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TECNOLOGIA

Anche i Masters 1000 (sul cemento) aboliranno i giudici di linea!

Hawk Eye Live sbarcherà anche nei Masters 1000, togliendo sempre più spazio ai giudici di linea: l'indiscrezione è data per certa da Tennis Majors. Il processo sembra irreversibile: le esigenze legate alla pandemia lo hanno soltanto velocizzato. E sulla terra rossa...

Riccardo Bisti
10 gennaio 2021

Il tennis è stato il primo sport a introdurre la tecnologia arbitrale. I gravi errori ai danni di Serena Williams, durante un match contro Jennifer Capriati, hanno accelerato l'introduzione di occhio di falco. Anni dopo, altre discipline hanno seguito l'esempio. Instant Review, VAR, Goal Line Technology... Chiamateli come volete, ma il principio è lo stesso: la tecnologia aiuta gli ufficiali di gara a ridurre – o azzerare – l'errore umano. Ancora una volta il tennis sarà precursore, stavolta nella riduzione del personale arbitrale. La sensazione è che il COVID abbia soltanto accelerato un processo irreversibile. Con l'arrivo di Hawk Eye Live, strumento in grado di sostituire i giudici di linea, unito alla necessità del distanziamento sociale, il 2020 ha portato lo Us Open ad abolire i giudici in 15 campi su 17, mantenendoli solo sui due principali. L'imminente Australian Open farà un passo in più: occhio di falco ovunque, abolizione completa dei giudici di linea. Dietro questa decisione ci sono le severe indicazioni delle autorità australiane, i cui paletti per lo svolgimento del torneo sono piuttosto rigidi.

Ma la tendenza è ormai chiara: secondo quanto informa Tennis Majors, Hawk Eye Live farà capolino anche in tutti i Masters 1000 sul duro. In altre parole, sei tornei su nove rinunceranno ai giudici di linea: Miami, Canadian Open, Cincinnati, Shanghai, Parigi Bercy e Indian Wells. La ragione ufficiale riguarda la riduzione di persone in loco, in modo da ridurre il rischio di trasmissione del virus. Ma c'è molto di più: utilizzato per la prima volta alle Next Gen Finals, lo strumento ha incontrato il favore dei giocatori. “Ne abbiamo parlato anche al Players Council – ha detto Kevin Anderson, che dovrebbe essere rieletto presidente – non sapevo che fosse una decisione già presa, ma sembra che si stia andando in questa direzione. Di certo sarà utilizzato all'Australian Open: funziona molto bene ed elimina qualsiasi protesta. La tecnologia sta prendendo piede in tutto il mondo, in diversi settori. Ha senso, soprattutto in questo periodo: probabilmente il COVID sta accelerando tutto, perchè riduce l'interazione umana”.

ASICS ROMA
"Con tutto il rispetto per la tradizione e la cultura del tennis, non vedo ragioni per cui un singolo torneo non debba adottare la tecnologia. I sistemi sono talmente avanzati che non c'è alcun motivo per mantenere i giudici di linea"
Novak Djokovic
Le scandalose chiamate ai danni di Serena Williams allo Us Open 2004

Una delle ultime vittime dei giudici di linea, dunque, dovrebbe restare Novak Djokovic. Il serbo è stato squalificato allo Us Open per un incidente che con Hawk Eye Live non si sarebbe mai verificato. Durante il Roland Garros, aveva preso posizione sull'argomento. Ed era a favore della tecnologia: “Con tutto il rispetto per la tradizione e la cultura del tennis, non vedo ragioni per cui un singolo torneo non debba adottare la stessa tecnologia che abbiamo visto al Western & Southern Open. I sistemi sono talmente avanzati che non c'è alcun motivo per mantenere i giudici di linea”. In realtà un motivo ci sarebbe: Hawk Eye Live causerebbe la perdita del lavoro di una categoria piuttosto numerosa. Tra l'altro, ogni giudice di sedia inizia il suo percorso professionale facendo il giudice di linea. “Infatti è qualcosa di cui bisognerebbe discutere: per ora la questione non è troppo urgente, ma in realtà è molto importante per ogni sport – ha ribadito Anderson – sono convinto che in futuro se ne parlerà parecchio”. In questo momento, occhio di falco fa fede (ma solo se richiesto dai giocatori) nei tornei su erba e cemento.

Con l'arrivo del meccanismo live, che peraltro stiamo vedendo in questi giorni a Delray Beach, la presenza dei giudici viene improvvisamente eliminata perché le chiamate vengono effettuate da una voce elettronica, registrata. Già decisa per i Masters 1000, la novità potrebbe essere estesa anche agli ATP 500. E non è da escludere che anche Wimbledon decida di utilizzarlo, anche in virtù delle probabili restrizioni. Se è vero che mancano sei mesi ai Championships, l'attuale situazione sanitaria (soprattutto in Gran Bretagna) non fa pensare a un rapido ritorno alla normalità. L'ultimo baluardo della tradizione rimane la terra battuta: per le sue caratteristiche (la possibilità di verificare il segno sul terreno), fino a oggi è riuscita a evitare l'arrivo della tecnologia. Tuttavia, non sempre la valutazione degli arbitri è convincente al 100%. Per questo, l'ATP ha autorizzato l'utilizzo della tecnologia in via sperimentale per sei tornei (due per per ciascuna categoria: 1000, 500 e 250). Anche in questo caso, i giocatori sembrano compatti per il sì. Dominic Thiem – voce influente – ha detto che sosterrebbe la novità “al 100%, anche sulla terra battuta”.

Oltre a dare l'esatto punto di rimbalzo, la tecnologia Hawk Eye è in grado di fornire diverse statistiche
Nel 2017, il torneo ATP di Metz è stato il primo a utilizzare la tecnologia Foxtenn

Secondo l'articolo di Simon Cambers, è la stessa Hawk-Eye a fare pressione sugli organi di governo tennistico, affinché il sistema venga approvato anche sulla terra battuta. Se è vero che c'è un margine d'errore di 3 millimetri, è altrettanto vero che non tutti i segni sono di facile interpretazione. E talvolta accade che ci sia disaccordo sul segno da controllare. Insomma, i benefici sembrerebbero maggiori rispetto ai lati negativi. Senza dimenticare la concorrenza: Foxtenn, la Volpe che ha sfidato il Falco, è già utilizzata in alcuni tornei e utilizza un sistema che consente di valutare l'esatto punto di rimbalzo (e non una simulazione virtuale della traiettoria), azzerando il margine d'errore.

Ed è proprio la tecnologia Foxtenn a essere utilizzata in via sperimentale sul rosso. A parte la battaglia a distanza tra i due colossi, l'impressione è che la strada sia ormai intrapresa. E non c'è il rischio di non formare giovani arbitri: per loro rimarranno sempre i tornei minori, da quelli giovanili fino alle fasce più basse del professionismo, per farsi le ossa e crescere nelle gerarchie interne. Ok, cambia il livello di stress, ma il lavoro è lo stesso. E poi, arrivati in cima alla piramide, si ritroveranno a fare i contabili dei match. Per nulla romantico, anzi, decisamente cinico. Ma non si può fermare un'onda che avanza.