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DAVIS CUP FINALS

Acciaieria ItalSinner!

Un maestoso Jannik Sinner abbatte gli olandesi e spinge l'Italia in semifinale, mostrando una superiorità quasi imbarazzante. Dopo aver frustrato Griekspoor, guida Sonego alla vittoria in doppio e accende una certezza: se rimane questo, prima o poi vinceremo l'Insalatiera. Ma occhio: adesso c'è la Serbia di Djokovic.
Riccardo Bisti (Foto di Felice Calabrò)
24 novembre 2023

C'è stato un momento, preciso, in cui abbiamo capito che l'Italia avrebbe battuto l'Olanda. Doppio decisivo, 3-3 nel primo set, servizio Sonego. Una volèe ravvicinata di Tallon Griekspoor ha colpito in testa (involontariamente) Jannik Sinner. C'erano ottime ragioni per innervosirsi, irritarsi, incattivire la sfida. Invece Jannik ha sorriso verso il suo avversario. Era sereno, sa che in doppio può succedere. Con uno spirito del genere si va lontano. Quel punto ha portato a palla break gli olandesi. Gli azzurri l'hanno cancellata, poi hanno scippato il servizio a Wesley Koolhof nel game successivo, tracciando la distanza necessaria con la coppia olandese, scelta a sorpresa da Paul Haarhuis: “Pensavo soffrissero meno al servizio” ha detto il capitano olandese, la cui scelta si è rivelata clamorosamente sbagliata. Facile parlare col senno di poi, ma la coppia italiana è andata a palla break in tutti i turni di battuta di Koolhof, giocando a una sorta di tiro al bersaglio sull'uomo a rete. Hanno trasformato due chance e tanto è bastato a sigillare il 6-3 6-4 e portare l'Italia in semifinale.

Non si può neanche dire che ce la siamo vista brutta: dopo la rocambolesca sconfitta di Matteo Arnaldi conro Botic Van de Zandschulp (7-6 al terzo, con tanto di tre matchpoint a favore), è salito in cattedra Mr. Sorriso Sinner. Raramente lo avevamo visto così tranquillo, sereno, consapevole del suo ruolo da leader. Questo gli ha permesso di servire come un treno, lasciando le briciole sia in singolare che in doppio. Sotto 1-0, non ha avvertito un briciolo di tensione contro un Griekspoor che ha impostato il match come una sorta di arrembaggio. Ha giocato sovraritmo per tutto il primo set, l'ha trascinato al tie-break (“In cui ho sbagliato 2-3 palle, niente di più”), ma dopo averlo perso è sparito dal campo, frustrato dalla qualità di Sinner e – forse – nel tentativo di risparmiare qualche energia per il doppio. Ma sin dai primi scambi si è capito che non c'era alcun margine a favore della coppia olandese, che pure poteva contare su un top-10 come Koolhof (l'anno scorso era stato addirittura numero 1 della specialità).

PLAY IT BOX
La frase più significativa, in fondo, l'ha pronunciata Paul Haarhuis con cruda onestà: “Cosa ci è andato storto? Il momento in cui Sinner è atterrato a Malaga...”

La definizione più brillante l'ha data Corrado Erba, identificando le due chiavi del match che ha spedito l'Italia alla semifinale contro la Serbia, in quello che sembra il vero match per il titolo: l'altra finalista emergerà da Australia-Finlandia (oggi dalle 16, diretta Sky e RAI Sport). “Koolhof ci dimostra la mediocrità degli attuali doppisti, mentre Sinner sembra il 2.7 mandato in campo nelle gare a squadre di quarta categoria, quando si vuole a tutti i costi vincere contro la coppia di due 3.5”. È andata proprio così: Jannik è in forma psicofisica strepitosa e ha preso in mano il team azzurro, consapevole (anche se non lo dirà mai) di giocare più o meno un altro sport rispetto a tutti, tranne Novak Djokovic. E sarà particolarmente affascinante vederlo di nuovo contro il serbo, nel primo pomeriggio di sabato, terzo scontro diretto in dieci giorni. Con Sonego si trova benissimo fuori dal campo e gli ha dato una mano in avvio, quando il torinese aveva bisogno di un po' di tempo per carburare.

È stato ripagato, perché “Sonny” è cresciuto punto dopo punto, fino a essere protagonista nel secondo set. “Ci abbiniamo bene come atteggiamento – dice Sinner – non ci lamentiamo e restiamo nel presente anche in una situazione difficile. Eravamo sotto pressione, ma lo erano anche loro”. Sinner ha ribadito ancora una volta ce la pressione è un privilegio, frase che ripete spesso. Billie Jean King (che ha appena compiuto 80 anni) sarebbe fiera di lui. “Siamo molto amici fuori dal campo – ha proseguito – in doppio è diverso, devi avere ottimi riflessi, soprattutto a rete, ma oggi è stato uno dei migliori che ho giocato. Spero che mi dia fiducia per il futuro”. Inutile girarci intorno: con Sinner è tutta un'altra Italia. Intanto perché il singolare tra numeri 1 è praticamente garantito (e ci gira male pensando che il suo prossimo avversario sarà l'unico in grado di batterlo), inoltre la sua presenza spaventa gli avversari. Durante il doppio, alcune sassate in risposta hanno acceso il timore negli occhi degli olandesi, il cui unico progetto era arrivare sull'1-1 e giocarsela.

Jannik Sinner e Lorenzo Sonego hannho evidenziato un'ottima intesa, sia tecnica che umana (Foto di Felice Calabrò)

Per l'Italia è la seconda semifinale consecutiva: l'anno scorso abbiamo perso 2-1 contro il Canada

Gli stava andando bene, ma la prova del campo ha certificato che Sinner è un'altra cosa. E capitan Volandri se la ride, consapevole che la presenza dell'altoatesino mettere in secondo piano qualsiasi discorso, in particolare quelli sul doppio. Non ha mai voluto puntare su una coppia fissa, un duo di specialisti che giochi insieme durante l'anno e rappresenti una certezza per la Davis. L'anno scorso gli è andata male, ma la disponibilità di Sinner gli dà ragione: questo Jannik fa paura e ribalta ogni paradigma. Contro la Serbia sarà dura, certo, ma - dopo quanto visto giovedì – viene quasi da auspicare un doppio decisivo, scenario che prima di Italia-Olanda era una sorta di spauracchio. Ci sarà qualche ora per avvicinare il match contro Djokovic & Company, ma oggi c'è da godersi il messaggio che Sinner ha inviato a compagni e avversari: con lui in campo, l'Italia diventa una corazzata difficilmente arginabile. Onestà intellettuale fa dire che sarebbe altrettanto anche con il vecchio format, che peraltro non lo avrebbe obbligato allo straordinario di due match al giorno.

In altre parole, avremmo vinto con qualsiasi configurazione di punteggio. E adesso sognare è lecito, anche se contro la Serbia sarà una partita a scacchi: i due singolari sembrano equilibratissimi. Su Sinner-Djokovic è inutile aggiungere qualcosa, mentre la sfida tra numeri 2 è un terno al lotto. Loro hanno trovato un ottimo Kecmanovic (anche se è stato aiutato dai 48 errori gratuiti di Draper), mentre c'è da domandarsi se Volandri insisterà su Arnaldi oppure sfrutterà l'onda di arrazzamento di Sonego, che a un certo punto del doppio è entrato in trance agonistica. Lo scoglio è il peggiore possibile, ma il pomeriggio di giovedì 23 novembre ci ha dato la risposta più bella: prima o poi, questo gruppo vincerà la Coppa Davis, o meglio, quel che ne rimane. A patto che ci sia il Sinner di questi giorni. La frase più significativa, in fondo, l'ha pronunciata Paul Haarhuis con cruda onestà: “Cosa ci è andato storto? Il momento in cui Sinner è atterrato a Malaga...”

DAVIS CUP FINALS – QUARTI DI FINALE
ITALIA-OLANDA 2-1
Botic Van de Zandschulp (NED) b. Matteo Arnaldi (ITA) 6-7 6-3 7-6
Jannik Sinner (ITA) b. Tallon Griekspoor (NED) 7-6 6-1
Sinner-Sonego (ITA) b. Griekspoor-Koolhof (NED) 6-3 6-4