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IL CASO

Una carriera rovinata con le proprie mani

Squalifica a vita per Jules Okala e Mick Lescure. I due erano stati addirittura arrestati quattro anni fa: Lescure che aveva confessato tutto, svelando alcuni restroscena del match-fixing. Sorprende che abbia potuto continuare a giocare così a lungo. E addirittura a vincere una medaglia ai Giochi del Sudest Asiatico...

Riccardo Bisti
11 dicembre 2022

Dopo avergli dato il contentino, gli hanno rifilato la mazzata. Mick Lescure e Jules Okala non sono più giocatori di tennis, dopo che l'International Tennis Integrity Agency li ha squalificati a vita per essersi venduti una serie di partite. Si tratta di giocatori di secondo piano, ma la loro storia è interessante perché chiarisce il clima di marciume imperante nei tornei ITF, il gradino più basso del professionismo, la Serie C del tennis. La loro squalifica è probabilmente la punta dell'iceberg di una realtà tristemente radicata, in cui i giocatori cedono alla corruzione in cambio di denaro, che però sarebbe l'unica via per continuare a giocare. È l'idea del 29enne Mick Lescure: gli archivi sostengono che abbia giocato la sua ultima partita a marzo, al torneo ITF di Creteil, oltre tre anni dopo l'arresto della polizia francese in occasione di un altro torneo in Francia, a Bressuire. Per la verità, ha fatto in tempo a difendere i colori del Laos ai Giochi del Sudest Asiatico, giocati in Vietnam lo scorso maggio, in cui ha conquistato la medaglia di bronzo giocando (anche) con il cognome della madre, Sadettan.

È questo il “contentino” di cui parlavamo: l'ITIA aveva già stabilito la sua sospensione provvisoria con un pronunciamento del 24 marzo, ma lui e Okala avevano presentato ricorso. In questo modo ha preso un po' di tempo e ha potuto giocare in Vietnam, poiché il pronunciamento ITIA è arrivato il 18 maggio. Si fossero espressi una settimana prima, non avrebbe potuto giocare. Ed è quasi ironico che su Instagram abbia celebrato il risultato il 22 maggio, dicendo che ci avrebbe riprovato l'anno prossimo. Poteva immaginare che la sua carriera fosse agli sgoccioli per via di fatti acclarati, da lui stesso riconosciuti ai tempi dell'arresto. Sotto forte stress per gli interrogatori della polizia, scelse di confessare. E delineò un quadro che molti conoscono, ma di cui nessuno parla. Il team investigativo dell'Equipe scoprì i contenuti degli interrogatori. Lescure ha iniziato a rovinarsi la carriera nel settembre 2015, in una cittadina degli Alti Pirenei di nome Bagneres-de-Bigorre, meno di 10.000 abitanti, dimenticata da Dio, ma che in quei giorni organizzava un torneo Futures.

Mick Lescure è stato al massimo numero 487 ATP nel 2018

ASICS ROMA
«Il "Maestro"? Su di me non ha mai esercitato pressioni, ma alcuni giocatori ne avevano un po' paura. Che io sappia, non ha mai utilizzato violenza» 
Mick Lescure

Lescure annuncia la partecipazione ai Giochi del Sudest Asiatico con la divisa del Laos

Nell'occasione conobbe un 28enne di nome Grigor Sargsyan, noto nell'ambiente come “Maestro”. Cittadino belga di chiare origini armene, non si perdette in preamboli: si presentò come figura di spicco di una rete di corruttori. Erano disposti a pagare i tennisti in cambio di aggiustare i punteggi di alcune partite. “Mi disse che avrei potuto fare soldi perdendo partite o anche soltando aggiustando l'esito di un set - ha raccontato agli agenti del SCCJ (Service Central des Courses et Jeux) – aggiungendo che sarei stato pagato tra i 1.000 e i 2.000 euro a seconda delle partite. Non ho accettato subito, ma glii dissi che ero interessato perché in questo modo mi sarei potuto pagare qualche notte in albergo”. Per convincerlo, ll Maestro gli disse che era già in affati con diversi giocatori francesi, ma anche belgi. Lescure ha accettato e ha truccato la sua prima partita un paio di mesi dopo, in un torneo ITF a Bangkok, perdendo al primo turno del doppio in cambio di un compenso di 600 euro.

Al ritorno in Francia si è incontrato con Sargsyan alla stazione ferroviaria Gare du Nord di Parigi, in cui gli è stata consegnata una busta con il compenso concordato. Col tempo, i due sono diventati conoscenti. Magari non amici, ma è capitato che si vedessero anche al di fuori del contesto delle partite truccate. “Su di me non ha mai esercitato pressioni – dice Lescure di Sargsyan, soprannominato anche Tonton Greg – ma alcuni giocatori ne avevano un po' paura. Che io sappia, non ha mai utilizzato violenza". Una volta entrato nel circolo vizioso, Lescure si è fatto corrompere un po' dappertutto, truccando partite a Santo Domingo, Grecia, Bahrain e Spagna. “Ma non mi sono mai venduto partite in Francia. Nei tornei di casa non sono sceso a compromessi con le regole e con l'etica. Ho sempre voluto giocare bene davanti ai miei cari”. Come se delinquere fuori dal Paese natale fosse meno grave: una morale piuttosto curiosa, a maggior ragione se attuata da chi ha poi scelto di rappresentare il Laos.

Mick Lescure è giunto in semifinale ai SEA Games. Rimarrà l'ultimo torneo della sua vita

Jules Okala, l'altro giocatore squalificato a vita dall'ITIA

Nell'interrogatorio del gennaio 2019 aveva stimato tra 20 e 30 le partite vendute, per un guadagno complessivo di circa 30.000 euro. Cifra importante ma non clamorosa, che ben delinea il quadro della disperazione finanziaria di tanti frequentatori del circuito ITF. A suo dire, veniva pagato dai 600 ai 2.000 euro a partita. Le oscillazioni derivavano dal tipo di partita (singolare o doppio) e dalle quote proposte dai bookmakers. Nella sua confessione ha poi ammesso di aver ricoperto il ruolo di intermediario, salvo poi scagliarsi contro l'ipocrisia dell'ambiente. “Tutti sanno che il Maestro prova a truccare le partite: ci sono molti giocatori che lavorano con lui e può anche succedere che nella stessa partita ci siano due giocatori del suo clan”. Secondo Lescure, il problema del match-fixing si estende anche i tornei del circuito maggiore, e riguarda soprattutto i giocatori oltre la cinquantesima posizione. “Se ricevono offerte a cinque cifre, in pochi hanno la forza di dire no. Il fenomeno è nato perchè i soldi sono distribuiti male.

Finchè i giocatori guadagnano così poco, ci saranno problemi di questo tipo”. A oggi non ci sono notizie di ulteriori sanzioni della giustizia ordinaria francese (dopo che Lescure era stato indagato in Belgio), ed è sorprendente che Lescure e lo stesso Okala abbiano continuato a giocare dopo l'arresto del 2019. Per la verità, avevano rallentato molto l'attività: dopo lo scoppio della pandemia, Lescure aveva giocato due soli tornei individuali. Nel 2019, curiosamente, aveva avuto la possibilità di giocare contro un sedicenne Carlos Alcaraz all'ITF di Martos, e per poco non vinceva (si è arreso 3-6 7-6 6-1). Rimarrà uno dei ricordi principali di una carriera che si è rovinato con la proprie mani. Oltre a 40.000 euro di multa (più di quanto ha incassato con il match-fixing) dovrà rinunciare a qualsiasi tipo di carriera nel tennis professionistico, poiché non potrà mai nemmeno mettere piede nei luoghi di qualsiasi torneo internazionale, di qualsiasi livello. Stessa storia per Okala, trovato colpevole di sette capi d'accusa (contro i nove di Lescure) e multato di 15.000 dollari.