ATTREZZATURA

TEST! Head Speed MP, la nuova racchetta di Jannik Sinner

La nuova arma di Jannik Sinner (che il campione dell’Australian Open comincerà a usare dai prossimi tornei) con specifiche tecniche simili alla versione precedente ma la tecnologia Auxetic rinnovata per un miglior feeling all’impatto. Adatta a giocatori di livello avanzato che amano spingere forte, cercano tanto controllo e precisione e una bella versatilità a tutto campo

di Staff Tennis Magazine Italia
29 gennaio 2024

Oh, sia chiaro, non è che impugnando la nuova Speed MP si riesca a tenere il ritmo forsennato di Jannik Sinner, però è evidente che stiamo parlando di un telaio che sarà tra i bestseller della stagione (e Sinner è solo parte della ragione). Dunque, una rivisitazione del modello precedente, con le specs che sono rimaste sostanzialmente identiche (e perché cambiare qualcosa che funziona a meraviglia?) con l’upgrade della tecnologia Auxetic che caratterizza da qualche tempo le collezioni Head. L’ambo ormai classico 300 (grammi di peso) x 100 (pollici di ovale) non si tocca, con un bilanciamento al cuore (32 cm) e un indice di swingweight niente male: 303 kg/cmq (tutti dati a telaio non incordato). La rigidità appare leggermente più bassa (60RA) per un maggior comfort di gioco, con una sezione da 23 millimetri costante di profilo e soprattutto lo schema di incordatura 16x19 che la distingue dal modello Pro di Novak Djokovic (un più fitto 18x20).

LA SCHEDA: Lunghezza: 68,5 cm; ovale: 100 pollici; rigidità: 60 RA; profilo: 23 mm costante; peso: 300 gr; bilanciamento: 32 cm; swingweight: 303 kg/cmq; schema incordatura: 16 x 19

È stata invece aggiornata la tecnologia Auxetic che permette alle fibre di carbonio di allungarsi o contrarsi a seconda della forza di trazione o compressione. «Maggiore è la forza applicata, maggiore è la reazione di Auxetic» dicono gli ingegneri Head. Applicata a una racchetta da tennis, si traduce in maggior sensibilità e miglior feeling, tanto più che ora l’applicazione si è estesa fin nel manico. Per questo fin dal principio si hanno sensazioni ottimali all’impatto e u comfort sorprendente

In campo è la dimostrazione di come telai di questo genere si siano evoluti perché, pur rimanendo adatti soprattutto ai giocatori agonisti di buon livello (per il livello intermedio o per i ragazzini ci sono modelli uguali ma con peso più contenuto), comfort e accesso alla spinta sono decisamente migliorati. Centrare lo sweet spot, divento col tempo più generoso, rimane una buona idea per trovare profondità, però l’impatto non è così rigido e la palla scivola via bene dalle corde. La caratteristica migliore rimane comunque il controllo perché si ha la percezione di poter picchiare a full senza andare fuori giri e soprattutto con una traiettoria precisa perché il telaio rimane super stabile all’impatto.

La nuova Head Speed MP è consigliata a giocatori di livello avanzato, con uno swing veloce e completo. Piccoli Sinner che cercano validi compromessi tra spinta e controllo.

A livello di spin, la palla non sale troppo verso l’alto ma accetta in maniera soddisfacente sia il top sia il back, soprattutto se spinto bene. Ecco, quello che richiede è uno swing completo, deciso, veloce. Chi ha movimenti corti o un po’ troppo insicuri, rischia di non sfruttare appieno le potenzialità. Da fondo si può, anzi si deve spingere con forza (ergo, astenersi pallettari), a rete si può gestire la buona manovrabilità. Considerando l’ottima sensibilità, è una racchetta ideale per il giocatore a tutto campo che predilige la fase offensiva. 

Un’altra arma da utilizzare è il servizio: la racchetta viaggia veloce e ha sufficiente inerzia per raggiungere velocità alte, però la maneggevolezza è tale da poter cambiare in fretta col polso per alternare alla botta piatta, lo slice o il kick. Per quanto riguarda il look, si gioca sempre sui colori base del bianco e nero, con una morbidezza al tatto notevole.

CONSIGLIATA A: giocatori di livello avanzato con uno swing veloce e completo, lineare e senza strappi. Piccoli Sinner che cercano validi compromessi tra spinta e controllo. Super versatile, può sfruttarla il giocatore completo a tutto campo, che ama soprattutto la fase di spinta (la traiettoria rimane stabile e dritta) ma che può disporre di un attrezzo sufficientemente maneggevole da difendere senza troppi fastidi. L’arrotino puro continuerà a preferire le tubolari profilate. Un monofilo morbido con una buona uscita di palla è il set up ideale.
LAB TEST: i dati tecnici (a telaio non incordato) sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto alla versione precedente: 100 politici di ovale, profilo costante da 23 millimetri, peso di 300 grammi, bilanciamento al cuore (32 cm) e uno swingweight che scavalla i 300 kg/cmq. Ecco, solo in termini di rigidità appare più morbida: 60RA. È stata invece aggiornata la tecnologia Auxetic che permette alle fibre di carbonio di allungarsi o contrarsi a seconda della forza di trazione o compressione. Applicata a una racchetta da tennis, si traduce in maggior sensibilità e miglior feeling, tanto più che ora l’applicazione si è estesa fin nel manico. E infatti l’impatto è più morbido e confortevole.

Il giocatore che può sfruttare al meglio questo modello di scarpa? Occorre fare un passo indietro: la Gel Resolution è studiata per i giocatori che si muovono essenzialmente sulla linea di fondo e cercano quel genere di stabilità laterale; la Solution Speed per un giocatore a tutto campo, che parte dalla linea di fondo ma si avventura spesso a rete e quindi ha bisogno di una scarpa leggera e molto flessibile; «Ecco, la Court FF3 riunisce queste caratteristiche – spiega Zandbergen -. La definiamo che best of the best». Un concetto che riassume gli studi concepiti dietro la nuova scarpa del numero uno del mondo.

Ma ci sono delle differenze tra la scarpa calzata da Novak Djokovic e quella che si trova nei nostri negozi? Sì, seppur solo in alcuni dettagli. Per esempio, lo sbordo laterale è più pronunciato nella versione Djokovic perché il fuoriclasse serbo tende a strisciare notevolmente il piede nei suoi celebri recuperi, portando il piede completamente di traverso e appoggiando al terreno la parte laterale della scarpa. Con un supplemento di gomma, può ottenere un miglior controllo della scivolata, senza perdere in grip. Chiaramente si tratta di un movimento che appartiene solo  auna certa élite di professionisti. Inoltre, varia leggermente la calzata che è più larga sia nella zona anteriore sia posteriore per una miglior stabilità. Infine, sempre su sua precisa richiesta, le scalanature sulla suola sono più profonde per una maggior flessibilità.

Il peso è di 434 grammi per una misura 44.5: non un peso piuma, nemmeno un carro armato. In campo, un giocatore agonista che si muove con una certa consistenza, avverte una maggior reattività nei cambi di direzione e nelle ripartenze. Come nel caso di Djokovic, se si esegue lo swing anche nella prima fase di appoggio (il cosiddetto zero-step shot), incrementando la fase di contatto tra suola e terreno di gioco si crea una stabilità ideale e si riduce il carico che deve sopportare il corpo. Tutto messo insieme, si traduce in più energia quando si colpisce la palla.

LA CORDA IDEALE: il giocatore di buon livello può optare per un monofilo dalla buona sensibilità per una miglior uscita di palla, con tensioni non troppo alte, tra 21 e 23 kg, da sostituire dopo una decina di ore (o anche più frequentemente se non siete a abituati a cambiare spesso le palle). Head Hawk Power e Lynx Touch per chi cerca un plus di potenza, Lynx Tour e Hawk Touch per chi desidera maggior controllo, sensibilità e spin. Nel caso si cerchi ancora più spinta e profondità, ci si può affidare a un multifilo (in questo caso a una tensione superiore di un paio di chili) o alla soluzione ibrida.

THE TESTER
Lorenzo, 52 anni, classifica 3.2
Mi ero abituato alle tubolari dal profilo molto allargato, ma le nuove generazioni di questa tipologia di racchetta mi fanno tentennare perché, rispetto alle versione di qualche anno fa, sono più gestibili e aiutano a trovare ottimi compromessi tra spinta e controllo, data la maggior stabilità della traiettoria. In sostanza, si può pestare forte con la ragionevole probabilità che la palla rimanga in campo. Ecco, con la Sinner si può picchiare con notevole controllo, prende la giusta dose di spin e può essere usata come spada o fioretto, a seconda delle circostanze. Unico avvertimento: bisogna spingere con uno swing molto completo e senza braccino.

Francesco, 45 anni, classifica 2.7
Mi impressiona la stabilità della traiettoria. Per dire, il rovescio piatto esce una meraviglia, fila via veloce, avverto un controllo totale anche quando spingo a full. Col arroto che manco Nadal e faccio più fatica. Una racchetta da giocatore moderno, ideale per chi va spesso in spinta con una leggera rotazione in top spin. La palla esce davvero facile.

Claudio, 54 anni, classifica 2.8
Sono il classico giocatore anni 80 che ama il gioco completo a tutto campo. Col tempo, mi sono abituato a sfruttare un po’ lo spin perché non si vive di sole botte piatte e da fondo riesco a manovrare bene lo scambio perché c’è velocità in uscita di palla e controllo, sensibilità e tocco. A rete è estremamente stabile a veloce e col servizio sfrutto tanto lo slice che esce benissimo. Insomma, una racchetta super completa. Si fatica solo un po’ in certe situazioni, tipo sul rosso, quando incontri l’arrotino furioso, su un campo lento, con le palle ormai sgonfie. Con certe racchette basta toccarla per farla viaggiare, anche se non sai dove: qui lo swing deve essere sempre bello completo.

Gianluca, 40 anni, classifica 3.1
Sono un adepto della Pro perché lo schema 18x20 mi ha sempre dato quell’extra fiducia di poter schiaffeggiare la palla senza rischi di perdere controllo. Però con questa nuova MP mi sembra di avere le stesse sensazioni ma una maggior facilità nell’uscita di palla: che sia arrivato il momento dello switch?

Luca, 32 anni, classifica 3.1
Difficile trovare un difetto: la palla esce facile, dritta per diritta, con gran controllo. Prende bene lo spin e l’ottima sensibilità aiuta sotto rete e nei colpi di tocco. Sopra la testa, cammina veloce e quindi col servizio si raggiungono velocità molto alte. Si può fare un po’ tutto e un po’ tutto molto bene. Una racchetta davvero completa. Forse solo chi ama lo spin esasperato potrebbe preferire una maggior profilata.

Gianluca, 34 anni, classifica 4.1
Il feeling è super: se le gambe mi portano ad avere un piazzamento corretto ed eseguo uno swing completo, è pura libidine perché la combinazione di velocità, controllo e precisione è assoluta. In difesa si fatica di più. La trovo più adatta ai giocatori offensivi rispetto a chi si piazza due metri dietro la riga e cerca di far sbagliare l’altro.

Fabio, 34 anni, classifica NC
Vedi Sinner e pensi sia sufficiente la sua racchetta per tirare dei missili e due dita dalla riga. Beh, non è proprio così. Sensazioni buone ma coefficiente di difficoltà troppo alto. Per adesso mi affido al modello Light o alla Team perché una ventina di grammi in meno si fanno sentire se il braccio non è troppo allenato. Poi fra un anno ci rivediamo...

Auxetic: io sono futuro...

Non lo dice solo Sinner in un celebre spot, ma anche gli ingegneri che hanno studiato la tecnologia Auxetic, aggiornata per questa nuova linea Speed. Auxetic prende il nome dalla parola greca auxetos che significa ciò che cresce e infatti il sistema permette alle fibre di carbonio di allungarsi o contrarsi a seconda della forza di trazione o compressione e «maggiore è la forza applicata, maggiore è la reazione di Auxetic» sostengono gli ingegneri Head. Applicata a una racchetta da tennis, si traduce in maggior sensibilità e miglior feeling, tanto più che ora l’applicazione si è estesa fin nel manico.

Lo studio di questa tecnologia è stata affidata al professor Andrew Alderson della Sheffield Hallam University, che ricerca materiali auxetici da quasi 30 anni, e al dottor Thomas Allen della Manchester Metropolitan University, un esperto globale di tecnologia delle racchette da tennis: «La costruzione Auxetic aumenta la fiducia dei giocatori nei loro colpi poiché si ottiene una migliore sensazione all’impatto, anche quando è decentrato – ha affermato Alderson -. In questi casi, alcune corde si allungano più di altre e si ottiene una reazione dove è necessario avere più sensibilità e controllo. Questo si riflette sul giocatore che può sentire meglio il colpo».

Secondo i due professori «potrebbe darsi che, grazie ai materiali Auxetic, in futuro Head possa produrre racchette in modo completamente diverso, anche con nuove forme. Potrebbe rendere più semplice progettare racchette intelligenti con sensori al loro interno ed esserci vantaggi in termini di sostenibilità. Negli anni a venire, potremmo ritrovarci a guardare indietro e dire: ‘Quella è stata la prima racchetta da tennis con compositi Auxetic, quella che ha cambiato lo sport del tennis’. Sarebbe un risultato enorme».