le mani che si muovono in maniera fulminea. Davanti a loro, un mucchio di pannelli di feltro ritagliati nella giusta forma e dimensione che devono essere infilati in una macchina che presserà e posizionerà il feltro nella corretta posizione. Le nuove palle da tennis, gialle fluorescenti, dovranno passare un’altra volta attraverso una pressa idraulica per far aderire colla e materiale, quindi, dopo aver girato intorno in una sorta di caverna carica di vapore per riportare il feltro al suo stato naturale, saranno traghettate fuori per una rigorosa ispezione, prima di essere infilate nei tubi con il dovuto logo apposto sopra. Il packaging prevede che le palle siano infilate a mano nei tubi (di plastica o di metallo), che vengano apposte le etichette e il tappo che consentirà di mantenere la pressione interna stabile (anche se non all’infinito). I tubi vengono poi fatti riposare cinque giorni per garantire una sigillatura ermetica. E quell’inconfondibile profumo della palla appena stappata.

Lo sapevi che...

Le palle devono essere approvate dalla Federazione Internazionale Tennis secondo diversi test effettuati nel suo centro tecnico a Londra dove si controllano forma, diametro (deve essere compreso tra 6,54 e 6,86 cm), peso (tra 56 e 59,4 grammi) e rimbalzo (lasciata cadere da un’altezza di 254 cm su una superficie piatta e rigida, si deve ottenere un rimbalzo compreso tra 135 e 151 cm. Sono stabilite anche le misure del logo impresso sulla palla: massima altezza 32 mm, massima larghezza 52 mm e una superficie di stampa che non può eccedere il 22% della faccia della palla. Il costo per il test di ciascun modello è di 2.700 dollari.

In origine, le palle erano bianche e il colore giallo è stato introdotto solo nel 1972 per ragioni televisive, visto che in tv si vedevano decisamente meglio. Solo Wimbledon (of course) ha mantenuto il colore bianco fino al 1986.

Come scegliere la corda giusta?

Le varie tipologia e caratteristiche di corda: monofilamento, multifilamento, budello, ibrido..
Which is your favorite phone?
  • Voti: 0%
  • Voti: 0%
  • Voti: 0%
  • Voti: 0%
  • Voti: 0%
Totale dei voti:
Primo voto:
Ultimo voto: