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AUSTRALIAN OPEN

Il sogno del raccattapalle (dis)abile

Per la prima volta, un ragazzo disabile ha partecipato a un addestramento per raccattapalle normodotati. Sonny Rennison ha 11 anni, capacità superiori alla media e un entusiasmo contagioso. Promessa del wheelchair tennis, ha un sogno: fare il ball-boy all'Australian Open. Quello dei big. 

Riccardo Bisti
14 gennaio 2024

Prima o poi succederà. Lui vuole essere il primo. Sebbene il wheelchair tennis sia una disciplina paralimpica, con una sua storia, non è ancora capitato di vedere un raccattapalle in sedia a rotelle. Missione complicata ma non impossibile, soprattutto con le carrozzine attuali che permettono movimenti rapidi e agili. Lo sa bene Sonny Rennison, ragazzino di 11 anni che da tempo sostiene che tutti possano fare sport, indipendentemente dalla loro condizione. Con un coraggio sorprendente e un ottimismo contagioso, sta portando avanti una campagna per consentire ai giovani come lui di ottenere un ruolo molto ambito da un ragazzino della sua età: fare da raccattapalle in un torneo importante, magari l'Australian Open. Lui gioca a wheelchair tennis ed è una promessa della disciplina, ma sta svolgendo allenamenti mirati per il ruolo di raccattapalle. L'addestramento è svolto dall'esperta Diana Sutterby ed è reso possibile da un dispositivo di raccolta delle palline attaccato alla carrozzina, sviluppato grazie ai finanziamenti del colosso Mastercard, che è tra gli sponsor principali dell'Australian Open.

Nel corso del programma di addestramento, Sonny è stato messo alla prova in un match di simulazione alla presenza di Alicia Molik, ex giocatrice di ottimo livello ed ex capitana del team australiano di BJK Cup. A suo dire, il ragazzo ha le stesse abilità e la velocità dei raccattapalle normodotati. Oltre a lei, il sogno di Rennison è sostenuto dal campione di wheelchair tennis Heath Davidson. “Sonny irradia energia: fa parte del National High Performance di Melbourne, quindi ha tutte le aspirazioni dei ragazzi che frequentano il programma, e di ogni bambino appassionato di tennis” dice la Molik, che è stata anche numero 6 WTA. “Vuole a tutti i costi diventare un raccattapalle, e la sua passione gli consentirebbe di farcela”. Quando le hanno chiesto come mai non ci sono ancora del ball boys in sedia a rotelle, la sua opinione è chiara: “Forse tutti pensavano che non fosse possibile, nessuno pensa davvero fuori dagli schemi. Ma con un po' di impegno e lungimiranza ci si può arrivare”. Sonny aveva quattro anni quando gli è stata diagnosticata una rara condizione generica, la displasia epifisaria multipla, che ha attaccato la parte superiore delle ossa delle cosce.

«Ho sempre guardato con interesse i raccattapalle: mi sembra un ruolo divertente e che mi sarebbe piaciuto fare, ma non l'avevo mai visto come fattibile» 
Sonny Rennison

L'handicap non gli ha tolto il sorriso e si è appassionato al tennis l'anno dopo, osservando un doppio con in campo Davidson e la leggenda Dylan Alcott. Sono stati loro a dargli una mano nell'entrare in contatto con il suo maestro, Greg Crump. Oltre a giocare, è stato travolto dal fascino del ruolo di raccattapalle. Normale: permette di stare a due passi dai campioni e ammirarli da vicino. “Li ho sempre guardati con interesse, mi sembra un ruolo divertente e che mi sarebbe piaciuto fare, ma che non avevo mai visto come fattibile - ha detto in questi giorni – ovviamente si tratta di correre in giro per il campo e tutti i ragazzi stanno in piedi, non è ancora visto uno in sedia a rotelle. Tuttavia, il mio obiettivo principale è voler diventare un raccattapalle e ispirare gli altri ragazzi a fare come me”. Frasi sorprendenti, di incredibile maturità per un ragazzino di 11 anni. Attualmente è 21esimo nella classifica mondiale di wheelchair per quelli della sua età e ha vinto il doppio ai campionati nazionali.

Oltre a giocare, ha preso sul serio la possibilità di addestrarsi con gli altri raccattapalle, quelli che vedremo in questi giorni all'Australian Open. Dopo una sessione individuale, si è aggregato a tutti gli altri per un allenamento collettivo. “Questo programma pilota ci ricorda che le persone di qualsiasi abilità possono partecipare a programmi di tennis, e non devono esserci limitazioni su chi può presentare domanda e partecipare”. L'esperienza di Sonny è stata inserita in un progetto online che sarà messo a disposizione di appassionati e organizzatori dei torne, in modo da dimostrare la perfetta compatibilità al ruolo di un ragazzo nelle sue condizioni. Di certo la strumentazione è pronta: su un bracciolo della sedia a rotelle c'è un portapalle che può essere agganciato e sganciato, e ha una maniglia simile a quella di un'aspirapolvere, mentre la parte inferiore è simile a quella dei tubi di plastica utilizzati per raccogliere le palline per terra .

Sonny posa con Rublev e Mager prima di un loro match all'Australian Open

La grande passione di Sonny Rennison era evidente anche quando era piccolissimo

Da parte sua, Sonny è convinto che sia soltanto questione di tempo: quando ci sarà il primo raccattapalle disabile, il fenomeno si allargherà a cascata. Lui è pronto ad svolgere il ruolo di apripista, se non pioniere. Il Brisbane Times ha contattato l'Australian Open per sapere se in futuro prevede di utilizzare un raccattapalle disabile per il proprio torneo: per adesso non ha ottenuto risposta, ma crediamo che il progetto possa essere fattibile sul medio-lungo termine, magri al termine di un progetto graduale. A Melbourne sono sempre stati attenti all'inclusione, che fosse di genere o di razza, senza contare lo spazio concesso alle fasi finali del torneo di wheelchair, spesso collocate sui campi più importanti.

Il progetto è affascinante e molto suggestivo. D'altra parte, se lo Us Open si avvale di veterani di guerra come raccattapalle, perché l'Australian Open non dovrebbe fare altrettanto con un ragazzo disabile? Se saranno dimostrate efficacia e velocità delle performance, non c'è alcuna controindicazione. “Io vorrei soltanto ispirare gli altri ragazzi e dare loro la consapevolezza che nulla può distruggere i loro sogni” chiude Sonny. Un sorriso contagioso, perfetto per dare il via all'Australian Open. Magari, in un futuro troppo lontano, quel sorriso farà parte del torneo.