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LA STORIA

Luca, 25 anni. Manager di top-100 ATP

Partito dalla provincia di Milano, senza conoscenze né raccomandazioni, Luca Cozzi è diventato in breve tempo manager per conto della multinazionale Octagon. Ha messo sotto contratto Tim Van Rijthoven (che tre mesi dopo ha vinto un titolo ATP) e ha pescato una ragazzina super-promettente. Una storia che lancia un bel messaggio: la meritocrazia esiste ancora.

Riccardo Bisti
4 febbraio 2023

C'è stato un momento in cui il regista della BBC si è accorto che non c'era soltanto Novak Djokovic. Quando Tim Van Rijthoven gli ha portato via il secondo set negli ottavi di Wimbledon, hanno preso a inquadrare più spesso sia lui che il suo clan, assiepato nel players box del Centre Court. In quel momento, gli amici e i conoscenti di Luca Cozzi hanno avuto un sussulto. Che ci faceva lì? Perché proprio nel box di un tennista olandese? Ad appena 25 anni di età, il ragazzo di Parabiago lavora già per la multinazionale Octagon. Ed è stato lui a mettere sotto contratto Van Rijthoven, per il quale ricopre il ruolo di manager.

Italiano, 25 anni, manager di tennisti per conto di una delle società più importanti: ce n'è a sufficienza per raccontare la storia di Luca. Una bella storia, di quelle che inorgogliscono. Perché dimostra che si può fare carriera anche se si parte dalla provincia di Milano, senza conoscenze né raccomandazioni. Solo grazie a tenacia, un pizzico di fortuna e tanta bravura. “Mi sono appassionato al tennis intorno ai 7-8 anni d'età, sull'onda dei primi successi di Rafael Nadal – racconta Cozzi, che oggi (quando non è in giro per il mondo) fa base a Barcellona – sognavo di fare il professionista, ma poi arrivi a un'età in cui capisci chi sono quelli davvero forti. E poi ho sempre continuato a studiare”. Classificato 3.1 a 15 anni di età, quando si è reso conto che il professionismo non sarebbe stato un traguardo realistico, ha avuto una folgorazione. Si è reso conto che gli sarebbe piaciuto occuparsi di gestione atleti, possibilmente ad alti livelli.

Ma c'era un problema: era un ragazzo come tanti e non conosceva nessuno nell'ambiente. “Allora mi è venuta un'idea: provare a contattare i circoli della mia zona e proporre un aiuto per le gare a squadre. Mi sarei occupato di contattare i tennisti, svolgendo le negoziazioni per conto dei circoli. Però ero ancora minorenne e non avevo chissà quale credibilità. All'inizio ho fatto anche cose non troppo professionali”. Forse, ma che denotavano passione e tenacia feroci: scandagliava Facebook e Instagram, contattando una serie di giocatori compresi tra la 300esima e la 500esima posizione ATP, proponendo di giocare qualche partita nei campionati a squadre italiani. Il primo che è riuscito a piazzare è stato il polacco Andriej Kapas, che oggi ha 33 anni ed è stato al massimo numero 323 ATP. “Ricordo l'enorme tensione quando si presentò al circolo, non sapevo ancora bene come funzionassero le cose e lui mi faceva un milione di domande. Col tempo ho scoperto che le mie preoccupazioni erano infondate: gli atleti sono super-abituati a queste cose, così come i circoli sanno che possono arrivare forfait dell'ultim'ora. Ma all'epoca le vivevo come cose gigantesche”. Oggi Luca non svolge più questo tipo di attività, ma tiene a precisare che c'è stato il suo zampino nel tesseramento di Oriol Roca Batalla per il Tennis Club Sinalunga. E lo spagnolo ha contribuito al successo del club toscano in A1. “Sette anni fa sarebbe stato un sogno”. Inutile aggiungere che, se controllate la rosa del TC Sinalunga, troverete anche Tim Van Rijthoven.

PRIMA

"Sono infinitamente grato a Carlo Alagna: non solo ha creduto in me, ma mi ha dato una chance che nelle grandi società è impossibile: lavorare al fianco del capo
Luca Cozzi

Il trionfo di Van Rijthoven al torneo ATP di 's-Hertogenbosch. In finale ha battuto l'allora n.2 Daniil Medvedev

Le esperienze da baby-manager a km zero gli avevano fatto capire che non bastavano passione e bravura. Per lavorare in questo mondo serviva un ingrediente fondamentale: le conoscenze. “Vicino a casa mia si giocava un ATP Challenger, così ho pensato di prendere contatto con l'organizzazione”. Il torneo in questione è l'ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, in campo presso l'ASPRIA Harbour Club di Milano, una delle classicissime dell'estate italiana. Si gioca dal 2006 ed è organizzato dalla Makers, vivace società di eventi (non solo tennistici) gestita da Carlo Alagna. Intuite le capacità di Cozzi, lo ha subito gettato nella mischia. “Non avevo un ruolo specifico, si può dire che fossi il braccio destro di Carlo. La Makers è una società piccola, i pochi fissi fanno un po' tutto e non c'erano ruoli definiti. Io seguivo lui e le responsabilità sono aumentate giorno dopo giorno. Per il torneo, Carlo si occupava dell'aspetto commerciale (per il quale ha doti innate), mentre io ho dato un buon contributo nella gestione organizzativa. Gli sono infinitamente grato: non solo ha creduto in me, ma mi ha dato una chance che nelle grandi società è impossibile: lavorare al fianco del capo”. Sin dal primo giorno, Alagna sapeva delle aspirazioni di Cozzi ed è stato il primo a gioire per il suo passaggio in Octagon, anche se ha sussurrato – nemmeno a voce troppo bassa - “È stata una grande perdita”. Dopo anni di gavetta, il destino ha bussato alla porta di Cozzi. Nel 2021, Makers si è aggiudicata una licenza temporanea per organizzare un torneo WTA a Courmayeur. Carlo Alagna direttore del torneo, Luca Cozzi braccio destro.

Gli incastri sono quasi da fiaba: “Alla vigilia ricevetti una mail da una persona che non conoscevo: avevo intuito per chi lavorasse perché aveva una mail griffata Octagon. Mi fece una proposta per portare una giocatrice (di altissimo livello, ve lo assicuriamo, ndr) nel nostro torneo. In questi casi non si tratta solo di ingaggi, ma anche di questioni logistiche: magari chiedono un auto privata, una stanza in più o facilitazioni di vario genere. La cosa buffa è che nel caso specifico dovetti dire di no. Ad ogni modo ebbi una conversazione con lui e a fine torneo, consultando Linkedin, mi accorsi che c'era una posizione aperta proprio a Octagon. Ci siamo risentiti... ed eccomi qui. Quando abbiamo raccontato – anche alla giocatrice stessa – come ci eravamo conosciuti, siamo tutti scoppiati a ridere”. Ad appena 24 anni, dunque, Cozzi si è trovato a lavorare per un'azienda leader nella gestione di sportivi e personaggi famosi. Octagon esiste da 40 anni e ha sede negli Stati Uniti, a mezz'ora da Washington. “Anche se nello Stato del Virginia” precisa Cozzi. “Inoltre si occupa anche di eventi: nel tennis abbiamo le licenze dei tornei ATP di Kitzbuhel, Santiago, Cordoba ed 's-Hertogenbosch, oltre a una decina di tappe WTA”. Ma per Luca c'è la parte di gestione atleti, super-impegnativa. Octagon offre ai propri clienti un pacchetto completo: tutela legale, sanitaria e servizi a 360 gradi. “Oltre alla costruzione di una strategia comunicativa per promuovere l'immagine del cliente, tra rapporti con gli sponsor e visibilità sui media”.

Cozzi insieme a Samsonova e Paolini in cima al Monte Bianco, durante il torneo WTA di Courmayeur. Quella settimana gli ha cambiato la vita.

Classe 2008, Iva Lakic è l'ultima intuizione di Cozzi: l'ha pescata a un torneo Under 14 in Portogallo

Poche settimane dopo il suo ingresso, ha avuto l'intuizione d'oro: “Conoscevo Tim Van Rjthoven da qualche anno, mi ero presentato in occasione di un Challenger in Italia, proponendogli di firmare con il TC Sinalunga. La cosa è andata in porto, e ha giocato anche un match con loro”. Non si sono sentiti per un po', ma appena entrato in Octagon ha subito pensato a lui. Lo è andato a trovare al Challenger di Torino del febbraio 2022. “Abbiamo avuto una buona conversazione. Ho discusso con il suo team, la federazione olandese... e gli ho fatto una proposta. Sono bastati una decina di giorni affinché accettasse, e così siamo partiti. La sensazione è che noi avessimo più aspettative di lui”. In effetti l'olandese era intorno al numero 200 ATP e si sentiva un po' perso: dopo una buonissima carriera junior era stato vittima di tanti infortuni che lo avevano tenuto lontano dal tennis che conta. “È un ragazzo timido, severo con se stesso. Conosce le sue potenzialità... ma finché non vede, non crede. Non si mette troppa pressione addosso, ma crede di valere i top-50 ATP”. Tre mesi dopo, la sua vita è cambiata in poche settimane: ha vinto il torneo ATP di 's-Hertogenbosch, poi ha colto la seconda settimana a Wimbledon e sfidato Djokovic. Se avessero assegnato i punti, oggi sarebbe abbondantemente tra i top-100 ATP, invece si è fermato al numero 101 (oggi è 107). Poco importa: il 2023 sarà una stagione decisiva. E al suo fianco ci sarà Luca Cozzi, che il 9 luglio compirà 26 anni, dunque è più giovane di due mesi rispetto al suo assistito. “Il mio lavoro non conosce routine – racconta – bisogna sempre tenere la mente attiva, parlare con vari interlocutori senza fermarsi mai. Da una parte si gestiscono cose noiose come i visti, le prenotazioni alberghiere, le auto, le iscrizioni ai tornei, la consegna del materiale... dall'altra si creano contatti e opportunità di mercato come esibizioni, apparizioni TV, radio, podcast. Senza dimenticare le negoziazioni con i brand: una buona strategia è la chiave del successo commerciale, quindi non si possono accettare tutte le proposte”.

Già, perché nonostante sia alle spalle di Griekspoor e Van de Zandschulp in classifica ATP, è proprio Van Rjthoven il più ricercato dai media olandesi. “Tutti lo vogliono! Ci sono TV che lo inseguono da giugno. A volte bisogna dire di no, anche perché lui è piuttosto riservato. Semmai bisogna trovare una buona strategia per renderlo popolare anche al di fuori dall'Olanda, Paese in cui il tennis è davvero molto seguito”. Ma il lavoro di Cozzi non si limita all'olandese: come ogni manager che si rispetti, trascorre buona parte del suo tempo in cerca di giovani talenti da mettere sotto contratto. Le aziende, infatti, preferiscono investire su giovanissimi dal gran potenziale piuttosto che su top-100 già affermati ma che – con ogni probabilità – hanno già dato il meglio. E allora quelli come lui frequentano gli Slam junior ma anche tornei più piccoli, compresi Under 12 e 14. Octagon ha una rete capillare che permette la presenza in tutti gli eventi giovanili. Tra loro c'è Cozzi, che circa un anno fa ha avuto un'illuminazione durante un torneo di Tennis Europe a Maia, in Portogallo. “Vidi una ragazzina giocare molto bene. A differenza di quasi tutte le ragazze, che giocano piatto, usa tutte le rotazioni e sa andare a rete. Inoltre varia il ritmo con il back e la smorzata”. La ragazza in questione si chiama Iva Lakic, proviene dal Montenegro, è classe 2008 ed è stata messa sotto contratto da Octagon. Se fate un salto sul suo profilo Instagram, alla voce contatti troverete proprio la mail di Cozzi. “Dire che gioca bene è fin troppo banale, ma devo dire che per la sua età è davvero completa. Come tipologia di giocatrice, mi ha un po' ricordato la Swiatek”. Non sappiamo dove arriverà Iva Lakic, così come non conosciamo il futuro di Tim Van Rijthoven o dei tennisti che Luca metterà sotto contratto. Ma sappiamo che questa era una bella storia, di quelle che restituiscono ottimismo in tempi difficili. Raccomandazioni e brutture ci sono e ci saranno sempre. Eppure passione, bravura e coraggio pagano ancora. Le qualità che hanno permesso a Luca Cozzi di coronare il suo sogno.