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IL PERSONAGGIO

Il Piccolo Sinner ha lanciato la sfida

Gli exploit a Rio de Janeiro hanno convinto Joao Fonseca a diventare professionista (saltando l'università americana, laddove sarebbe rimasto al massimo per un anno). I brasiliani sperano di aver trovato il nuovo Guga, lui idolatra Federer e ha uno stile simile a Sinner. Sarà il prossimo grande avversario di Jannik?

Riccardo Bisti
1 marzo 2024

La notizia ha fatto scalpore, forse perché l'hanno ripresa addirittura sul sito ATP, ma è meno clamorosa di come l'hanno fatta passare: Joao Fonseca non andrà all'università e si dedicherà – anima e corpo – al tennis professionistico. I riflettori si sono accesi su questo 17enne brasiliano grazie alle sue imprese al Rio Open, laddove è giunto nei quarti grazia alle vittorie su Arthur Fils e Cristian Garin. A ventisette anni dal primo grande titolo di Guga Kuerten, il Brasile sogna di aver trovato un nuovo campione dopo il piccolo dramma di Tiago Fernandes e il talento ribelle di Thiago Seyboth Wild, di cui si parla spesso anche per faccende extra-tennistiche. Fonseca no, sembra il classico bravo ragazzo da copertina: sguardo pulito, famiglia di sportivi, nessuna tendenza all'eccesso. L'ideale per costruirci una narrativa vincente.

Lo sanno bene quelli di On, il marchio di cui Roger Federer detiene diverse quote, che lo ha messo sotto contratto qualche mese fa. “Avevo altre proposte, ma mi ero messo in testa che avrei scelto On per la sua esclusività e perché era un marchio nuovo” dice Fonseca, unico testimonial On insieme a Iga Swiatek e Ben Shelton. L'università, dicevamo. Lo scorso autunno, Joaozinho e famiglia hanno visitato un paio di università americane con l'idea di andare al college prima di tuffarsi nel professionismo. Rimasero colpiti dalle strutture della University of Virginia di Charlottesville, il cui team tennistico è il più vincente in ambito NCAA. Per intenderci, hanno vinto sei volte il titolo negli ultimi dieci anni. Grazie all'opera di convincimento di coach Andres Pedroso, Fonseca ha firmato un pre-accordo che però non era in nessun modo un impegno. Era una sorta di garanzia: fosse andato al college, avrebbe rappresentato i Cavaliers e nessun'altra franchigia.

Lo sapevi che...

Vincendo lo Us Open junior lo scorso settembre, Joao Fonseca è diventato il terzo brasiliano a intascare uno Slam giovanile. Curiosamente, anche i precedenti erano arrivati a New York. Nel 2010 si impose Tiago Fernandes, mentre nel 2018 fu la volta di Thiago Seyboth Wild, che in finale superò il nostro Lorenzo Musetti.

“Se deciderà di andare al College, il progetto è trascorrerci soltanto un anno – faceva sapere il suo clan – sarebbe un'interessante alternativa per migliorare le sue qualità fisiche, mentali ed emotive, e ritornare ancora più forte nel circuito professionistico. Joao è stato chiaro con l'Università: la decisione sarà presa nel giugno 2024, e fino ad allora si concentrerà sul circuito ATP”. Questo comunicato veniva diffuso mentre faceva da sparring partner a Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e Jannik Sinner alle ATP Finals di Torino. Insomma, non c'è mai stata la reale intenzione di intraprendere la carriera universitaria. La scelta di non andarci per nulla è arrivata in anticipo, quello sì, ma solo perché i quarti a Rio de Janeiro hanno creato un hype simile a quello vissuto qualche anno fa per Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. E poi Joao – oltre alla personalità giusta – ha un passaporto invitante. Il Brasile possiede immense potenzialità, ed è chiaro che un campione brasiliano può diventare un'icona e fare la fortuna di chi si occupa di lui. Non a caso, diverse agenzie di rappresentanza gli hanno messo gli occhi addosso.

Dopo aver intascato soltanto 10.000 dollari dei 57.450 che gli sarebbero spettati al Rio Open (limite per chi ha firmato un pre-accordo NCAA), adesso potrà trattare con le multinazionali che già gli hanno fatto diverse offerte. In attesa di spuntare l'offerta migliore, gli hanno già dato una wild card per le qualificazioni di Indian Wells e addirittura una per i main draw di Miami e Madrid. Guarda caso, due tornei di proprietà IMG. Se non è una manifestazione d'interesse... Per adesso, il personaggio Fonseca è in divenire. Di lui si sa il minimo indispensabile: mamma era una pallavolista (di recente ha ripreso a giocare e ha vinto il Volei Masters, torneo riservate alle Over 50), papà faceva kitesurf, il fratello pratica surf e lui ha iniziato a giocare presso il Rio de Janeiro Country Club, portato proprio dalla madre. Il circolo si trova a 10 minuti dal Jockey Club laddove si è rivelato al mondo. Lo stesso circolo che aveva visitato – sempre con la madre – quando era un bambino di sette anni. Quell'anno vinse Nadal e – informa il sito ATP – nell'occasione strappò una foto con Thomaz Bellucci. Come ogni brasiliano che si rispetti, è un vivo appassionato di calcio. Da bambino praticava entrambi gli sport e preferiva il pallone, poi una brutta caduta mentre giocava a futsal gli ha fatto cambiare idea. “Mi sono reso conto che il calcio è troppo pericoloso, essendo uno sport di contatto”.

Joao Fonseca tornerà in gara alle qualificazioni di Indian Wells, poi ha ottenuto una wild card per il Miami Open

Il Rio Open ha segnato il dirompente esordio di Joao Fonseca nel circuito ATP

E così ha scelto la racchetta, pur continuando a essere un acceso tifoso del Flamengo (di cui guarda quasi ogni partita, e sente molto la rivalità con il Vasco da Gama). Da quando ha 11 anni si allena con il 36enne Guilherme Teixeira, ex aspirante professionista che ha fondato una piccola accademia di nome Yes Tennis, ospitata dall'Itanhanga Golf Club, sempre a Rio de Janeiro. Curiosità? Poche, pochissime, se non che ogni mattina beve succo di acaì, frutto che va per la maggiore dalle sue parti. Inoltre ama giocare a carte con suo nonno: aneddotica perfetta per costruire l'immagine del bravo ragazzo. In un'intervista di un paio di mesi fa, ha detto che i suoi connazionali lo soprannominano Piccolo Sinner perché possiede un bel servizio e ha due gambe magre e sottili. A ben vedere, sembra assomigliargli anche sul piano caratteriale.

A parte la carnagione chiara, non sembra rispecchiare il luogo comune del brasiliano sempre sorridente, a caccia di feste, fanatico di spiaggia e mare. Tutti elementi che faranno bene al suo tennis, che per adesso lo colloca al numero 343 ATP. Ma per quelli come lui il ranking non è un problema: salirà in fretta, e se anche dovesse incorrere in qualche battuta d'arresto c'è sempre il Junior Accelerator Program, che consente ai migliori giovani di mettere il naso nel circuito Challenger. Essendo stato numero 1 junior nel 2023, aveva diritto a otto main draw nei Challenger 50 e 75. Essendo entrato a tempo di record tra i top-350, avrà la possibilità di giocare otto Challenger 100 o 125 a prescindere dalla classifica. Un bell'aiuto per un ragazzo che nel 2022 ha contribuito a regalare al Brasile il successo in Davis Cup Junior. Ma basta successi giovanili, adesso i suoi connazionali vogliono qualcosa di concreto. Hanno trovato il nome giusto su cui puntare.