The Club: Bola Padel Roma
LA STORIA

La Russia piange, ma c'è Ksenia all'orizzonte

Le ultime decisioni hanno messo in ginocchio il tennis russo. Ma dall'accademia di Patrick Mouratoglou sta emergendo una grande speranza: si chiama Ksenia Efremova, ha 12 anni e non si accontenterà di diventare n.1. Vuole diventare una leggenda. Ha superato il trauma della morte del padre vincendo un torneo. 

Riccardo Bisti
3 marzo 2022

Nonostante le vittorie sul campo, è un momento triste per l'intero sport russo. La cancellazione di loghi, inni e bandiere (oltre alla squalifica delle squadre nazionali) rimanda a un passato che pensavamo di aver cancellato. Tutti sperano che l'orrore di questi giorni finisca il prima possibile. E gli incolpevoli atleti russi possano tornare a giocare per la propria nazione. La protagonista di questa storia ha appena 12 anni e forse non ha piena consapevolezza di quello che sta succedendo, ma potrebbe essere lei – in un futuro troppo lontano – il simbolo di una resurrezione. In fondo, Ksenia Efremova non aveva ancora compiuto tre anni quando la madre si rese conto che la figlia poteva diventare una star del tennis. Un pomeriggio, mentre il fratello maggiore si allenava, Ksenia raccolse una delle sue racchette e iniziò a colpire più palline possibili. Sul campo c'era anche mamma Julia, classe 1985 ed ex n.285 WTA (best ranking ottenuto quando si faceva chiamare ancora con il cognome da nubile, Vorobeva. Qualche tempo dopo avrebbe sposato il suo allenatore Alexey Efremov, prendendo il suo cognome. Dalla loro unione sarebbe nata Ksenia). “Rimasi stupita perché tutti i suoi colpi attraversavano la rete ed eseguiva i movimenti perfettamente.

In quel momento mi sono detta che era il momento di iniziare a lavorare con lei, ma non è stata una mia scelta. La sua carriera è iniziata in quel modo, in quel momento”. Pur essendo ancora in età da scuola media, oggi ha già mille occhi puntati addosso. 38.000 persone la seguono su Instagram (il profilo è curato dalla madre, ci mancherebbe...), inoltre è già sponsorizzata da aziende importanti come Nike e Yonex, contratti ottenuti tramite il colosso IMG. Non è un caso che abbia puntato su di lei Patrick Mouratoglou. Con la carriera di Serena Williams agli sgoccioli, sta lavorando principalmente con la sua accademia. E provare a pescare, perché no, una nuova giocatrice da seguire in giro per il mondo. L'accademia organizza costantemente settimane di selezione, in cui aspiranti campioni sbarcano in Costa Azzurra da ogni parte del mondo per guadagnarsi un posto. Si tratta della Champ Seed Foundation, inaugurata nel 2014. Quando i ragazzi arrivano, vengono monitorati sul piano fisico, tecnico e mentale. “Li vediamo in allenamento e in partita, poi decidiamo se aiutarli o meno – dice Mouratoglou – ovviamente non possiamo aiutare tutti, ma facciamo del nostro meglio con quelli che riteniamo dotati di un buon potenziale”.

ASICS ROMA
«Quando in allenamento vedo qualcosa che non mi piace, le chiedo che cosa desidera dal tennis. E lei mi risponde: 'Voglio diventare una leggenda'. Non le basterà essere la migliore» 
Julia Efremova

Un bel servizio realizzato da Tennis Majors sul mondo di Ksenia Efremova

Le giovani promesse che accedono al mondo Mouratoglou hanno accesso a un coach, un preparatore atletico e un team medico sin da quando hanno nove anni. Piccoli professionisti in ogni senso. Hanno effettuato un percorso del genere campioni affermati come Stefanos Tsitsipas, Coco Gauff e Alexei Popyrin. Quando ha visto la Efremova per la prima volta, Mouratoglou ha percepito la stessa sensazione avuta anni prima dalla madre. “Ha un potenziale incredibile e non le manca nulla. Basta dare un'occhiata ai suoi social media per apprezzare le sue qualità atletiche. Fa le spaccate, è un'ottima ballerina... può fare qualsiasi cosa oltre al tennis”. Ma è con racchette e palline che Ksenia ha deciso di investire. “Si muove molto bene e probabilmente diventerà alta come la madre. I suoi colpi sono fantastici, la sua tecnica è pulita ed è già in grado di colpire la palla con grande anticipo. È aggressiva ed è già un'ottima agonista. Osservando il pacchetto completo, ci si rende conto che è fantastica”. Il vantaggio di Ksenia è la polivalenza: pur avendo giocato a tennis sin da piccola, ha praticato diversi sport che le hanno fornito resistenza e flessibilità, qualità molto importanti nel tennis. Come Camila Giorgi, ha iniziato con la ginnastica. E c'è stato un periodo della sua infanzia in cui dedicava tre ore a capriole e volteggi rispetto a una sola di tennis. Mouratoglou è d'accordo con questa scelta: a suo dire, i ragazzini che possiedono il sacro fuoco dell'agonismo non devono consumarlo lavorando ore e ore sul campo da tennis. “C'è stato un periodo in cui giocava solo tre volte a settimana e non l'abbiamo forzata col tennis. L'abbiamo spinta a fare altre cose: lezioni di ballo, nuoto, inglese e persino breakdance”.

La bionda Ksenia ha già imparato a fronteggiare la pressione che inevitabilmente arriverà quando le chiederanno di tramutare queste attenzioni in risultati e guadagni. Senza dimenticare quella che si metterà da sola, per pura ambizione personale. Secondo Mouratoglou, il suo percorso potrebbe ricalcare quello della Gauff, che appena compiuti i 14 anni faticava ad accettare le norme WTA, che impongono alle minorenni un numero limite di tornei professionistici. È una regola antica, nata nel cuore degli anni '90 per evitare che si creassero nuovi casi Capriati. Forse un po' anacronistica, perché i tempi sono cambiati e difficilmente una baby-professionista di oggi finirebbe a rubare bigiotteria o a fumare marjuana. Ad ogni modo, la Efremova non potrà giocare tornei validi per la classifica WTA fino al compimento dei 14 anni. Intanto stanno cercando di abituarla alla pressione, anche attraverso il fallimento e con esercizi specifici. Ai bambini della Mouratoglou Academy viene chiesto di verbalizzare le emozioni che provano prima di una partita. “So perfettamente che fallire non è una buona cosa, e il nostro compito è condurli al successo – dice Mouratoglou – ma sappiamo che la strada verso il trionfo è piena di delusioni. È giusto che i fallimenti ci siano, ma devono essere usati nel modo corretto per cercare di migliorarsi. Quando i nostri ragazzi falliscono a causa della pressione, devono sapere esattamente come si sentivano prima della partita. Devono riconoscere quella sensazione ed esprimerla, in modo che noi li possiamo aiutare a lavorarci su”.

Ksenia Efremova ha vinto 4 tornei Tennis Europe nel 2021 e già due nel 2022, tutti nella categoria Under 14

Pochi giorni dopo la morte del padre, la Efremova ha vinto un torneo Under 14 a Norrkoping, in Svezia

La capacità di gestire le aspettative è un talento, quasi come l'efficacia di un dritto o un rovescio. La Efremova ha evidenziato miglioramenti importanti da quando si è stabilità a Biot, nei pressi di Antibes, laddove sorge il tempio del coach francese. Oltre alle aspettive esterne, la Efremova è molto severa e chiede molto a se stessa. D'altra parte, da bambina aveva vinto 17 tornei di fila. “Si aspetta sempre di vincere, per lei non c'è altra opzione che vincere tornei”. Dovranno essere bravi a gestirla, perché a quell'età provava una sensazione simile il nostro Gianluigi Quinzi, la cui travolgente carriera giovanile non è stata altrettanto brillante tra i professionisti. Scottati dalla vicenda del marchigiano, restiamo un po' perplessi nel leggere le dichiarazioni di mamma Efremova. “Conosco la sua personalità. So chi è. So quanto lavora e quanto desideri il successo. E so quanto ci crede. Non ha dubbi nella sua mente e le sue ambizioni sono molto chiare. Dal profondo del mio cuore, sono che diventerà la migliore. Potrebbe giocare contro Federer e sono certa che proverebbe a vincere”. Volendo credere alla madre, le ambizioni di Ksenia sono ai limiti del folle. A quell'età si sognano gli Slam e diventare numero 1 del mondo.

A sua figlia non basta: “Quando in allenamento vedo qualcosa che non mi piace, le chiedo che cosa desidera dal tennis. E lei mi risponde: 'Voglio diventare una leggenda'. Non le basterà essere la migliore”. Con il tempo scopriremo come invecchierà questo aneddoto. Ma la determinazione della Efremova, in effetti, sembra fuori dal comune. Di recente era impegnata a un torneo internazionale in Svezia. Durante l'evento, mamma Julia scoprì che il marito era morto a causa di un linfoma, contro cui aveva combattuto per diversi anni. Doveva decidere se comunicarlo o meno alla figlia, nel bel mezzo di un torneo. Alla fine ha scelto di farlo. “Si è messa a piangere, era scioccata. Mi ha chiesto se lo avrebbero potuto risvegliare. Quando gli ho detto che suo padre era già in cielo, le ho proposto di abbandonare il torneo e rientrare a casa. Non ha avuto dubbi: ha scelto di restare fino alla fine”. Ovviamente ha vinto il torneo, giocando la finale venerdì 3 dicembre 2021, appena sei giorni dopo la scomparsa del padre. Sul suo account Instagram gli ha dedicato il successo. “Vivrai sempre nel mio cuore come la persona più forte dell'universo. Farò di tutto per realizzare i tuoi sogni, e so che li vedrai dall'alto”. La madre non è rimasta sorpresa dalla decisione. A suo dire, ha ereditato quel carattere proprio dal padre. “E sono certa che lui avrebbe approvato. Ksenia porta avanti il suo spirito. È una persona molto forte, proprio come era Alexey”. E la Russia, in tempi bui, ha trovato una speranza a cui affidarsi per il futuro.