The Club: Bola Padel Roma
L'INTERVISTA

Potito Starace tra tennis, padel e voglia di giustizia

Potito Starace è ancora nell'ambiente: gioca la B1 per Gaeta, si diletta col padel e ha ricevuto richieste per allenare. Ma ha ancora un peso: la squalifica di 10 anni "per una questione che non esiste. Il 21 settembre si pronuncerà il CAS: a cose fatte, finalmente, parlerò".

Valentina Guido
19 giugno 2021

“Ancora giochicchio. Mi piace ancora”. Nonostante si sia ufficialmente ritirato nel 2018, travolto da una squalifica di 10 anni per un presunto illecito, Potito Starace non si può considerare un ex a tutti gli effetti. L’ex numero 27 ATP (best ranking toccato nel 2007) fa parte della squadra del Circolo Tennis Gaeta (impegnata in Serie B1), e allo stesso tempo gioca la Serie A1 di padel con i romani del Due Ponti. Lo abbiamo incontrato a Sassari, durante la sfida tra CT Gaeta e Torres Tennis (il più antico circolo di tennis dell’Isola). Dopo il doppio 6-1 al giovanissimo Andrea Cherchi, si è concesso questa chiacchierata. Tra le altre cose, ha parlato del famoso caso scommesse: “È stato il periodo più duro della mia vita. Ora abbiamo finalmente una data per la sentenza del CAS di Losanna: è il 21 settembre”.

Il suo presente tennistico si chiama CT Gaeta.
Sì, e ne sono contento. Gaeta è un ambiente che conosco da tempo e in cui mi trovo bene. Il presidente del circolo è un amico: per questo ho scelto di giocare qualche partita, mi diverto ancora nelle occasioni in cui vengo chiamato in causa.

Il 2004 è stato l’anno del suo lancio a livello internazionale. Cosa ricorda?
Il momento più bello è stato quando, dopo aver giocato tanti tornei challenger, mi sono trovato su scenari importanti come il Roland Garros. Per me è stato il primo torneo del 2004 dopo la vittoria di un Challenger. Mi qualificai e giocai un ottimo torneo. Al primo turno vinsi contro Tursunov, poi contro il numero 1 di Francia Grosjean: io ero circa 200 del mondo, lui era 10. Arrivò tutto all’improvviso. È stata un’emozione incredibile,la ricordo ancora oggi. Da lì ho iniziato a giocare molto bene, a essere più consapevole dei miei mezzi. Ci sono state anche brutte sconfitte, però sono arrivato al numero 27 del mondo e sono contento di quello che ho fatto.

La sua più grande soddisfazione?
Non ce n’è una sola. Direi essere stato tra i primi 50 nell’era di Federer, Nadal e Djokovic, l’epoca dei più forti di sempre.

ASICS ROMA
"Un giorno finirà tutto e parlerò. Sono convinto che andrà tutto bene. Potrò parlare e raccontare ciò che è successo... e ciò che non è successo."
Potito Starace

Potito Starace aveva buone qualità anche sui campi rapidi: lo ha dimostrato alle Olimpiadi di Pechino, mettendo in difficoltà Rafael Nadal

Il suo maggior rimpianto?
Aver giocato troppo poco sulle superfici rapide: avrei potuto fare bene. Preferivo giocare sulla terra, ma sbagliavo: avrei potuto giocare più partite e imparare di più sul veloce, ma è andata così. A parte questo non cambierei niente. Passano gli anni e ti dici: “In quel match avrei potuto fare diversamente”, però è inutile ricordare le partite. Invece è sempre bello ricordare chi sei stato, cosa hai fatto, quanto hai vinto e quanto hai dato all’Italia.

Per la Coppa Davis cosa si aspetta?
Abbiamo ottimi giocatori e buone possibilità di vincerla. Per vincere la Coppa Davis ci vuole una grande squadra e noi ce l’abbiamo, poi un pizzico di fortuna ci vuole sempre. Filippo, che è un amico, sicuramente sarà un ottimo capitano. Speriamo bene, forza Italia!

Proprio la Coppa Davis evoca ricordi legati alla Sardegna. Che memoria ha di quel periodo?
La Sardegna evoca tanti bei ricordi da Junior, ma quello più importante è legato alla Coppa Davis contro la Slovacchia. Non solo la partita vinta contro Hrbaty, ricordo anche un bel doppio perso ma giocato molto bene con Flavio Cipolla. Perdemmo al quinto set ma riuscimmo a portare il risultato a casa 3-1 perché Fognini vinse il giorno dopo con Hrbaty (era marzo 2009, ndr).

Proviamo a fare qualche pronostico: chi sarà il primo italiano a vincere un torneo del Grande Slam e quando?
Vincere uno Slam non è facile. Abbiamo tanti giocatori forti, questa è la cosa bella di adesso. Tutte le settimane uno dei nostri vince un torneo o fa un buon risultato. Sonego è arrivato in semifinale a Roma battendo due top-10. Me lo aspettavo, perché Sonego è un giocatore molto forte e ha una testa enorme, è un combattente, un gladiatore, non molla mai ed è convinto di poter battere tutti. E questa credo sia la cosa più importante nel tennis e in tutti gli sport individuali.

Torna il torneo ATP Challenger di Napoli dopo 5 anni di assenza. Le fa piacere?
Una bella cosa dopo tanti anni. L'ho vinto quattro volte e ci ho sempre giocato bene. Sono cresciuto lì da ragazzino, ho tanti bei ricordi d’infanzia e di quando sono diventato giocatore.

Coetaneo di Roger Federer, Potito Starace compirà 40 anni il prossimo 14 luglio

La sfida a Federer a Roma 2006: al microfono c'era anche il suo comapgno di doppio Daniele Bracciali, con il quale ha condiviso anche la disavventura disciplinare di cui ha parlato in questa intervista

Parliamo del caso scommesse: dopo 7 anni e tre assoluzioni, è in attesa del giudizio del Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ritardato dal coronavirus. Come ha vissuto questo calvario giudiziario?
È una storia complicata, pochi la conoscono nei suoi sviluppi attuali. È un film horror, una cosa che non esiste. Non c’è assolutamente nulla, tanto è vero che dopo la squalifica, ho avuto tre assoluzioni anche nella giustizia ordinaria. Per me era tutto finito, invece l’ATP ha fatto lo stesso un processo, riuscendo a soverchiare la giustizia sportiva e penale italiana. Spero che possa avere una fine. Due anni fa era previsto un appello a Losanna, ma durante la notte è venuto a mancare il giudice. Poi abbiamo rinviato molte volte per la Covid, adesso abbiamo finalmente una data: il 21 settembre. Spero che venga fatta giustizia perché sono passati 7 anni. Da innocente, dico che per me è stata molto dura soprattutto all’inizio. Ho avuto l’aiuto di tante persone che mi sono state vicine. È stato il periodo più duro della mia vita, inaspettato. Scrivevano di tutto, tante cattiverie, cose inventate da tutte le parti. Ma un giorno finirà tutto e parlerò. Sono convinto che andrà tutto bene. Potrò parlare e raccontare ciò che è successo... e ciò che non è successo. Tanti già sanno che non è accaduto assolutamente niente, ma molte persone - leggendo i giornali - potrebbero pensare che è successo qualcosa. Non è così.

Sappiamo che come coach ha ricevuto tante richieste. Da chi?
Da un po’ di giocatori italiani e anche stranieri, ma non mi va di fare nomi.

Se potesse scegliere, chi vorrebbe allenare, eventualmente anche tra le ragazze?
Sicuramente preferirei allenare uomini. Non saprei ancora chi: non ho una preferenza.

Come se la cava a padel? Tra l’altro ha anche un’attività imprenditoriale, come sta andando?
Gioco la serie A1 con Due Ponti, il circolo romano in cui lavoro come maestro di tennis con gli agonisti. A febbraio di quest’anno ho aperto 4 campi coperti ad Arezzo, l’attività sta andando molto bene, ci sono moltissime richieste.

Si diverte di più giocando a padel?
A padel si gioca in due ed è meno faticoso del tennis. Se ho voglia di divertirmi, faccio una partita di padel, non certo di tennis!