Test Racchette

Babolat Pure Strike 16x19

Telaio destinato ai giocatori agonisti che esalta stabilità e controllo, ma che necessita anche di braccio e gambe che spingano con la dovuta forza e precisione. Ottimo il feeling all’impatto, anche sotto rete e nelle soluzioni di tocco. Diventa fondamentale trovare il giusto set up con le corde e relativa tensione

di Staff Padel Magazine
8 giugno 2020

Come per la versione da 100 pollici, di deve scomodare il claim di questa linea: Sharp Control, letteralmente controllo tagliente, pulito. Con il modello da 98 pollici quadrati (rigorosamente con schema di incordatura 16x19, il 18x20 meglio lasciarlo gestire a Dominic Thiem), il concetto viene ancor più estremizzato nella direzione dei giocatori agonisti, con controllo e precisione ai massimi livelli ma con la necessità di mettere spinta nel colpo e la consapevolezza che gesti poco puliti e lineari o impatti decentrati non verranno granché perdonati. L’autovalutazione delle proprie capacità tecniche e fisiche (e la corretta scelta del set up con le corde) è un fattore determinante nella scelta di telai che pretendono certe caratteristiche tecniche dal giocatore per esprimere tutte le loro qualità. È la terza linea Strike buttata fuori dagli ingegneri francesi e ci sono alcune novità, a partire dal sistema C² Pure Feel che, come suggerisce il nome, aiuta ad avere un miglior feeling all’impatto, riducendo anche le vibrazioni (è l’evoluzione del sistema Cortex, già apprezzato in passato, grazie all’inserimento a ore 3 e 9 di materiale flessibile e viscoelastico) e il Control Frame Technology che permette di ottenere una struttura con caratteristiche a metà strada tra quelle tipiche di un telaio dal profilo squadrato e quelle di uno più ellittico.

Il piatto corde presenta una maggiore distanza tra le corde orizzontali (FSI Power) per aumentare la spinta. I dati tecnici non presentano estremismi: il peso è di 305 grammi con bilanciamento a 32 centimetri per avere solidità ma anche maneggevolezza e un profilo variabile che passa da 21 a 23 millimetri. La rigidità statica resta ben sotto i 70RA. Altra novità, il grip: archiviato lo Skin Feel (che riduceva l’impugnatura di una mezza misura), si è passati al Syntec Team che comunque offre ottimo comfort e una presa sicura. Nuovi anche bumper e passacorde, con la volontà di rendere il telaio più aerodinamico e permettere alla corda di lavorare liberamente, aumentando la spinta e l’accesso allo spin. Resta pur sempre un telaio destinato a giocatori di chiaro stampo agonistico.

Una racchetta che esalta controllo e precisione, ancor prima che la potenza, esattamente come richiesto dai giocatori di alto livello. Botte piatte e rovescio in back sono le esecuzioni che ne traggono i maggiori benefici

La volontà era quella di creare un telaio per agonisti che possa offrire adeguato controllo ma con un maggior comfort rispetto alle versioni precedenti? Un obiettivo condivisibile (e condiviso da diversi altri brand, secondo l’ideologia moderna) con un risultato più che accettabile, pur rimanendo all’interno di uno spaccato di utenza molto preciso (che si allarga virando sulla versione da 100 pollici): i giocatori agonisti. E anche abbastanza spinti. Pur non proibitiva come il modello Thiem, quello con schema da 18x20, la Pure Strike 16x19 è comunque una racchetta che esalta controllo e precisione, ancor prima che la potenza, esattamente come richiesto dai giocatori di alto livello. Botte piatte e rovescio in back sono le esecuzioni che ne traggono i maggiori benefici, mentre si fatica col top spin perché bisogna avere tanta spinta nel braccio per ottenere rotazione profondità. L’impatto è bello secco (66RA il valore della rigidità statica), con gli steli belli squadrati e il piatto corde che resta perfettamente stabile all’impatto, qualità che si traduce in notevole precisione della traiettoria (a patto di impattare bene nello sweet spot, altrimenti perdona davvero pochino). Il comfort non è niente male, considerando la tipologia di telaio, grazie alle tecnologie C² Pure Feel e Control Frame.

Per ottenere il meglio, bisogna pestare forte, quindi servono un braccio allenato e gambe veloci, perché i ritardi si pagano caro, con la palla che rischia di uscire troppo morbida (se soffrite di braccino, meglio lasciar perdere). A rete è una manna perché si manovra con agio (32 centimetri di bilanciamento) e la volée esce secca, decisa, precisissima. E non manca sensibilità nel tocco. Il servizio è una conseguenza di queste caratteristiche: se il movimento è bello continuo e poco strappato, allora si trova velocità e precisione, anche nello slice (più complicato dare tanta rotazione col kick).