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AUSTRALIAN OPEN

Computer Medvedev lancia la sfida a Djokovic

Una facile vittoria in tre set spinge Daniil Medvedev in finale: il tifo del pubblico non è bastato a riaccendere uno Tsitsipas un po' sfibrato. Per vincere il suo primo Slam, il russo dovrà battere Djokovic: “Quando è a posto, Nole non sbaglia mai. Dovrò fare altrettanto”.

Riccardo Bisti
19 febbraio 2021

Mica facile vincere 20 partite di fila in un'epoca come questa. A maggior ragione se dodici sono arrivate contro top-10. È il recente bilancio di Daniil Medvedev, quasi impeccabile nella semifinale dell'Australian Open contro Stefanos Tsitsipas. L'ha chiusa con un netto 6-4 6-2 7-5, pass per la finale contro Novak Djokovic. Sfidare il serbo a Melbourne è una delle più grandi sfide del tennis attuale. Non siamo ai livelli di Nadal al Roland Garros, ma Nole ha vinto otto volte in Australia, vincendo tutte le finali. Djokovic sta all'Australian Open come Federer a Wimbledon, con la differenza che non ha ancora perso finali nel catino della Rod Laver Arena. Ma questo Medvedev ha dalla sua uno stato di forma impressionante. Favorito dalla stanchezza fisica e mentale di Tsitsipas dopo il match contro Nadal, ha tirato la bellezza di 46 colpi vincenti (irrobustiti da 17 ace). Il più bello è stato un passante di rovescio nel penultimo game, festeggiato alzando entrambe le braccia e agitando le mani verso la folla.

Break decisivo, utile a strozzare in gola l'urlo del pubblico, tutto schierato per il greco. Un po' perché era pieno di immigrati greci, armati di voce e bandiere. Un po' perché la gente voleva assistere a un match più lungo, combattuto, magari con un po' di epica. In effetti Medvedev ha avuto bisogno di 75 minuti per prendere due set di vantaggio, dando al match un aspetto simile alla prima semifinale tra Djokovic e Karatsev. L'immagine simbolo dei primi due set è stato il gesto di stizza di Tsitsipas, che ha scaraventato una bottiglietta per terra al cambio di campo sul 5-2 nel secondo. La plastica si è distrutta all'impatto col terreno. Il calvario di Stefanos si è appesantito quando Medvedev si è portato 3-1 nel terzo set. Solo a quel punto, Tsitsipas ha provato a rendere le cose interessanti. Ha vinto tre game di fila, cogliendo l'unico break della sua partita.

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"Quando Djokovic è in the zone non sbaglia mai. Io dovrò fare altrettanto" Daniil Medvedev

Il pubblico si è scaldato, ma Medvedev ha una certa esperienza nell'esaltarsi quando la gente gli tifa contro. E così ha terminato il compito senza soffrire troppo. “Domenica troverò uno dei più grandi” ha detto il russo, alla seconda finale Slam dopo quella dello Us Open 2019, persa in cinque set contro Nadal. “Non è stata la mia miglior partita del torneo – dice Medvedev – contro Rublev è stata ancora migliore, anche se ovviamente ho giocato bene. Quando batti tutti è fantastico per la fiducia, perché gli altri iniziano ad avere paura di te. Allo stesso tempo, però, sono ancora più motivati a batterti”. Medvedev ha confermato una superiorità abbastanza netta su Tsitsipas, battuto per la sesta volta in sette scontri diretti.

Solo l'influenza del pubblico gli ha creato qualche problema. “Probabilmente è stata la mia prima partita dopo Marsiglia 2020 davanti a così tanta gente – ha detto il russo – quando ci sei abituato il tifo per l'avversario non è un problema, ma stavolta mi è entrato un po' in testa”. Poco male, anzi, è stato un ottimo allenamento in vista di domenica. La comunità serba di Melbourne è altrettanto rumorosa, e forse l'Australian Open è uno dei pochi tornei in cui Djokovic non ha la sensazione di giocare in trasferta. “Sicuramente Nole parte favorito perché ha vinto qui otto volte. Io sarò lo sfidante, ma mi piace giocare contro di lui”.

Il servizio sta dando una grossa mano a Daniil Medvedev: contro Tsitsipas ha tirato 17 ace

I precedenti gli danno respiro. Il bilancio è 4-3 per Djokovic, con l'ultimo match vinto da Medvedev alle recenti ATP Finals. “Forse lui non era al meglio, però abbiamo spesso avuto match tosti, anche quando io ero numero 60. Credo che entrambi avremo pressione: lui vuole il 18esimo Slam, io voglio conquistare il primo. I precedenti? Se fossimo 10-0 potrei pensare che non ho molte chance, ma avendoci giocato sette volte e con questi risultati penso che ogni match sarà diverso. Ed è molto meglio avere questa esperienza che non averci mai giocato. Quando affronti certi campioni per la prima volta è diverso... guardate cosa è successo a Karatsev”. La partita contro Tsitsipas non ha mai avuto reali incertezze sull'esito finale, dunque buona parte delle domande sono scivolate sulla finale di domenica.

Nel rispondere a qual è il compito più difficile nell'affrontare Djokovic, non ha avuto dubbi: “Quando è in the zone non sbaglia mai. Io dovrò fare altrettanto. Per questo alcune nostre partite sono state fantastiche. A volte mi è capitato di rivedere gli highlights e ho pensato che fosse un livello eccezionale”. Ne avrà un gran bisogno anche stavolta, ma sembra che non gli manchi nulla. Il suo sistema operativo è pronto, come sostiene la sua psicologa Francisca Dauzet, secondo cui “la mente di Daniil è molto complessa, come un computer. Dentro ci sono moltissime cose e le può unire tutte in un secondo”. Sarà un'arma in più, anche se dovrà evitare che gli si rivolti contro. Il rischio di un cortocircuito è sempre dietro l'angolo.