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NITTO ATP FINALS

La Notte Magica di Jannik Sinner

In un contesto da fiaba, Sinner gioca la migliore partita in carriera e batte Novak Djokovic al tie-break del terzo. In tre ore di lotta ha messo tutto quello che aveva: qualità, forza, lucidità, attenzione. E ha avuto più coraggio del serbo, bloccando la sua striscia di 19 vittorie di fila.

Riccardo Bisti (Foto di Felice Calabrò)
15 novembre 2023

Con una licenza dalla fredda razionalità possiamo dire che sì, la notte del 14 novembre 2023 resterà nella memoria perpetua del nostro tennis. A parte quello che significa per il torneo e per la carriera di Jannik Sinner, il suo successo contro Novak Djokovic ha definitivamente sdoganato l'altoatesino nella cultura pop del nostro Paese. Il clima da stadio del Pala Alpitour (a volte eccessivo), il sold out, la diretta TV in chiaro, l'atmosfera da grande evento... non hanno spaventato Jannik. Anzi, lo hanno esaltato e condotto al 7-5 6-7 7-6 che gli ha permesso di battere il numero 1 del mondo. Un match fantastico, stellare, in cui i numeri sono validi alleati, ma non bastano a raccontare la qualità di una partita spettacolare, di quelle (e non sono molte) che lasciano incollati allo schermo. Jannik e Novak hanno nutrito il pubblico dell'essenza più pura del gioco. Ma non bastava la qualità: il risultato contava maledettamente. Vincere, e farlo in questo modo, ha scaldato persino un finto distaccato come Adriano Panatta, al commento come spalla tecnica su Rai Due.

“Questo ragazzo è l'erede di Djokovic. E diventerà numero 1” ha detto, mentre Jannik si prendeva l'abbraccio del Pala Alpitour in delirio, in un gioco di luci, musica e colori con parecchie tracce arancioni, e non solo per la presenza dei Carota Boys, ormai fenomeno di costume nella Torino tennistica. “Grazie a tutti” ha scritto Jannik sulla telecamera, salvo poi mantenere la sua fredda razionalità (lui sì) nell'intervista sul campo e in quelle successive, fino a una conferenza stampa che si è tenuta all'1.33. Non aspettiamoci frasi memorabili, ragionamenti fantasiosi, parole al miele o al vetriolo. “Quando hai 22 anni puoi solo imparare e migliorare – ha detto – quest'anno ho svolto un processo molto efficace, mi sono allenato molto durante i tornei e non ne ho giocati alcuni per migliorare e presentarmi al meglio in quelli più grandi. A Wimbledon avevo detto che mi ero sentito più vicino a Djokovic, ma oggi avrei anche potuto perdere in due set... Non sai mai cosa può succedere”.

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«Questo ragazzo è l'erede di Djokovic. Diventerà numero 1» 
Adriano Panatta

Le emozioni ce l'ha, ci mancherebbe, ma le tiene per sé e le scarica sul campo, specie nei momenti importanti. Come nel primo set, quando ha infilato un parziale-monstre che gli ha consegnato il parziale. Sul 5-5, Djokovic si è trovato 40-0 sul suo servizio. A quel punto ha perso dieci punti di fila. Chissà se gli era mai successo in carriera. Nel secondo non ci sono state palle break, con entrambi molto efficaci al servizio (in oltre tre ore abbiamo visto 35 ace, venti per il serbo e quindici per l'azzurro). Tra una polemica e l'altra con il pubblico, Djokovic si è preso il tie-break nonostante sia stato due volte in svantaggio di un minibreak (a causa di due sciagurati serve and volley). Qualche errore di troppo con il dritto è stato fatale a Sinner, che però ha confermato la sua immensa capacità di giocare tutti i punti con la stessa attenzione. Nel terzo è ripartito come se niente fosse. E quando ha infilato una terrificante risposta di dritto a dargli il 4-2 (simile a quella con cui lo stesso Djokovic annullava un matchpoint a Federer allo Us Open 2011) sembrava prossimo al traguardo.

Ma di là c'era pur sempre Djokovic: nel game successivo, puntuale e inesorabile, arrivava il controbreak. La conclusione al tie-break è stata inevitabile, anche se il serbo recrimina per la mini-occasione avuta sul 5-5. Servizio Sinner, 15-30, seconda di servizio. “Potevo essere più aggressivo e invece non l'ho fatto. Jannik ha giocato bene come a Wimbledon, forse ha servito un po' meglio, ma la differenza l'ha fatta nei punti importanti. È stato più coraggioso di me”. Lo è stato in quel punto, evitando un pericoloso 15-40 e poi dominando il tie-break finale, altro segno della sua immensa qualità. Avanti 5-0, ha chiuso 7-2 senza mai voltarsi indietro, sigillando i 189 minuti di battaglia con uno smash vincente. “Cosa ho imparato da questa sconfitta? Che in partite così hai pochissime chance, e se non le sfrutti lo fa l'avversario – ha sibilato Djokovic – non è che io abbia fatto troppi errori, semplicemente lui è stato più coraggioso e ha giocato i colpi che gli servivano”.

Sinner ha già vinto 59 partite nel 2023. Nessun italiano aveva mai vinto tanto in una singola stagione (Foto di Felice Calabrò)

È la terza volta che un azzurro batte il numero 1 del mondo nel suolo italiano: prima di Sinner c'erano riusciti Filippo Volandri e Fabio Fognini

Non ha perso lucidità, e ha anche evitato di polemizzare verbalmente con il pubblico, mentre invece sul campo lo aveva fatto a gesti. Non può permetterselo perché il suo Masters è ancora vivo, e non è da escludere un immediato replay nella finale di domenica. Il fascino dIi questo torneo è dato anche dalla sua formula: incredibile ma vero, nonostante due vittorie convincenti, Sinner non è ancora sicuro di accedere alla semifinale. Il forfait di Tsitsipas non gli ha dato una mano, quindi il match contro Rune nasconde il rischio di una clamorosa eliminazione. Per carità: delle sedici combinazioni possibili tra Sinner-Rune e Djokovic-Hurkacz, quattordici garantirebbero la qualificazione a Jannik (otto con il primo posto nel girone, dettaglio per nulla trascurabile). E allora vale la pena indicare gli scenari più pericolosi: Jannik sarebbe eliminato soltanto nel caso in cui Djokovic vinca in due set e lui ceda, sempre in due, a Rune. C'è poi la possibilità di armarsi di calcolatrice: se Djokovic vince in due set e Rune batte Sinner in tre, a dirimere la questione sarebbe il calcolo della percentuale di game vinti-persi.

Guai abbassare la guardia, dunque. Eppure la notte magica di martedì deve essere osservata in un contesto più ampio rispetto al contesto del singolo torneo: è la notte della consacrazione per un ragazzo di 22 anni con qualità e stimmate da fenomeno, unite all'impressionante capacità di migliorarsi giorno dopo giorno. Come il rendimento al servizio (79% con la prima e 55% con la seconda sono percentuali da urlo contro un ribattitore come Nole), il coraggio, la lucidità tattica e gli accorgimenti tecnici che gli hanno permesso di migliorare nel gioco di volo e nel trovare tante soluzioni lungolinea, dettaglio che fino a qualche mese fa gli mancava. Un match-capolavoro, da labbra tremolanti e lacrime agli occhi per gli appassionati meno giovani, che mai e poi mai avrebbero immaginato uno scenario del genere: ATP Finals in Italia, trasmesse (anche) in chiaro, con un giovane azzurro capace di battere il più vincente di sempre in un clima da stadio. Vien quasi da pensare che sia valsa la pena vivere decenni di buiom se poi il destino aveva preparato una notte così. Ma il bello è che è soltanto l'inizio.

ATP FINALS 2023 – GRUPPO VERDE
Holger Rune (DAN) b. Stefanos Tsitsipas (GRE) 2-1 ritiro
Jannik Sinner (ITA) b. Novak Djokovic (SRB) 7-5 6-7(4) 7-6(2)