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ROLAND GARROS

La (mini)Duracell che non si stanca mai

Ridurre l'intensità degli allenamenti ha condotto Diego Schwartzman dal disastro di New York alle meraviglie europee: via Nadal a Roma, via Thiem a Parigi, è (quasi) certo di entrare tra i top-10 e sogna di vincere il Roland Garros. Il suo fisico sembra inesauribile, proprio come le pile Duracell. L'esaurimento fisico di Thiem nel quinto set gli darà la forza per giocare al meglio la seminale... ancora contro Nadal.

Riccardo Bisti
7 ottobre 2020

Lunedì 31 agosto, primo giorno dello Us Open, Diego Schwartzman si è sentito sprofondare. Nemmeno l'aria di New York, solitamente amica, gli ha dato una mano. Ha perso contro Cameron Norrie dopo aver vinto i primi due set. Eppure era testa di serie numero 9, con discrete prospettive. Qualche ora dopo, le telecamere lo hanno pizzicato nella sua suite dentro l'Arthur Ashe Stadium. Torso nudo, mano sul volto, sguardo fisso nel vuoto, più disteso che appoggiato sul tavolo. Era stordito, non capiva cosa gli stesse succedendo. Poco più di un mese dopo, forte di un completo giallo e nero che ricorda una pila Duracell, è in semifinale al Roland Garros. In mezzo, c'è stata la finale a Roma. Un giocatore nuovo, ritrovato, che lunedì entrerà per la prima volta tra i top-10. In verità potrebbe ancora essere superato da Andrey Rublev e Pablo Carreno Busta, ma tutto lascia pensare che sarà il più basso top-10 dai tempi del sorcio Harold Solomon, finalista proprio a Parigi nella mitica edizione del 1976, vinta da Adriano Panatta. Per arrivare lassù nonostante la severità di Madre Natura, ci vogliono qualità speciali.

L'argentino le possiede tutte, a partire da una condizione fisica straordinaria. I suoi muscoli sono curati da Martiniano Orazi, preparatore atletico-guru, per anni al fianco di Juan Martin Del Potro. Ha creato un meccanismo perfetto. Capace di sfiancare persino Dominic Thiem in una battaglia di 5 ore e 8 minuti, chiusa col punteggio di 7-6 5-7 6-7 7-6 6-2. Dopo mille occasioni perdute ed essersi trovato a due punti dalla sconfitta, ha provato la libidine psicologica di mettere KO l'austriaco sul piano fisico. A metà del quinto set, il vincitore dello Us Open è rimasto senza benzina, in mezzo al deserto. Non c'erano più distributori in giro, niente di niente. E si è arreso, sparacchiando in rete le ultime due palle. Soltanto tre settimane fa, vinceva lo Us Open. Già, lo Us Open. “L'immagine dopo la sconfitta con Norrie è cruda, ma in quel momento stavo così. Ero in preda alla frustrazione, dopo tanto allenamento avevo provato una grande delusione e pensavo di aver esagerato con le aspettative, soprattutto in un torneo che solitamente gioco bene”.

"Sento finalmente gli effetti di tutto quello che ho fatto durante il lockdown. Posso giocare tre, quattro o cinque set come se niente fosse" Diego Schwartzman
Le fasi salienti dello straordinario match tra Diego Schwartzman e Dominic Thiem

Il giorno dopo si è riunito con coach Juan Ignacio Chela e lo stesso Orazi: “Abbiamo corretto quello che c'era da correggere. Era una situazione nuova, dopo mesi di preparazione intensa avevo un po' superato il limite. Allora abbiamo abbassato l'intensità degli allenamenti, ci siamo concentrati sul ritmo partita e adesso, finalmente, sento gli effetti di tutto quello che ho fatto durante il lockdown. Posso giocare tre, quattro o cinque set come se niente fosse”. Lo ha dimostrato contro Thiem, tenendo un livello altissimo in una di quelle partite che resteranno in mente. Nonostante uno Chatrier mezzo vuoto, si è annusata l'epica. Scambi lunghi, intensi, con le suole delle scarpe che hanno esplorato gli angoli più remoti del campo. E si sa che gli out, da quelle parti, sono enormi. Una vera battaglia, futuro classic sul canale Youtube del Roland Garros. Si può soltanto immaginare la soddisfazione, l'idea di onnipotenza provata quando Thiem ha smesso di lottare. “Per carità, ci sono giorni in cui il corpo non va, però è bello andare a letto tranquillo sapendo di aver dato tutto” ha detto Schwartzman. Lui non si è mai fermato: appreso del lockdown globale quando era a Indian Wells, è tornato a casa e si è concesso appena 3-4 giorni di riposo, salvo poi iniziare a lavorare sul fisico, senza trascurare yoga ed esercizi di meditazione.

Ho vissuto sentimenti contrastanti. Da una parte ho potuto fare tante cose che di solito non mi posso godere: casa, famiglia, fidanzata, cani... Però non sono potuto uscire ed è stato frustrante. Come tutti, ho avuto alti e bassi”. Si è dilettato con la cucina e la lettura, anche perché gli piacerebbe terminare gli studi, visto che il tennis gli ha portato via ogni altra attività. A fine carriera, tornerà sui libri. Per adesso si gode i successi contro i due più forti terraioli del mondo: prima di Thiem, aveva battuto Nadal al Foro Italico. Quello stesso Nadal che sarà il suo avversario venerdì, nella prima semifinale. Un Nadal abbordabile, provato dalle fatiche compiute nella notte per battere Jannik Sinner. Il precedente romano rappresenta una carica psicologica impressionante. Sa di potercela fare, e sa che sarebbe un risultato storico. “Anche se non so se essere fiducioso: la storia dice che contro di lui sono in svantaggio 10-1. Ma sento che in questa settimana lo posso battere, ed è molto importante”.

Diego Schwartzman lavora con l'ex preparatore atletico di Del Potro
"Sento di poter battere Nadal, ma con lui sono in svantaggio 10-1..."

In attesa di ufficializzare l'ingresso nella top-10 ATP, è entrato in un'altra speciale decina: quella degli argentini che hanno giocato almeno una semifinale Slam. Guillermo Vilas c'è arrivato dodici volte, Juan Martin Del Potro sei, mentre il Peque aggancia Puerta, Gaudio e Squillari. Manco a farlo apposta, tutti a Parigi. Lui può fare un passo in più, dando coraggio a quei brevilinei che vogliono provarci con il tennis. Certo, c'è bisogno di altre qualità, ma l'esempio di Schwartzman è lì a dimostrare che si può essere competitivi anche in tempo di giganti, di pivot NBA prestati al tennis. O, semplicemente, superuomini come Nadal, Djokovic e lo stesso Thiem. A parte l'altezza, argomento fin troppo dibattuto, la sua unica debolezza è la squadra del cuore: Schwartzman è un gran tifoso del Boca Juniors. Un paio d'anni fa ha coronato il sogno di mettere piede alla Bombonera, da protagonista. È accaduto durante il torneo di Buenos Aires, quando ha potuto giocare una partitella di calcio-tennis con alcuni colleghi, tra cui lo stesso Thiem. I due sono amici, al punto da violare i protocolli al momento del saluto: non solo l'incrocio di racchetta, ma qualche pacca e l'accenno di un abbraccio.

Anche per questo, Thiem non era nemmeno troppo dispiaciuto in conferenza stampa. “A parte la delusione, sono contento per lui”. La passione per il Boca è così grande da distrarlo durante la conferenza stampa dopo il successo a Rio de Janeiro, attualmente il suo titolo più importante. Osservava il cellulare durante le domande, era distratto. “Scusate, ma sto controllando il risultato del Boca...”. A Parigi non avrà problemi di questo tipo, perché i prossimi match si giocheranno nel pomeriggio europeo, e comunque il Boca è impegnato nella fase a gironi della Copa Libertadores. È già qualificato per gli ottavi e giocherà la prossima partita a Roland Garros ampiamente finito. Per il Duracell di Buenos Aires, discendente di immigrati di origine ebraica, potrebbe essere uno stimolo in più: vincere il Roland Garros ed essere accolto, il prossimo 22 ottobre, alla Bombonera. Da eroe, da trionfatore. Come accade soltanto ai miti.