The Club: Bola Padel Roma
IL PERSONAGGIO

Non sarà mai un torneo come gli altri

Cresciuto in un sobborgo di Toronto, Milos Raonic ritrova il torneo di casa dopo cinque anni. Nel periodo di stop si è sposato, ha sperimentato la vita fuori dal tennis ma non ha perso la voglia di lavorare: una dieta a base di bistecche gli ha fatto perdere 18 kg. E ha imparato a vivere il presente. 

Riccardo Bisti
5 agosto 2023

Per 14 mesi, Milos Raonic non ha colpito una sola palla da tennis. Prima l'infortunio al tendine d'achille, poi quello fortuito a un dito del piede, lo hanno costretto a esplorare la vita fuori dal mondo del tennis. Ha letto parecchi libri, ha preso delle lezioni, ha parlato con alcuni ex atleti in merito alla vita dopo lo sport. Ha dedicato tempo alla famiglia, sublimato nel matrimonio dello scorso aprile con la storica compagna Camille Ringoir: adesso la coppia vive alle Bahamas. C'erano tutti gli ingredienti per declinare al passato una carriera che lo ha tenuto per 358 settimane tra i top-20, di cui 151 tra i primi dieci. In mezzo, otto titoli ATP, una finale a Wimbledon e tre finali Masters 1000. Però pensava di avere ancora un colpo in canna, così è tornato a giugno dopo due anni di sostanziale inattività. Secondo turno a 's-Hertogenbosch, stesso risultato a Wimbledon. Adesso giocherà a Toronto, nel torneo di casa. Il torneo del cuore, a due passi dalla sua Thornhill. In tante partecipazioni al Canadian Open ha raggiunto una finale, dieci anni fa, nella francofona Montreal. Perse contro Rafael Nadal.

Sui campi amici di Toronto non è mai andato oltre i quarti di finale, nel 2012 (KO contro Isner), nel 2014 (Lopez) e nel 2016 (Monfils). Difficilmente farà meglio quest'anno, anche perché il rendimento espresso negli ultimi tornei non è stato indimenticabile. In altri tempi, non avrebbe mai perso contro Jordan Thompson e Tommy Paul. “È stato snervante – racconta – vorrei divertirmi di più, ma non sono il tipo di persona in grado di godersi il momento. Mi domando sempre cosa succederà dopo”. I due anni fuori dal circuito, però, gli sono serviti. Dopo il National Bank Open lo vedremo allo Us Open, poi si vedrà. Non ha pianificato nulla e sta imparando a vivere il presente. “Ripensando alle quattro partite giocate, devo dire che sono molto felice di quello che ho fatto. Al momento ero stressato, ma almeno lottavo per un obiettivo. Se guardi le cose nel loro insieme, sono positive”.

Dopo un lungo silenzio, anche il profilo Instagram di Milos Raonic ha ripreso vita

«So di poter giocare bene, ma non è detto che questo porti a buoni risultati. Non so se arriveranno a Toronto. Stando due anni fuori dai tornei perdi la routine» 
Milos Raonic
ASICS ROMA

Il canadese ha faticosamente riconquistato una buona condizione atletica: quando ha deciso di riprovarci sul serio, ha intrapreso una curiosa dieta che prevedeva una sola bistecca al giorno. Risultato: ha perso 18 chili. “È stato più difficile il recupero che il periodo fuori dal tennis – racconta – ero continuamente assalito dai dubbi: provavo a fare qualcosa, poi c'era una battuta d'arresto ed ero costretto a fermarmi di nuovo”. Eppure ha avuto la forza di perseverare, come ha raccontato il suo tecnico d'infanzia, Casey Curtis. “Milos è un grande lavoratore, ha un approccio intelligente e dovrebbe essere orgoglioso di se stesso”. Con questo spirito si presenta al torneo di casa, il cui significato è enorme. Come Roma per Berrettini, Washington per Tiafoe (sarà proprio lui il suo avversario al primo turno), Wimbledon per Murray, eccetera. Come detto, nel 2013 ha raggiunto la finale dopo aver vinto una semifinale tutta canadese contro l'amico d'infanzia Vasek Pospisil (anche lui ammesso a questo torneo con una wild card).

“Fu molto divertente vedere quel match – ricorda Curtis – perché io e il padre di Vasek dicevamo da anni che entrambi avrebbero sarebbero arrivati a giocare i grandi tornei”. Sul connazionale, Milos dice: “Avevamo una rivalità sana e competitiva, ci siamo sempre rispettati. Diciamo che mi ha spinto a fare sempre meglio”. Non c'è dubbio che Raonic sia stato più forte del connazionale, ma le loro carriere sono state in qualche modo simili. Non solo per le origine dell'est europeo (ceche per Pospisil, montenegrine per Raonic): anche Pospisil ha vissuto i suoi migliori momenti a Wimbledon, dove ha vinto il doppio nel 2014 e i quarti in singolare nel 2015. Entrambi classe 1990, negli ultimi anni hanno lottato con gli infortuni.

Il servizio è il colpo su cui Raonic potrà fare affidamento nell'ultima parte della sua carriera

La semifinale tutta canadese del 2013 tra Milos Raonic e Vasek Pospisil

A Toronto si troveranno nello stesso tabellone dopo due anni e mezzo, ma difficilmente assisteremo a un altro scontro diretto. Potrebbero affrontarsi solo in semifinale: fantascienza tennistica. “Cercherò di battere chiunque, ma se dovessi affrontare Milos ci saebbe un po' di tensione in più per entrambi” aveva detto Pospisil, anche lui appena rientrato dopo uno stop di cinque mesi. Toronto sarà un torneo speciale perchè Raonic avrà i suoi genitori in tribuna, prima volta dopo la pandemia. “Hanno vissuto tutto quello che può offrire il tennis, dalle cose più belle fino alle peggiori. Però non voglio avere aspettative. So di poter giocare ancora bene, ma non è detto che questo porti a buoni risultati. Non so se arriveranno a Toronto. Stando due anni fuori dai tornei perdi la routine”. Secondo coach Curtis, tuttavia, ha un'arma molto importante a cui affidarsi: il servizio. Si può dare credito alla sua opinione, perché lo conosce meglio di chiunque altro. Lo ha allenato tra gli otto e i diciotto anni, dunque conosce la versione più cruda di Raonic, quella che non doveva ancora proiettare un personaggio pubblico.

Erano anni di profonda crescita, sublimata dalla qualificazione al Canadian Open nel 2009 e dai top-100 conquistati grazie agli ottavi all'Australian Open 2011, raggiunti partendo dalle qualificazioni. In questi due anni ha rivissuto quelle emozioni. Gli è piaciuto riscoprire la privacy e non essere più un personaggio pubblico. Anche per questo, forse, sa già che il tennis non farà parte del suo futuro post-agonistico. Quando gliel'hanno chiesto, ha preferito non entrare nello specifico. “So soltanto che esplorerò qualcosa lontano dal tennis. Dovessi tornarci sarà solo perché mi manca, non perché non mi sia dato la possibilità di fare qualcosa di diverso”. Ci sarà tempo per pensarci: adesso Milos Raonic si giocherà ogni cartuccia al torneo di Toronto, così vicino al sobborgo di Thornhill, laddove si allenava dalle 6 alle 8 del mattino e dalle 21 alle 23 perchè era più economico, con la macchina sparapalle acquistata dal padre. Non sarà mai un torneo come gli altri.