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IL CASO

La PTPA apre alle donne e parla di tornei indipendenti

Cofondatore della Professional Tennis Players Association, Vasek Pospisil chiarisce alcuni retroscena del progetto. A parole dice di sostenere i vertici ATP e la loro visione del futuro, ma poi menziona tornei indipendenti e la possibilità di uno sciopero. “Non vogliamo che accada”. Nel frattempo il nuovo sindacato vuole accogliere anche le donne.

Riccardo Bisti
15 settembre 2020

Anche noi, sulla base delle prime indicazioni emerse sulla PTPA (l'unione dei giocatori), avevamo parlato di un progetto anti-ATP. Se ne è discusso molto alla vigilia dello Us Open, evocando i fatti di trent'anni prima che portarono alla nascita dell'ATP. A leggere le parole di Vasek Pospisil, tuttavia, i progetti non sembrano così rivoluzionari. Vien da pensare che qualche concetto sia stato un po' estremizzato per dare ancora più visibilità al progetto. L'unica certezza è che la Professional Tennis Player Association sta per muovere i primi passi ufficiali, con tanto di presenza femminile. Dove arriveranno, non si sa. Intervistato da Simon Cambers per il sito Tennis Majors, il canadese ha chiarito diversi punti. “Non siamo un movimento rivoluzionario – ha detto – i tennisti vengono da 30 anni senza rappresentanza, non abbiamo una voce unificata e non possiamo influire sulle decisioni che riguardano il nostro futuro. Se ne parla da anni, gli atleti di altre discipline ce l'hanno, il tennis no. Quando ho coinvolto lo studio legale Norton Rose, il progetto poteva contare su settanta top-100 WTA e ottanta top-100 ATP. Volevamo ottenere qualcosa di più dagli Slam, ma il secondo passaggio era creare un'associazione”.

Reduce da un'ottimo Us Open, in cui ha raggiunto gli ottavi, il canadese sostiene che non esiste alcun pericolo per la visione dei nuovi leader ATP. Anzi, ha parlato bene del presidente Andrea Gaudenzi e dell'amministratore delegato Massimo Calvelli, definendoli competenti, intelligenti e persone di principio. “Alcune cose si potevano gestire meglio, ma non li sto incolpando di quello che è successo durante la pandemia. Noi stiamo solo cercando di organizzarci: i tennisti hanno bisogno di più rappresentanza. Al di là di questo, daremo loro tutto il tempo per attuare la loro visione”. Pospisil ha ammesso di aver parlato con Calvelli ai tempi del lancio del progetto. Una discussione di un'ora, in cui l'italiano ha manifestato la sua preoccupazione, anche sul piano dell'immagine. “Lo capisco, ma non vogliamo creare problemi. E credo che in un paio di mesi capiranno”. Da allora non ci sono più stati contatti, ma il Roland Garros potrebbe essere l'occasione per ritrovarsi. “Entro sette giorni dovrebbero esserci novità rilevanti” ha detto Pospisil.

"I tornei gestiscono lo spettacolo, ma noi siamo lo spettacolo. Dovrebbero esserci trattative in cui si raggiungono dei compromessi e tutti ne escono soddisfatti. Vogliamo essere considerati dei partner, non dei semplici ragazzi che devono accettare qualsiasi decisione"
Vasek Pospisil
Pur impegnato nelle faccende sindacali, Vasek Pospisil ha giocato un ottimo Us Open

I tennisti non si accontentano di avere tre rappresentanti nel Consiglio d'Amministrazione ATP, ai quali si contrappongono i tre rappresentanti dei tornei. In mezzo, il presidente – sulla carta neutrale – che ha l'ultima parola in caso di controversie. I tennisti vorrebbero essere trattati come partner commerciali. “Dovrebbe essere così perché portiamo valore ai tornei. Loro gestiscono lo spettacolo, ma noi siamo lo spettacolo. Dovrebbero esserci trattative in cui si raggiungono dei compromessi e tutti ne escono soddisfatti. Ci siamo uniti perché vogliamo essere considerati dei partner, non dei semplici ragazzi che devono accettare qualsiasi decisione, piaccia o no”. Tra gli obiettivi PTPA c'è l'accesso ai libri contabili per conoscere la reale situazione economica dei tornei ATP. Per farlo si affideranno a un team di professionisti, imprenditori, gente slegata dal tennis e dunque senza conflitti d'interesse. Il Consiglio d'Amministrazione dovrebbe essere composto da 7-9 elementi e avere tutela legale. Come detto, il primo obiettivo è conoscere i conti dei Masters 1000. Lo scorso anno, lo stesso Pospisil aveva detto che era stato promesso l'accesso ai libri contabili dei nove super-tornei del circuito. Per adesso, non è stato fatto.

Uno dei punti più discussi è stata la presenza di donne. A quanto pare, l'associazione comprenderà anche le giocatrici. Secondo Pospisil, il lancio è stato solo al maschile per mancanza di tempo. “Ho lavorato duro e comunque ho detto che presto ci saremmo confrontati anche con le giocatrici. Se avessimo avuto qualche giorno in più sarebbe stato meglio e forse la foto iniziale sarebbe stata diversa. Però quello era il momento ideale, perché nei giorni prima di uno Slam eravamo tutti insieme. Quando inizia il torneo, poi tutti si concentrano su quello. Ma a breve ci saranno novità”. La replica dell'ATP era stata piuttosto seccata. Un virgolettato di Gaudenzi auspicava unità ed esaltava l'attuale sistema, con l'accesso dei giocatori (tramite i loro rappresentanti) al processo decisionale. Lo scetticismo era stato poi condiviso da Federer e Nadal. La sensazione è che il sindacato sia ritenuto incompatibile con l'ATP. Pospisil non la pensa così, pur ammettendo che “La PTPA potrebbe sostituire il Player Council e i nostri rappresentanti nel Board. Adesso abbiamo una protezione legale, mentre con l'ATP non c'era”.

La storica conferenza stampa del 1989 che portò l'ATP a prendere in mano il circuito maschile
Novak Djokovic parla dei progetti PTPA e conferma il coinvolgimento delle donne

Secondo il canadese, difficilmente ci saranno cambiamenti nel circuito. Semplicemente, i negoziati potrebbero essere diversi. Le cose potrebbero cambiare se gli unionisti dovessero organizzare tornei autonomi, separati dall'ATP. “Non è nostra intenzione, ma non sono ingenuo e so che le cose possono cambiare dopo 6-12-24 mesi. Se sarà così, significa che l'ATP non ha fatto un buon lavoro. Se ci saranno buone opportunità, saremmo folli a non coglierle. Non sappiamo cosa succederà, ma sul breve termine si può coesistere”. Il sostegno alla PTPA sembra buono. In questo momento, il numero di adesioni è vicino alle 200 unità. Le iscrizioni già raccolte erano una sorta di impegno a seguire le linee guida. Firmandole, i giocatori si impegnavano ad aderire al progetto. “Non era un contratto, ma ci è servito per capire in quanti ci avrebbero seguito. Abbiamo deciso di andare avanti, perché il sostegno è buono”. Secondo Pospisil, non ci sono le premesse per uno sciopero. A suo dire, gli interlocutori (i tornei) sono uomini d'affari intelligenti. Basterà portare avanti serene trattative e il gioco dovrebbe essere fatto. “Anche se ammetto che la possibilità di boicottare gli eventi potrebbe darci più forza nelle trattative”. La proposta dei giocatori non è irragionevole. È giusto che conoscano il giro d'affari e il bilancio degli spettacoli che loro stessi contribuiscono a creare. Da lì, è giusto intavolare trattative su una corretta distribuzione dei proventi. Ma potrebbe anche essere un'arma a doppio taglio: se i tornei dovessero essere in rosso, come la mettiamo? Pospisil ha ammesso che l'Australian Open 2019 è stato a rischio sciopero, poiché lo studio legale Norton Rose si sarebbe assunto tutti i rischi del caso. “Alla fine abbiamo deciso di agire in modo diverso. Speriamo che non succeda di dover scioperare, ma ad essere onesti non credo che accadrà”.

Tra gli obiettivi c'è anche il miglioramento delle condizioni di vita dei tennisti di seconda fascia. Anche per questo, il progetto è aperto ai top-500 in singolare e ai primi 200 doppisti. “Già lo scorso anno abbiamo spinto per raddoppiare i premi nei tornei Challenger, perché anche ci si trova fuori dai top-100 deve guadagnarsi da vivere. È uno dei principi del progetto e troverà spazio nello statuto. Vogliamo far crescere lo sport e la ricchezza dei giocatori, compresi quelli di fascia inferiore e i doppisti”. Il numero 73 ATP è convinto che la mancata adesione di Roger Federer e Rafael Nadal non dovrebbe essere un gran problema, pur riconoscendo la loro influenza. Con una migliore comunicazione, Pospisil ritiene che non avrebbero diffuso il comunicato in cui predicavano unità. A suo dire, è stata una cattiva interpretazione delle intenzioni PTPA. “Se elimini il timore che ci siano intenti bellicosi, un giocatore non può essere contrario al progetto. Mi piacerebbe parlare con loro e credo che almeno uno dei due aderirà. E comunque il tour non è composto da due soli giocatori, per quanto influenti. Tuttavia, il tennis è ben più ampio rispetto a un paio di nomi. Cosa possono fare due giocatori, se gli altri 500 sono uniti?”. Già, cosa? Lo scopriremo nei prossimi mesi. A parte alcuni passaggi concilianti, quasi una mano tesa, la sensazione che la PTPA non abbia nessun intenzione di mollare la presa. E il rischio di scontri è dietro l'angolo.