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IL PERSONAGGIO

Kyrgios tra ragazze dell'est, polemiche e beneficenza: e il tennis?

Confessione di Nick Kyrgios: l'australiano ammette di essere stato distratto da una bella donna mentre giocava contro Roger Federer. Come se non bastasse, dopo la separazione con Anna Kalinskaya, andrebbe a letto con una fan quasi una volta a settimana. Tra polemiche via social e (meritorie) attività benefiche, sta bruciando un talento che gli consentirebbe ben altro. 

Riccardo Bisti
15 ottobre 2020

Nick Kyrgios non ha partecipato al Roland Garros. Sceso al numero 43 ATP, in piena pandemia preferisce tenersi a debita distanza dal circuito. La sua assenza dai campi, tuttavia, è compensata da una certa esuberanza comunicativa. Nei giorni scorsi si è scatenato durante una sessione di domande e risposte organizzata da uno sponsor: quando gli hanno chiesto di raccontare un episodio legato al suo rapporto col pubblico, ha ricordato di quanto fosse distratto dalla presenza degli spettatori. Oddio, non tutti. C'è stata una situazione in cui ha notato una donna particolarmente attraente, capace di distrarlo anche se stava giocando un match importante. “Stavo facendo a pezzi Roger Federer e l'unica cosa che ho pensato è stata: 'Accidenti, voglio portarla a bere un drink' – ha detto Kyrgios, specificando il tipo di donna che preferisce – le ragazze dell'est europeo mi mandano in subbuglio. Quelle alte, poi, mi fanno venire voglia di lasciare metà dei miei guadagni”.

Frasi spontanee e credibili, visto che una delle sue ultime liason è stata con una giocatrice che rispecchia in pieno questi canoni: Anna Kalinskaya. I due si sono lasciati lo scorso marzo e, da allora, Kyrgios ha ammesso di essere andato a letto con diverse fan. “Quando non ho una relazione, è una cosa quasi settimanale”. Le idee di Kyrgios, tuttavia, spiegano come mai difficilmente vincerà uno Slam, nonostante abbia le qualità per riuscirci. I grandi tornei finiscono nelle mani di chi sa stare alla larga dalle distrazioni, distinguendo il vincitore da chi è semplicemente dotato. Il tennis è uno degli sport in cui la componente mentale è decisiva. Spesso è la capacità di concentrazione a fare la differenza.

"Stavo facendo a pezzi Roger Federer e l'unica cosa che ho pensato è stata: 'Accidenti, voglio portarla a bere un drink'. Le ragazze dell'est europeo mi mandano in subbuglio"
Nick Kyrgios
Al Miami Open, Kyrgios ha spesso trovato il modo per farsi notare...

Prendiamo uno sport più fisico e meno tecnico come il triathlon: alle Olimpiadi di Rio de Janeiro c'era un percorso spettacolare, con partenza e arrivo nella spiaggia di Copacabana. C'era la possibilità di distrarsi, di contemplare la bellezza del luogo. Quando chiesero alla medaglia d'oro Alistair Brownlee se l'avesse notata, sgranò gli occhi e rispose con convinzione: no. Un grande campione sa isolarsi dall'ambiente. Federer, Nadal e Djokovic sanno trattare i centrali di uno Slam alla stregua di un campo di allenamento. Il contorno è del tutto irrilevante per ottenere la vittoria. In conferenza stampa raccontano della carica del pubblico, magari lo percepiscono tra un punto e l'altro, ma i recenti risultati confermano che la presenza (o meno) del pubblico è del tutto irrilevante per i campioni. Al contrario, Kyrgios è incline alla distrazione.

Si fa condizionare dalla minima interferenza: spettatori, giudici di linea, avversari... Tutto sembra infastidirlo. Al contrario, spesso i suoi avversari sono perfettamente concentrati. Chiedessimo a Federer di quella partita, sarebbe incapace di ricordare chi c'era tra gli spettatori mentre ribaltava il punteggio e infliggeva l'ennesima sconfitta all'australiano. Per carità, Kyrgios avrà pur esagerato, ma il fatto che fosse distratto dal pensiero di uscire con una bella ragazza è tanto folle quanto credibile. Uno dei suoi fan più accaniti, che cerca disperatamente di attirare la sua attenzione quando è a Wimbledon, è John Bercow (ex portavoce della Camera dei Comuni, il parlamento britannico). Con lui, il rischio di distrarsi non esiste... 

Non solo tennis: la Fondazione benefica di Nick Kyrgios mette a disposizione anche campi da basket, sport di cui l'australiano è grande appassionato
Le bizze di Nick Kyrgios racchiuse in un quarto d'ora

Negli ultimi mesi, Kyrgios ha polemizzato con chiunque: le sue opinioni sul comportamento di alcuni colleghi in piena pandemia sono ben note, sfociando in litigi via social con Borna Coric e addiritturs Boris Becker: l'ex campione di Wimbledon lo aveva definito topo, ricevendo in risposta un poco gentile ciambella. Una recente foto su Instagram ha riacceso le polemiche, con Kyrgios che ha scritto: “Becker è passato dal volermi allenare, ovviamente perché ha bisogno di soldi, all'odio sui social. Viviamo in uno strano mondo...”. Già che c'era, ha attaccato Mats Wilander per le sue critiche ad Andy Murray, e da lì ha avuto un acceso scambio di vedute con Karen Khachanov. In verità, ha fatto anche cose più utili: si è occupato della sua fondazione benefica, che offre istruzione e sport a basso costo ai giovani svantaggiati. “È il mio modo per restituire alla comunità quello che ho ricevuto – ha detto – ho avuto l'ispirazione quando ho visitato alcune strutture ospedaliere in Francia. Lì ho pensato di aprire una struttura con campi da tennis e basket. Chiunque entra si sente ben accetto: quando ero piccolo ero in sovrappeso, vittima di bullismo ed ero molto insicuro sullo sport. Con la mia fondazione, voglio far passare il messaggio che tutti possono avere un'opportunità. Prima di creare la fondazione non mi rendevo conto di quante persone mi ammirassero. Quando i giovani mi osservano come se fossi un fratello maggiore, provo la più grande gioia”.

Kyrgios ha scelto di restare in Australia anche per trascorrere più tempo possibile con la famiglia, che vedeva a intermittenza da quando è diventato professionista. “Ma tornerò per giocare i tornei dell'estate australiana. Mi manca, sono competitivo qualsiasi cosa faccia”. Il problema è che non riesce a incanalare la sua competitività laddove conta sul serio: il campo da tennis. Non è mai entrato tra i top-10 ATP e, in 25 partecipazioni ai tornei del Grande Slam, non è mai andato oltre due piazzamenti nei quarti, peraltro piuttosto datati (Wimbledon 2014 e Australian Open 2015). Il suo talento è indiscutibile e porta a livelli di eccellenza. Persino il presunto hater Boris Becker ha sostenuto che l'australiano abbia il miglior servizio del circuito ATP. Con il solo talento, tuttavia, non si vincono le partite. Ma se a lui sta bene così...