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DAVIS CUP FINALS

Girone di Latta!

Se non è stato il miglior sorteggio possibile, poco ci manca: la difesa dell'Insalatiera partirà da Olanda, Belgio e Brasile. Evitata la squadra più forte per ciascuna fascia. C'è qualche insidia, ma arriveremo a settembre più forti dell'anno scorso. Obiettivo? Costruire un team super-competitivo anche quando mancherà Sinner. 

Riccardo Bisti
20 marzo 2024

Il ruolo del capitano impone prudenza, quindi le dichiarazioni di Filippo Volandri non sorprendono. Una volta appreso che l'Italia avrebbe ospitato Olanda, Belgio e Brasile all'Unipol Arena di Bologna (10-15 settembre), ha parlato di “gruppo importante”, sostenendo che la qualità della squadre che sono arrivate alla fase a gironi “è forse la più alta che io ricordi”. Frasi di circostanza, ma che non sempre rispecchiano la realtà. È vero che il gruppo bolognese nasconde più di un'insidia, ma siamo certi che – a microfoni spenti – abbia esultato per aver evitato le squadre più forti. Quello di Bologna non è certamente un girone di ferro, ma assomiglia decisamente a un girone di latta. Il motivo è presto detto: per ogni fascia di potenziali avversari abbiamo evitato la squadra più forte.

Avremmo potuto pescare gli Stati Uniti (invece avremo l'Olanda), la rampante Francia (sostituita dal Belgio) e una squadra di forza e tradizione come l'Argentina (mentre arriveranno i brasiliani). In quel caso sarebbe stato un girone molto, molto complicato al netto del fatto che – per vincere ancora una volta l'Insalatiera – abbiamo bisogno di Jannik Sinner. Dietro le pieghe del trionfale 2023 abbiamo ottenuto una risposta forte e chiara: esiste un'Italia con Sinner e una senza Sinner. La prima versione ci ha restituito l'Insalatiera dopo 47 anni, la seconda ha corso grossi rischi nel girone e, con ogni probabilità, a Malaga non sarebbe arrivata in fondo. Non c'è niente di male o disonorevole: semplicemente, Sinner è un surplus impressionante, un dono del cielo che si è rivelato decisivo anche in doppio. La chiosa è utile per una considerazione che ci accompagnerà per tutto l'anno. Per vincere di nuovo, è necessario che Sinner sia presente almeno alla fase a eliminazione diretta.

«Sono quattro gironi tostissimi e la qualità delle squadre che arrivano a questo round robin è forse la più alta che io ricordi» 
Filippo Volandri

La vicinanza con lo Us Open non favorirà la sua presenza a Bologna, dunque il compito di Volandri sarà di costruire una squadra capace di gestire un girone che – quello sì – sulla carta è più impegnativo di quello dell'anno scorso. Da qui a settembre, tuttavia, ci sono ottime chance che l'Italia possa presentarsi più completa e competitiva rispetto all'anno scorso, quando si andò vicini a una clamorosa eliminazione. Detto che Sinner può permettersi (ovviamente) di fare il reuccio, ipotizziamo quale Italia potrebbe esserci senza di lui. Le buone notizie iniziano con il doppio: Bolelli-Vavassori stanno facendo cose egregie, sono in piena lizza per le ATP Finals e rappresentano una coppia di sicura affidabilità. L'esperienza del bolognese e l'entusiasmo di “Wave” sono una garanzia. I primi due anni del capitanato Volandri sono stati un po' zoppicanti sul doppio, mentre adesso si ritrova con due opzioni: da una parte c'è l'ItalSinner (con l'altoatesino che ha scelto Sonego come compagno preferito), dall'altra una coppia di sicuro valore, che parte favorita contro quasi chiunque. Quanto ai singolari, i punti fermi sono Matteo Arnaldi, favorito per il ruolo di numero 2 azzurro e “svezzato” nel 2023 con due vittorie cruciali (Garin e Popyrin) e Lorenzo Sonego, che si è tolto di torno le incertezze di inizio carriera ed è una garanzia in termini di motivazione, entusiasmo e spirito di squadra.

Ci sono le incognite rappresentate da Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Il primo non si discute, ma sta vivendo un periodo delicato e la Davis si gioca sul cemento indoor, condizione che non lo fa impazzire. Si giocasse sulla terra sarebbe difficile tenerlo fuori, ma oggi è difficile immaginarlo tra i titolari. E poi c'è il jolly, quel Matteo Berrettini che è tornato nel circuito e ha una voglia matta di riprendersi un ruolo da protagonista. Arrivasse in buona forma a fine anno, sarebbe la chiave per trasformarci in una corazzata. Se si gioca sotto un tetto, l'accoppiata Sinner-Berrettini è la coppia di singolaristi più forte in circolazione. Ma non finisce qui: da dietro spingono diversi giovani, desiderosi di un posto nel gruppo. Il nome del momento è Luca Nardi, ma non è l'unico. Manca davvero troppo a settembre, ma c'è da credere che gente come Flavio Cobolli, Luciano Darderi, Giulio Zeppieri e – perché no – Matteo Gigante crescerà ancora, magari con l'obiettivo di creare qualche problema di abbondanza a Volandri. Il tecnico livornese si trova a Miami, monitorerà il gruppo fino all'ultimo e avrà il compito di trovare il setting giusto per Bologna. Dovesse riuscirci, evitando le bucce di banana di polemiche e rinunce dell'ultim'ora, il gruppo A non può fare in alcun modo paura.

OLANDA
Li conosciamo bene per averli affrontati nei quarti dello scorso anno. La squadra è identica: Tallon Griekspoor e Botic Van de Zandschulp sono troppo avanti rispetto agli altri per pensare di non essere i singolaristi. L'unico nome nuovo potrebbe essere il 21enne Guy Den Ouden, ma chissà se sarà in grado di inserirsi in un gruppo già rodato. L'Olanda ha poi tanti doppisti, guidati da Wesley Koolhof, ma dopo averli visti a Malaga (col senno di poi, la scelta di schierare Koolhof- Griekspoor non è stata la migliore) non possiamo temerli.”Sarà dura, ma abbiamo sicuramente la possibilità di finire tra le prime due. Dovremo offrire ancora una volta una buona prestazione di squadra. Bologna è una splendida città, quindi spero che arriveranno molti olandesi” ha detto Paul Haarhuis.

BELGIO
Non hanno neanche un top-100 ATP in singolare, ma sono più forti di quanto dicano i numeri. La competitività dei belgi passa dalla doppia incognita legata a David Goffin. 1) In quali condizioni sarà a settembre? 2) Avrà voglia di giocare ancora in Davis, dopo aver portato il Paese per due volte in finale (2015 e 2017)? Arrivassero segnali positivi, sul cemento indoor può ancora dire la sua. Ma non tornerà quello di una volta, come certifica l'enorme difficoltà che sta incontrando per tornare tra i top-100. I punti fermi dell'ex davisman Steve Darcis sono Zizou Bergs in singolare e un doppio davvero interessante: Sander Gille e Joran Vliegen fanno coppia fissa e sono una coppia di medio-alto valore. Nella partita secca possono infastidire chiunque e lo hanno dimostrato in Croazia, vincendo un punto vitale contro Pavic-Dodig. Le speranze belghe di diventare una squadra forte passano dalla crescita di Alexander Blockx, super-talento in attesa di maturazione, mentre l'altro baby fenomeno Gilles Arnaud Bailly è ancora un po' indietro. Tra qualche anno potranno divertirsi, ora forse è troppo presto.

BRASILE
In una qualsiasi torcida locale, sulla terra battuta, avrebbero potuto crearci un minimo grattacapo. Allo stato attuale sono la cenerentola del gruppo, anche se la stellina Joao Fonseca dovesse crescere alla svelta. Il punto di riferimento di Jaime Oncins (tra i protagonisti dell'indimenticabile weekend di Maceiò) è Thiago Monteiro (n.110 ATP), che però è un terraiolo puro è sarebbe sfavorito contro tutti i nostri. L'incognita è Thiago Seyboth Wild, talento importante ma carattere difficile. Non era in Svezia, eppure ce l'hanno fatta anche senza di lui. Nella singola giornata può essere pericoloso ma pecca totalmente in affidabilità, anche se sul cemento indoor per loro sarebbe fondamentale averlo. Per il resto hanno il mestierante Gustavo Heide e il doppista Rafael Matos. Una squadra con limiti precisi: soltanto una crescita esponenziale di Fonseca potrebbe renderli insidiosi nell'immediato.

La prudenza è d'obbligo: Bologna 2023 insegna che possono esserci dietro l'angolo i Diallo e i Galarneau di turno, però è altrettanto vero che l'Italia arriverà a settembre ancora più forte e completa dell'anno scorso, al netto della presenza o meno di Sinner. E allora è valido lo stesso concetto espresso l'anno scorso: una mancata qualificazione sarebbe un fallimento. Ma ci sentiamo di dire che è un'eventualità molto, molto improbabile. Appuntamento alla Unipol Arena, dunque, in attesa di sapere cosa succederà alla Davis dal 2025 in poi.