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ROLAND GARROS

Zverev vince per se stesso... e per i diabetici

Vittima del diabete di tipo 1, il tedesco ha ottenuto la possibilità di effettuare iniezioni di insulina anche in campo. Passo in avanti decisivo per una malattia di cui si parla poco, ma è molto invalidante. A Parigi si è ritrovato, nel primo torneo senza Sergi Bruguera e con un nuovo sparring. 

Riccardo Bisti
8 giugno 2023

Non era tra i favoriti, se non altro perché sembrava stritolato nella zona di tabellone presidiata da Daniil Medvedev e Jannik Sinner. Invece il Roland Garros sta segnando la rinascita agonistica di Alexander Zverev. È un piccolo miracolo, perché nulla faceva pensare a un piazzamento in semifinale, specie dopo i risultati dei primi cinque mesi. Il caso ha voluto che il tedesco trovasse qualcosa di simile al suo miglior tennis proprio laddove si era procurato il celeberrimo infortunio alla caviglia. Ma c'è qualcosa di più, nella rinascita di Zverev, peraltro con un valore ben più grande: sta dando una speranza a tutti i malati di diabete, permettendo che si possa parlare di una malattia che colpisce 400 milioni di persone e può essere molto invalidante, ma allo stesso tempo non impedisce di diventare atleti di alto livello. Fino a qualche tempo fa, il diabete era visto con sospetto perché le iniezioni di insulina sono ritenute qualcosa di strano. Il primo a lottare contro il sistema era stato Juan Cruz Aragone, ex n.224 ATP, a cui il diabete di tipo 1 fu diagnosticato durante l'adolescenza.

Gli avevano detto che poteva effettuare le iniezioni soltanto negli spogliatoi, ma che ogni uscita dal campo sarebbe stata considerata come un toilet break. Irrazionale, specie se durante una partita lunga c'è bisogno di più punture. La scorsa estate, Zverev ha rivelato di avere il diabete di tipo 1. È il peggiore perché non esiste cura se non costanti iniezioni di insulina, quella che il corpo non riesce a produrre normalmente. Ha anche creato un fondazione per sensibilizzare sul tema, ma in campo non era cambiato granchè... fino a questo Roland Garros, quando il tedesco ha denunciato quanto gli è accaduto. Mentre nel circuito ATP gli è permesso di effettuare le iniezioni in campo, al Roland Garros doveva uscire. “Mi hanno detto che potevo farlo, ma era considerato come una pausa per andare in bagno – dice Zverev – io ho replicato, spiegando che in un match al meglio dei cinque set avrei potuto averne bisogno quattro o cinque volte. E ho aggiunto che non si può fare così, perché qualcosa che non è permesso è fondamentale per la mia salute, persino per la mia sopravvivenza”.

JC Aragone racconta le sue disavventure legate al diabete di tipo 1, lo stesso di cui è vittima anche Alexander Zverev

  • 2-1

    Il bilancio degli scontri diretti tra Alexander Zverev e Casper Ruud, a favore del tedesco. Sasha si è imposto a Cincinnati e Bercy nel 2021, mentre a Miami 2022 ha vnto il norvegese

Durante il secondo turno contro Alex Molcan è uscito dal campo per l'iniezione, e in quel momento un supervisor è entrato nella stanza ed è rimasto impressionato dalla scena, sostenendo che solo un medico avrebbe potuto effettuare l'iniezione. In verità non è necessario, anche perché un estraneo non sa quanta insulina dovrebbe iniettare. “Io invece sono perfettamente a conoscenza di quello che devo fare, visto che me l'hanno diagnosticata sin da quando ho tre anni. Ma lui ha insistito”. Dopo che il tedesco ha reso pubblico il tutto, il torneo è corso ai ripari e gli ha permesso di effettuare le iniezioni, anche in campo. Durante l'ottavo di finale contro Dimitrov, infatti, un filmato ha evidenziato l'auto-puntura su una coscia. “Ora posso fare quello che voglio” ha detto dopo la vittoria in quattro set contro Tomas Etcheverry.

“Hanno deciso così per questa settimana, poi decideranno di nuovo cosa fare per Wimbledon”. Chi gli fa problemi ritiene che sia una questione di immagine. Le punture sul campo, magari in mondovisione, sono ritenute qualcosa da evitare. “Pensate per caso che mi dopi davanti a tutti?” ha esclamato il tedesco, aggiungendo che questa discussione non aveva senso. La sua popolarità gli è comunque servita, perché il povero Aragone (che non gioca dallo scorso agosto e ormai rischia di uscire dal ranking ATP) ha dovuto combattere per una vita con norme fin troppo restrittive, al punto da doversi inventare una soluzione alternativa: un apparecchio che inserisce l'insulina al posto dell'ago, una sorta di apposito device.

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Alexander Zverev ha espresso un tennis davvero convincente contro Etcheverry

Chissà se Aragone sarà felice di sapere che Zverev è riuscito a ottenere con una certa facilità quello che a lui non è mai stato permesso. Probabilmente sì, perché a suo tempo aveva detto che, se ce l'aveva fatta lui (a diventare un atleta), lo avrebbero potuto fare in molti. Anche se Zverev non è mai finito in coma come il collega (ha avuto il vantaggio di una diagnosi precoce), la sua avventura a Parigi ha un sapore diverso. Più dolce. Ma c'è dell'altro: sebbene Sergi Bruguera sia a Parigi per giocare i tornei delle leggende, non è più al suo fianco. Hanno ufficializzato la separazione alla vigilia del Roland Garros: Zverev ha tagliato corto sui motivi, dicendo che lo spagnolo aveva idee diverse rispetto al padre e a Tobias Kamke, che è entrato a pieno titolo nel team. In particolare, Bruguera provava a esprimere il concetto di un tennis di sofferenza, mentre il resto del team spingeva per un tennis più aggressivo.

“Mi arrivavano informazioni diametralmente opposte e questo creava confusione”. C'è aria nuova, nel clan Zverev, perché deve fare a meno del suo sparring partner abituale Mikhail Ledovskikh, ex n.151 ATP. Essendo russo, non può uscire dal Paese e non può recarsi nell'Unione Europea. “Non potrà viaggiare nemmeno negli Stati Uniti” ha riconosciuto Zverev. E allora il suo posto come sparring, ma anche come vice-coach accanto al padre, è stato preso dal 37enne Tobias Kamke, ex numero 64 ATP. “Mi conosce da quando ho due anni e ha un buon occhio per il nostro sport”. Il team è poi completato dal fratello maggiore Misha, Sergej Bubka jr. e il fisioterapista Hugo Gavril. Dopo tanto penare, e diversi tentativi di inserimenti esterni, forse Sasha ha trovato il setup ideale. Avremo le idee più chiare dopo la semifinale di venerdì, in cui se la vedrà con Casper Ruud. Dovesse vincere, allora potremo dire che Alexander Zverev è finalmente tornato.