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Tutti vogliono il Derby d'Italia

Un Fognini motivatissimo tiene a bada Dominic Thiem e prenota la sfida a Jannik Sinner. “Sarebbe un premio, un'opportunità, un'occasione” dice il ligure, a caccia di exploit. Se l'altoatesino non farà scherzi, il Derby dell'Italia tennistica si giocherà nello stesso giorno di quello calcistico. 

Riccardo Bisti
10 maggio 2022

Non ce ne voglia Pedro Martinez Portero, ma gli astri si sono allineati per un mercoledì tutto azzurro. Un mercoledì da Derby d'Italia, sia nel tennis che nel calcio. Se il milanista Jannik Sinner (allenato dall'interista Simone Vagnozzi) dovesse batterlo, l'11 maggio sarà un giorno da segnare in calendario. Un giorno da doppio derby. Derby d'Italia, appunto. È definita così ogni sfida tra Inter e Juventus, che in serata si giocheranno la Coppa Italia allo Stadio Olimpico di Roma, a poche centinaia di metri dal Centrale del tennis, laddove si giocherebbe il Derby d'Italia tennistico. Ce n'è un gran bisogno, perché gli Internazionali BNL d'Italia profumano di delusione per la pattuglia azzurra. Tra uomini e donne, il bilancio racconta di una vittoria a fronte di otto sconfitte. Martedì abbiamo altre quattro cartucce: oltre a Sinner, esordiranno Luca Nardi, Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti. Ma torniamo al possibile Derby d'Italia: Fognini-Sinner monopolizzerebbe l'attenzione e nasconderebbe un torneo deludente per l'Italia. Servirebbe per l'immagine.

Di sicuro sarebbe collocato nel pomeriggio, in modo da consentire a Fognini di assistere in tranquillità alla finale pallonara. E tutelerebbe l'ordine pubblico: da quando la finale di Coppa Italia si gioca in partita secca a Roma, capita spesso che avvenga durante il torneo. E la sessione serale si deve accontentare di match di secondo piano. Nulla di strano: soltanto una settimana fa, Rafael Nadal ha bussato alla porta di Feliciano Lopez (direttore del Mutua Madrid Open) per chiedere di non giocare durante la semifinale di Champions del Real Madrid. La sfida tra Fognini e Sinner aprirebbe mille suggestioni, soprattutto per il suo valore generazionale. Classe 1987 il ligure, 2001 l'altoatesino. Quattordici anni di differenza, quasi quanti quelli tra Nadal e Alcaraz, che a Madrid – per stessa ammissione del maiorchino – hanno vissuto una sorta di ricambio generazionale. In attesa di Sinner, il buon Fogna si è garantito di esserci battendo Dominic Thiem in una spettacolare sessione serale. 6-4 7-6 in un paio d'ore di lotta. Belle, spettacolari. Un vero match da terra battuta, in cui l'azzurro ha ridotto al minimo lo spreco di energie nervose.

Se il Derby d'Italia dovesse concretizzarsi, per Fognini sarebbe l'85esima partita contro un italiano. La prima risale a quasi 20 anni fa, nel suo primo match da professionista, contro Florian Allgauer, altoatesino come Sinner.
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Fognini ha espresso sprazzi di ottimo tennis per battere Dominic Thiem

Niente racchette per terra, niente disordini verbali. Solo tanta voglia di vincere, guidato dagli occhi amorevoli di Flavia Pennetta, che ha assistito alla partita insieme a Corrado Barazzutti. Fognini ha messo enorme attenzione su ogni punto, ci teneva da matti. Non voleva diventare la prima vittima di Thiem nello sciagurato 2022 dell'austriaco, iniziato con quattro sconfitte. Sono diventate cinque, ma Dominic è parso in ripresa. Uno come lui ha bisogno di una condizione fisica esplosiva. Senza, i suoi colpi funzionano meno. Quello visto a Roma vale un 65-70%, non di più. “Le statistiche non erano male a fine primo set – ha esalato l'austriaco – il problema è che non ho sfruttato le palle break. Le cose sono migliorate rispetto a Madrid, ma sono frustrato. Devo giocare meglio i punti importanti, l'ho fatto sul 5-4 nel secondo set. Sul 6-5 speravo di brekkarlo, ma lui ha messo quattro prime, mentre il tie-break non è stato buono. Il dritto non è ancora al punto in cui dovrebbe essere”.

In effetti, Fognini è stato più concreto. Nel primo set gli è bastato un break al nono game, poi è scappato via nel secondo. Ci sono voluti sprazzi del miglior Thiem per riacchiapparlo, ma per Fabio era serata. Dopo anni difficili, Fognini ha trovato la manopola giusta per sintonizzarsi sulla lunghezza emotiva dei romani. I 5-6.000 del Centrale lo hanno sostenuto senza sosta, lui ha preso quintali d'energia dalla gente e ha conquistato una vittoria di valore. “Giocare tornei come questo e affrontare avversari come Thiem mi tiene vivo – ha detto – so bene di avere 35 anni (li compirà tra un paio di settimane, ndr), quindi devo fare i conti con acciacchi e recuperi più lenti. Col tempo si cambia: il ranking non è più una priorità, ma vorrei ancora centrare qualche exploit. Finché avrò voglia e mi arrabbierò andrò avanti”. Come a dire che il sacro fuoco della competizione brucia ancora, a maggior ragione quando arrivano partite gonfie di stimoli. Contro Sinner ce ne sarebbero a vagonate.

Dominic Thiem è ancora a secco di vittorie nel 2022

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Fognini-Sinner hanno giocato il doppio insieme alle Davis Cup Finals 2021. Il ligure lo chiama affettuosamente "Er Carotina"

“Sogno di confrontarmi con Jannik, che è il presente e il futuro del tennis italiano – ha chiuso – la vedrei come un'opportunità, un premio, un'occasione per confrontarmi con una nuova generazione”. Se il Derby d'Italia dovesse concretizzarsi, per Fognini sarebbe l'85esima partita contro un connazionale. La prima risale a quasi 20 anni fa, nel suo primo match da professionista, contro Florian Allgauer, altoatesino come Sinner. Perse, ma con il tempo ha aggiustato il bilancio. I numeri attuali raccontano di 52 vittorie e 32 sconfitte, l'ultima a Madrid 2021 conro Matteo Berrettini. Scorrendo i derby fogniniani, si ripercorrono due decenni di tennis italiano. Ha affrontato proprio tutti, battendone anche quattro nello stesso torneo (Genova 2010). Diversi di loro non giocano più, altri non sono più tra noi (il compianto Federico Luzzi), poi c'è quel curioso 1-3 contro Simone Vagnozzi. L'ascolano ha spesso trovato il modo di mandarlo in crisi, e c'è da credere che trasferirà le sue competenze a un Sinner che nei derby è implacabile: fino a oggi, il suo bilancio è uno splendente 25-4.

Se la sfida dovesse esserci, Fognini proverà a imitare Giovanni Fonio, Alessandro Petrone, Andrea Arnaboldi e Salvatore Caruso, gli unici quattro italiani capaci di battere Sinner tra i professionisti. Per il resto solo vittorie, anche se non gli è ancora capitato di sfidare Berrettini. Da par suo, conosce bene Fognini. I due hanno un buon rapporto, certificato dal soprannome che Fabio ha coniato per lui: Er Carotina, in virtù di quei capelli rossi che ormai fanno parte del personaggio-Sinner. Un personaggio che ha trascorso il pomeriggio di lunedì prendendosi l'abbraccio di decine di bambini, palleggiando con loro e presentando il libricino “Piccoli grandi campioni. Il manuale illustrato del tennis di Jannik Sinner”, 128 pagine per avvicinare i più giovani al nostro sport, edito da Panini. Esperienza simpatica, ma adesso è tempo di pensare al tennis. C'è Madrid da archiviare, un derby da conquistare, un sogno da inseguire. Non ce ne voglia Pedro Martinez Portero, valido mestierante che quest'anno ha vinto il suo primo titolo ATP, ma che sulla terra europea ha vinto una sola partita in tre tornei. Dovesse rovinare un tavolo già apparecchiato, sarebbe una disdetta.