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INDIAN WELLS

E se Medvedev si permette di fare il Federer...

Una storta a una caviglia, le lamentele per il campo, un atteggiamento immaturo: c'erano tutte le premesse per una sconfitta, invece la striscia vincente di Daniil Medvedev sale a 17 partite. Ed è simboleggiata da un controsmash simile a quello storico di Roger Federer. 

Riccardo Bisti
15 marzo 2023

La vita è fatta di momenti. Ci sono quelli buoni e quelli meno buoni. Dopo aver pagato un anno di cambiali, Daniil Medvedev è entrato in una sorta di god mode. Quella contro Alexander Zverev è stata la diciassettesima vittoria di fila e non c'è superstizione che tenga, visto che il numero porterebbe sfortuna soltanto in Italia. Prima o poi le strisce finiscono, ma se c'era un match in cui tutto sembrava allineato per una sconfitta, beh, era proprio l'ottavo di finale al BNP Paribas Open. Aveva di fronte un avversario finalmente ritrovato (e contro cui aveva perso partite importanti); detesta le condizioni di gioco; si è fatto male a una caviglia dopo aver perso il primo set. Solitamente tre indizi fanno una prova, invece il moscovita si è imposto 6-7 7-6 7-5 dopo quasi 200 minuti di irrazionalità tennistica, raggiungendo i quarti contro Davidovich Fokina. Guarda caso, la prima delle sue ultime diciassette vittime. Si sono affrontati a Rotterdam e secondo Medvedev fu proprio quel match a cambiare tutto, nel suo gioco e nella sua testa. Prima o poi la striscia finirà, ma il match contro Zverev ha evidenziato lo stato di grazia del russo, che ha persino scimmiottato Roger Federer. Ci sono mille ragioni per elogiare Medvedev, ma non si può sostenere che giochi un tennis classico, tradizionale.

L'eleganza è un'altra cosa, ma sull'1-1 del secondo tie-break ha tirato un colpo che ha ricordato uno dei più iconici dello svizzero: un controsmash da lontanissimo, su uno smash del suo avversario. Era il torneo di Basilea, anno 2002, quando Federer scoraggiò Roddick con un colpo oltre le leggi della fisica. Talmente surreale da mandare in visibilio persino uno pacato come Ezio Guidi, storico commentatore della TV della Svizzera italiana. “In effetti il mio colpo era simile, ma se non ricordo male è avvenuto in un momento più delicato perchè eravamo nel tie-break – ha chiosato Medvedev – sono stato fortunato, perché Sascha ha tirato nella mia direzione, inoltre i campi sono molto lenti e mi trovato nella posizione perfetta per colpire. Mi sono soltanto detto di tirare il più forte possibile. Certo, in allenamento è un colpo che sbagli otto o nove volte su dieci”. Stavolta no. Come a dire che a Daniil riesce tutto, così come rimettere in sesto una partita dopo una banale storta a una caviglia. Infortunio comune, che può avere vari gradi di gravità. Lo sa bene Zverev, che ci ha rimesso sei mesi. A Medvedev è andata bene, anche se l'ha vissuto con apprensione: un po' perché non gli accadeva da tempo, un po' perché non conosceva la sensazione di una caviglia fasciata.

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«Lavorerò sul mio comportamento per tutta la carriera: vorrei essere ricordato per il mio gioco e per le cose buone del mio carattere, non per i miei capricci» 
Daniil Medvedev

Medvedev-Zverev, la partita "in cui c'è stato tutto"

“Quando sono caduto mi sono detto: 'Ok, adesso mi alzo e riparto'. Ma quando mi sono alzato il dolore è aumentato brutalmente e ho pensato che non avrei potuto proseguire. Poi me l'hanno fasciata e per un po' ho pensato più alla caviglia che alla partita. Ma a un certo punto è arrivata l'adrenalina e mi sono reso conto che faticavo a camminare, mentre andavo meglio a correre. Ho capito quanto sia difficile trovarsi un avversario in difficoltà a camminare ma in grado di correre. Adesso non cammino bene, ma domani prenderò un antidolorifico. E speriamo che non sia troppo grave”. La particolarità dell'episodio ha riguardato anche la lunga conversazione di Medvedev con il fisioterapista. “Per anni ho giocato i tornei minori, nel quali non c'era il fisioterapista ATP a fasciare la caviglia – racconta – per questo ho fatto tante domande, chiedendo se fosse pericoloso giocare fasciato. Mi ha detto di no, a meno che non me la fossi storta di nuovo. Ma generalmente non accade quando hai la fasciatura”. Medvedev ha chiesto anche al suo fisioterapista, ottenendo il semaforo verde.

C'erano tutte le premesse per una sconfitta, anche perché nel secondo set ha cancellato dieci palle break a Zverev, che a Indian Wells continua a perdere partite un po' strambe: agli albori della carriera, bruciò un match quasi vinto contro Rafael Nadal. Invece passa Medvedev, che in questi giorni sta portando avanti una crociata contro le condizioni di gioco. A suo dire sono lente, troppo lente. Si è lagnato anche durante la partita, rivolgendosi all'arbitro Renaud Lichtenstein. “Questo campo è una disgrazia per lo sport – ha esclamato – questo dannato campo. E lo chiamano campo duro. Che follia chiamarlo campo duro. Io so cos'è il cemento, ne sono uno specialista. Questo non è cemento”. Una commedia all'italiana che però non lo ha distratto, anche se nel terzo set si è fatto brekkare quando ha servito sul 5-4. L'ha comunque spuntata e in conferenza stampa ha mostrato una certa lucidità. “A me il campo non piace, ma se 60 giocatori su 96 dicono che va bene non c'è motivo per cambiarlo – dice Meddy – se invece in 80 si lamentassero sarebbe diverso. Non credo che il Player Council possa farci molto, anche perchè ci sono giocatori che adorano queste condizioni. Penso a Cameron Norrie. Non è che si può cambiare qualcosa solo perché non mi piace. Me ne rendo conto e il mio comportamento in campo non mi piace, ma purtroppo divento matto. Succede perché mi sembra di tirare 5-10 grandi colpi e ricavarci solo un vincente. E impazzisco”.

Nonostante l'infortunio e il disagio per il campo lento, Daniil Medvedev prosegue nella sua striscia vincente

Lo spettacolare controsmash di Medvedev visto da ogni angolazione

Eppure continua a vincere, pur mostrando un doppio volto, un dottor Jekyll e Mister Hyde tennistico. Davanti ai giornalisti, col suo volto iper-espressivo, riconosce di non avere un buon atteggiamento in campo. “Sono immaturo, lo so... ma cosa posso dire? Questo è lo sport, alcuni controllano le emozioni meglio di altri. Io sono migliorato molto con l'aiuto della mia ex mental coach Francisca Dauzet (una delle pochissime persone che accolse nel suo box durante la vittoria allo Us Open, ndr), però devo ancora migliorare. Non è che puoi continuare a sbagliare e scusarti sempre, sostenendo di essere maturato solo perché ti sei scusato. Credo che lavorerò su questo per tutta la carriera: vorrei essere ricordato per il mio gioco e per le cose buone del mio carattere, non per i miei capricci. Voglio avere un buon rapporto con tutti, e a volte il mio atteggiamento può distrarre l'avversario. Non mi piace, io voglio vincere normalmente”. Gli avversari lo hanno capito: Daniil è generalmente benvoluto nello spogliatoio.

Se escludiamo l'antica faida con Stefanos Tsitsipas, i colleghi hanno capito che non c'è malizia nel suo modo di fare. E che il suo stile di gioco sarà pure strano, ma è leale. Così come il suo equipaggiamento, che però ha avuto un importante upgrade: i più attenti si sono accorti che non utilizza più corde di colore bianco, ma è passato a un modello nero non ancora in commercio. Dovrebbero chiamarsi Tecnifire Code Soft e – come dice il nome – sono più morbide, garantiscono maggiore potenza e una palla più vivace dopo l'impatto. Lui non è tra i giocatori più sensibili del tour: “Ci sono tennisti che si accordo di una differenza infinitesimale, mentre se mi date una racchetta incordata a 20 kg e una 25 potrei non accorgermene – ha detto il russo – con queste corde non ho effettuato modifiche al telaio, anche se ho dovuto modificare le mia sensazioni di gioco perchè altrimenti la palla volava dopo l'impatto”. Un aiuto importante, anche se non sufficiente a spiegare una stricia di 17 partite di fila e una sensazione di imbattibilità che gli permette di tirare colpi alla Federer. Prima o poi finirà, ma intanto Daniil se la gode.

MASTERS 1000 INDIAN WELLS – OTTAVI DI FINALE
Carlos Alcaraz (SPA) b. Jack Draper (GBR) 6-2 2-0 ritiro
Felix Auger-Aliassime (CAN) b. Tommy Paul (USA) 3-6 6-3 7-6
Taylor Fritz (USA) b. Marton Fucsovics (UNG) 6-4 6-3
Jannik Sinner (ITA) b. Stan Wawrinka (SUI) 6-1 6-4
Daniil Medvedev (RUS) b. Alexander Zverev (GER) 6-7 7-6 7-5
Alejandro Davidovich Fokina (SPA) b. Cristian Garin (CIL) 6-3 6-4
Cameron Norrie (GBR) b. Andrey Rublev (RUS) 6-2 6-4
Frances Tiafoe (USA) n. Alejandro Tabilo (CIL) 6-4 6-4