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Berrettini-Roig, doppia voglia di riscatto

Dovrebbe essere Francisco Roig il nuovo coach di Matteo Berrettini. Il romano vuole tornare tra i big, il tecnico catalano sogna un'esperienza da protagonista dopo 18 anni all'ombra degli head coach di Nadal. Con Sloane Stephens è durata poco, adesso ci riprova con l'azzurro.

Riccardo Bisti
13 dicembre 2023

Difficile nascondere le notizie nell'epoca di internet, dei social media, della comunicazione sfrenata. “Quando avrò scelto il nuovo coach, ve lo comunicherò” diceva Matteo Berrettini lo scorso 22 novembre, in un'improvvisata conferenza stampa a Malaga, alla vigilia di Italia-Olanda. Da allora sono trascorse tre settimane e non ha ancora ufficializzato nulla, ma nel pomeriggio di martedì è trapelata la notizia di una partnership con Francisco Roig, classe 1968, ex discreto giocatore spagnolo degli anni '90. È stato numero 60 ATP in singolare e 23 in doppio, ma deve buona parte della sua popolarità all'eterna partnership con Rafael Nadal, di cui è stato vice-coach per ben diciotto anni. Non solo l'assistente di zio Toni (prima) e Carlos Moyà (dopo), ma qualcosa di più. Il loro accordo prevedeva una collaborazione quasi full time, con almeno 15 settimane all'anno in giro per il mondo. E pensare che Roig non immaginava che Rafa potesse diventare una leggenda. Forte sì, fortissimo anche, ma quando Jordi Arrese gli disse che un dodicenne Nadal sarebbe diventato numero 1 del mondo, gli rispose: “Non pensi che sia una previsione un po' avventata?”.

Dopo il ritiro (ha cessato l'attività full time nel 2001), si è dedicato all'attività di coach e nel 2004 ha fondato la BTT Tennis Academy insieme ad Alvaro Margets e Jordi Vilarò (uno dei componenti del quadriumvirato di coach che guidarono la Spagna al primo successo in Coppa Davis). La struttura si trova presso il Club Esportiu Valldoreix, nei pressi di Barcellona, ed è attiva ancora oggi. I giocatori più in vista sono Joao Sousa e (soprattutto) Rebeka Masarova, ma nel corso degli anni vi sono transitati diversi elementii di livello. A puro titolo esemplificativo, ricordiamo Paul, Dimitrov, Korda, Fognini e Pavlyuchenkova. Agli inizi c'erano Albert Costa e Feliciano Lopez: era il gennaio 2005 quando Roig allenava Feliciano insieme a Jordi Vilarò, e fu chiamato da Toni Nadal. “Mi disse che aveva figli e avrebbe faticato a seguire Rafa ogni settimana, chiedendomi la disponibilità. All'epoca seguivo Lopez, ma sia lui che Vilarò furono molto comprensivi”. È iniziata un'avventura durata diciotto stagioni, praticamente tutta la carriera di Rafa. Da ex doppista, si è anche tolto lo sfizio di giocare un paio di tornei al fianco di Nadal: Montreal 2009 (batterono addirittura Djokovic-Vemic) e Doha 2014. Per il resto è stato una figura discreta, riservata, ma importante nell'ecosistema Nadal.

Se il fisico lo lascia in pace, Berrettini si trova nella condizione ideale. Non ha niente da perdere e le aspettative non sono certo quelle di due anni fa.

Non è un caso che Rafa lo abbia congedato con affetto, a seguito della decisione di Roig di seguire un progetto tutto suo. “È stato una persona molto importante nella mia carriera e gli sono grato per tutti questi anni di lavoro e amicizia – aveva scritto su Instagram – Francis è un gran tecnico, conosce molto bene il tennis e mi ha aiutato molto a essere sempre migliore. Ho soltanto parole di ringraziamento e gli auguro ogni fortuna per il suo nuovo progetto”. Era il 16 dicembre 2022, esattamente un anno fa. Cinque giorni dopo uscì la notizia del nuovo impegno del coach catalano: avrebbe allenato Sloane Stephens. Partnership non casuale, poiché l'americana aveva già frequentato la sua accademia in passato, oltre ad essere stata seguita da Roig al Roland Garros 2021 (quando si spinse fino agli ottavi).

L'annuncio destò una certa curiosità, ma non ha lasciato tracce: hanno iniziato con tre eliminazioni al primo turno, senza mai dare una svolta alla stagione. Il divorzio è stato ufficializzato dalla Stephens durante il Roland Garros: “Non collaboriamo più, ma ho lavorato molto tempo con Francis – aveva detto – ho trascorso moltissime estate presso la BTT. Abbiamo davvero un ottimo rapporto, ma abbiamo preso strade diverse”. C'è da credere che il divorzio sia arrivato ancora prima, poiché già il 2 maggio lo stesso Roig era al lavoro con l'americano Zachary Svajda, che si era appoggiato alla sua accademia per preparare la stagione sulla terra battuta. Rimane la sua ultima apparizione semi-pubblica, nel rispetto di un carattere riservato, quasi schivo. Adesso giunge notizia che Roig sta effettuando la preparazione con Berrettini e Monte-Carlo, e lo accompagnerà nella trasferta australiana.

Francisco Roig è rimasto per diciotto stagioni all'angolo di Rafael Nadal

La scorsa primavera, Francisco Roig ha dato una mano al giovane Zachary Svajda

Il primo appuntamento sarà il torneo ATP di Brisbane, laddove l'azzurro (sceso al n.92 ATP) sarà costretto a giocare le qualificazioni. Tra l'altro, proprio a Brisbane ci sarà anche il rientrante Rafael Nadal. Volendo credere alle indiscrezioni trapelate in questi giorni, Roig non sarebbe stato la prima scelta assoluta: Berrettini avrebbe intrapreso una trattativa con Thomas Enqvist, non andata a buon fine per questioni personal dello svedese. Plausibile: l'assenza di un annuncio ufficiale al 12 dicembre, nel cuore della off-season, fa pensare a qualche intoppo. Ipotizzando una ricostruzione, è possibile che l'avvicinamento con Roig possa essere stato favorito dalla comune conoscenza con Angel Ruiz-Cotorro, medico della federtennis spagnola, di Rafael Nadal e dello stesso Berrettini, con il quale collabora da oltre un paio d'anni.

Da parte sua, Cotorro fornisce supporto medico anche alla BTT Tennis Academy, dunque la notizia della partnership Berrettini-Roig sembra avere una sua logica, in attesa dell'ufficialità. In fondo, sia Berrettini che Roig nutrono una sincera voglia di riscatto: quella di Matteo è ben nota, specie dopo la valanga di infortuni e la separazione con Vincenzo Santopadre. Da parte sua – nonostante i moltissimi successi – il tecnico catalano ha sempre vissuto nell'ombra dei principali coach di Nadal e vorrebbe vivere un progetto da protagonista: con la Stephens non è andata, dunque Berrettini rappresenta un'occasione unica. Le qualità del romano non si discutono: se il fisico lo lascia in pace, si trova nella condizione ideale. Non ha niente da perdere e le aspettative non sono certo quelle di due anni fa. Insomma, il progetto è affascinante e le premesse sono buone. In fondo, Matteo ha appena 27 anni e – per quanto acciaccato – il suo fisico non è certo logorato. E la motivazione sembra alle stelle.