The Club: Bola Padel Roma
DAVIS CUP FINALS

Polveriera Davis! La furia del grande escluso Fognini

Neanche il tempo di metabolizzare il “no” di Sinner e scoppia il caso Fognini. Il ligure viene sostituito con Vavassori e si infuria: “Non rientro più nei piani senza spiegazioni giustificabili e con modalità che non ho condiviso”. Storia molto complessa, in cui è difficile prendere posizione.

Riccardo Bisti
8 settembre 2023

“Abìtuati, purtroppo dimenticano velocemente”. Il commento di Andreas Seppi al post-sfogo di Fabio Fognini dopo l'esclusione (epurazione?) dalla Coppa Davis è il gancio per affrontare il tema del giorno. Delicato, anzi, pruriginoso, per dirla con lo stesso Fabio. I fatti: come avevamo scritto 24 ore fa, il 60% della squadra italiana per la fase a gironi di Bologna è stata modificata. Oltre a incassare i forfait di Matteo Berrettini (forzato) e Jannik Sinner (il caso del giorno fino allo scoppio del bubbone Fognini), Filippo Volandri ha ufficializzato la sostituzione del ligure con Andrea Vavassori. Nelle dichiarazioni ufficiali, oltre a parole piene di imbarazzo su Sinner (“Gli auguriamo una pronta guarigione”: da cosa dovrebbe guarire?), si è espresso così su Fognini. “La scelta di rinunciare a Fabio nasce dall'esigenza di avere a disposizione giocatori che mi diano massime garanzie, gli infortuni di questo periodo mi hanno convinto a prendere altre strade, sono convinto che Fabio tornerà presto ai livelli che gli appartengono”. A nostro avviso, la questione si divide in due macro-temi, altrettanto importanti. Quello tecnico e quello etico-umano.
Partiamo da quello tecnico.

La scelta di Volandri ha senso, per diverse ragioni. Oltre a essere un ragazzo gioviale e benvoluto, Andrea Vavassori può essere una risorsa preziosissima. Classe 1995, è il numero 1 italiano nella classifica ATP di doppio (n.42) e lo si può considerare il nostro miglior specialista, anche se non ha nessuna intenzione di mollare il singolare. Per ovvie ragioni anagrafiche, ha più tennis davanti a sé rispetto a Fognini (che è del 1987). Tra l'altro, da tre mesi fa coppia fissa con Simone Bolelli (e sarebbe interessante sapere se c'è stata una richiesta specifica da Volandri), “scippandolo” proprio a Fognini. I due hanno raggiunto due finali ATP (Halle e Umago), dunque non c'è nulla di strano nel convocarli entrambi. E Fognini? Ha giocato con Bolelli fino al Roland Garros (Vittoria a Buenos Aires e quarti a Indian Wells come migliori risultati). Dopo Parigi si è ritrovato un po' a gambe all'aria, giocando soltanto due match in doppio, uno addirittura con coach German Gaich a San Marino. Certo, il passato della coppia Bolelli-Fognini (Davis compresa) non si discute, ma la scelta di Volandri è più che accettabile. A un certo punto, nel suo sfogo-social, Fognini scrive: “In tempi non sospetti, a dispetto di quanto trapelato, ho comunicato la mia voglia di far parte del gruppo per Bologna, mettendomi a disposizione del capitano, che mi ha chiesto di giocare doppi con gli altri compagni di nazionale nel frattempo, cosa che ho puntualmente fatto e di tenermi allenato e sul pezzo”. Per la verità, l'unico potenziale compagno di nazionale con cui ha giocato è stato Bolelli. Dopo Parigi non ha giocato il doppio per due mesi, salvo fare coppia con Gaich a San Marino e con Emanuele De Sanctis a Como. Tra Us Open e Como non ha certo fatto sfracelli in singolare, mentre a Genova sta provando a riscattarsi (stasera avrà un test delicato contro Zsombor Piros). Lo ripetiamo: numeri e risultati alla mano è una scelta legittima, per cui Volandri non può essere criticato.

Lo sfogo social di Fabio Fognini, pubblicato su Instagram e X nella serata di giovedì

La programmazione non c'entra

Nel suo sfogo (che ha incassato il like di Lorenzo Musetti), Fognini ha difeso la scelta di giocare il Challenger di Genova, definendola propedeutica alla Davis. Non crediamo che l'esclusione sia dovuta a questo, se non altro perché lo stesso Vavassori sta giocando singolare e doppio proprio a Genova. E crediamo che la decisione sia piuttosto recente, giacché il piemontese era iscritto al Challener di Szczecin della prossima settimana  (da cui si è subito cancellato), mentre Fabio si era tenuto libero. La sua attività nel circuito ripartirà dal Challenger di Orleans, laddove è iscritto anche Vavassori. 

ASICS ROMA

Ma c'è una questione etico-umana (e anche storica) che non può essere sottovalutata. Nel suo sfogo, Fognini ha pubblicato alcune foto-simbolo della sua lunga avventura in Coppa Davis. Quindici anni di battaglie, 55 partite (di cui 41 di Vera Davis, al meglio dei cinque set), da Montecatini 2008 a Malaga 2022. È quasi ironico che l'esordio sia arrivato nel weekend ricordato per il gran rifiuto di Bolelli, travolto dalla furia federale per aver chiesto di saltare la partita contro la Lettonia perché (insieme al coach di allora, Claudio Pistolesi) voleva giocare alcuni tornei ATP in Asia per sviluppare un progetto tecnico-tattico. Una richiesta trasparente, senza trincerarsi dietro a motivazioni poco convincenti come quelle addotte da Jannik Sinner. Fognini ha giocato almeno una partita in ogni edizione, mettendoci sempre il cuore (o la faccia, come dice lui) in situazioni oggettivamente scomode. Vittorie splendenti (indimenticabile quella con Murray) e sconfitte dolorose (il KO in Kazakhstan contro Nedovyesov), ma – davvero – lui c'è sempre stato, forse per il legame quasi filiale che lo lega a Corrado Barazzutti (forse l'unico che lo ha davvero saputo prendere in tanti anni). Qualche maligno sussurra che l'esclusione possa dipendere dalla sua vicinanza allo stesso Barazzutti. Di sicuro, Fabio nutre un sincero legame con la retorica – annacquata ma viva in chi ci crede – della Maglia Azzurra.

Per questo, da amanti vintage della competizione, ci piace ricordare due partite non troppo famose ma emblematiche. La trasferta in Siberia nel 2015, spareggio per restare nel World Group. Aveva appena battuto Nadal a Flushing Meadows, poteva fregarsene, invece è andato a Irkutsk (dove?) e ha portato a casa tre punti, evitandoci l'onta della retrocessione. O tre anni dopo, quando ci permise di espugnare Morioka, contro il Giappone di Taro Daniel e del miglior Yuichi Sugita di sempre. Anche in quel caso vinse tre partite, sciroppandosi quattordici set in tre giorni. Anche in virtù di questo, fatichiamo a comprendere il mancato recupero di Sinner, che non si ritiene pronto per giocare due singolari al meglio di tre set, peraltro in giorni non consecutivi. E qui torna in mente il commento di Seppi, ovvero la scarsa memoria. È vero, verissimo, che il mondo del tennis italiano ne difetta. Nel migliore dei casi, c'è memoria selettiva. Fognini scrive “Mi dispiace non sia stata usata chiarezza e sincerità. La mia storia non lo merita”. Non c'è dubbio che la sua storia avrebbe meritato qualcosa di meglio che una pre-convocazione a Ferragosto e l'esclusione con una telefonata di Volandri a pochi giorni dal raduno. Fabio sostiene di non rientrare più nei piani “improvvisamente, senza spiegazioni giustificabili e con modalità che non ho condiviso”.

Fognini-Berrettini durante il doppio perso a Malaga. Quel giorno si è forse rotto qualcosa?

La formazione italiana comunicata il 14 agosto. Di quel team sono rimasti i soli Lorenzo Musetti e Simone Bolelli

Conosciamo solo questa versione, dunque è difficile effettuare una buona ricostruzione. Ci proviamo: come da regolamento, Volandri ha diramato le convocazioni con quattro settimane di anticipo. Fognini c'era. Dopodiché ha perso al primo turno delle qualificazioni a New York (contro il rampante Jakub Mensik), poi si è ritirato al secondo turno del Challenger di Como per un fastidio muscolare. È possibile che Volandri abbia maturato in quei giorni la scelta di sostituirlo con Vavassori, salvo poi avvisarlo al suo rientro da New York. Scandaloso? Assolutamente no. Legittimo? Certamente. Opportuno? Su questo si può discutere, ma avremmo bisogno di qualche elemento in più. Quante volte si sono visti-sentiti dal 14 agosto al 4 settembre? Si sono scambiati opinioni sulla Davis? Quale coppia avrebbe dovuto giocare? La sensazione è che ci sia stato un difetto di comunicazione che ha portato al cortocircuito di cui stiamo scrivendo. Volendo essere maligni si può fare un passo indietro di nove mesi, alle Finals 2022. Radio Spogliatoio sostiene che Fognini non abbia gradito la scelta di schierare Berrettini al suo fianco nel doppio contro il Canada. Scelta che Volandri avrebbe fatto in piena autonomia (ci mancherebbe), ma senza avvisare nessuno.

Non abbiamo elementi per sostenerlo, ma è legittimo domandarsi se il 26 novembre 2022 sia iniziato un allontanamento tra i due. Un'altra voce di Radio Spogliatoio sostiene che Volandri avrebbe un debole per la coppia Sonego-Musetti, e che in loro vedrebbe il futuro. Non sappiamo se sia davvero così, anche perché nelle pre-convocazioni aveva escluso Sonego. E con il team attuale è possibile che siano proprio loro i singolaristi: avrebbe senso schierarli in doppio avendo a disposizione Bolelli e Vavassori? È però vero che i due hanno giocato insieme a Stoccarda a Cincinnati (bene), oltre ad avere il ricordo olimpico, quando per poco non battevano i futuri campioni Mektic-Pavic. Insomma, la faccenda è complessa. Le dichiarazioni improntate alla diplomazia (Volandri) e lo sfogo di un innamorato della Davis (Fognini) non aiutano a scovare la verità. Questa faccenda, tuttavia, avrà un curioso effetto collaterale: sposterà l'attenzione dal rifiuto di Sinner, sul quale si era scritto moltissimo e si sarebbe continuato a fare. Invece la polemica vira su Fognini e sarà interessante vedere se ci saranno delle conseguenze. Ce n'è una, la più temuta: l'avventura di Fabio Fognini in Coppa Davis è finita così? Se fosse, sarebbe triste. Allo stesso tempo, sarebbe un addio in perfetto Fognini Style. A ragione o a torto, si è sentito vittima di un'ingiustizia. E non ha saputo restare in silenzio.