The Club: Bola Padel Roma
INTERVISTA

Rene Zandbergen e i segreti della Resolution 8

Rene Zandbergen è il Senior Manager di Asics Footwear: guidato dal concetto giapponese del kaizen, la volontà di migliorarsi continuamente, a lui spetta il difficile compito di studiare scarpe sempre più performanti. Nel frattempo, ci ha spiegato le caratteristiche della Resolution 8. Mentre sta già studiando la numero 9…

di Lorenzo Cazzaniga
27 novembre 2020

Le nostre scarpe sono studiate per soddisfare di atleti che possono avere esigenze molto diverse. La Resolution 8 è pensata e realizzata per i giocatori che amano spingere da fondocampo e quindi necessitano soprattutto di stabilità negli spostamenti laterali e reattività negli scatti. Però bisogna fare attenzione al concetto di stabilità: prima di tutto, serve averne sia all’esterno della scarpa ma anche all’interno. La tendenza di questi giocatori è scivolare molto e il piede deve restare fermo per non perdere aderenza e avere un senso di minor comfort.

Tanta stabilità non rischia di far perdere in reattività?
Questo è l’altro aspetto determinante perché una caratteristica non esclude l’altra. Con la Resolution 8, quando si blocca al termine dello spostamento, la stabilità laterale è eccellente, ma consente una torsione in avanti per la fase di ripartenza. In sostanza, non bisogna impedire al piede di flettersi ma consentire solo le torsioni corrette e che si possono sfruttare per essere più veloci in campo.

Quali sono le caratteristiche principali della Resolution 8?
È una scarpa ricca di tecnologia ma tre sono determinanti: Dynawrap, un sistema connesso all’allacciatura che avvolge il piede nella parte superiore come un guanto e permette di mantenerlo stabile all’interno della scarpa, in particolare quando ci si blocca prima di colpire. In quel momento, è fondamentale che i piedi siano stabili per avere un equilibrio perfetto. Il Dynawrap assiste questa necessità, col piede che non scivola all’interno. Il Dynawall anche la principale novità di questa scarpa. È posizionato all’esterno e all’interno della scarpa, sostanzialmente per tutta la sua lunghezza.

Possiamo dire che permette di avere una viva stabilità torsionale?
Vero, però bisogna ricordarsi il concetto di stabilità: blocca il piede nella direzione corretta, quando si arresta la corsa prima di colpire, ma consente supporto e flessione del piede in avanti quando si deve scattare nuovamente. Stabilità e flessibilità, la combinazione di queste due caratteristiche rende la scarpa particolarmente performante.

La terza caratteristica?
La suola. Abbiamo detto che il giocatore di fondocampo cerca soprattutto stabilità e quindi serve avere un ottimo grip col terreno. La suola della Resolution 8 non presenta intagli mediali come accade per esempio con la Solution Speed, ma la suola tocca il terreno per tutta la sua lunghezza, anche nella parte centrale. Questo consente di avere una miglior trazione e quindi stabilità e sicurezza negli spostamenti. È anche il motivo principale per cui la Resolution pesa più della Solution, perché la gomma della suola è il materiale più pesante in una scarpa.

Quanto cambia il tipo di suola tra campi duri e in terra rossa?
Sui campi duri serve un grip maggiore col terreno per non rischiare di perdere aderenza e scivolare troppo, quindi la struttura della suola e il disegno del battistrada sono studiati per garantire questa trazione. La suola per campi in terra rossa ha invece un disegno specifico che trattiene la terra quando si flette il piede al momento dello spostamento e della scivolata ma poi la rilascia, consentendo una scivolata e una ripartenza controllata.

«Bisogna avere chiaro il concetto di stabilità: il piede deve bloccarsi quando si arresta la corsa prima di colpire, ma consentire la flessione in avanti quando si deve scattare nuovamente. Stabilità e flessibilità, la combinazione di queste due caratteristiche rende la scarpa particolarmente performante»

La Resolution è la scarpa di Gael Monfils, un giocatore che stressa molto le sue calzature visto quanto e come si muove in campo. Ed è anche un tipo piuttosto stravagante: com’è lavorare con lui?
Per me è sempre una grande opportunità lavorare con atleti di alto livello. Chiaramente è anche una sfida perché bisogna trovare le soluzioni adatte e in un periodo come questo, dove è molto complicato muoversi e incontrarsi, tutto risulta ancora più difficile. Inoltre, i giocatori non vogliono mai cambiare scarpa durante la stagione ma approfittano della preparazione invernale, tra novembre e dicembre, per studiare nuovi modelli e aiutarci e migliorare la performance. Questa stagione però è piuttosto particolare perché non c’è una vera off-season e, soprattutto se si tratta di nuovi giocatori che non usavano le nostre carpe, la sfida è ancora più stimolante.

Cosa piace in particolare a Monfils della Resolution 8?
Lui desidera molto grip soprattutto nella zona dell’avampiede. Infatti si possono notare dei punti dove la densità e l’altezza della gomma è diversa e permette di entrare di più nella scarpa quando si spinge con l’avampiede. Questo consente un maggior contatto col terreno e quindi una trazione migliore. Un aspetto di cui andiamo fieri è che ogni singolo dettaglio ha una sua chiara specifica tecnica, non nasce solo per estetica.

«Il nostro obiettivo è produrre scarpe che siano sostanzialmente identiche, che finiscano ai piedi del numero uno del mondo o di un giocatore di club. Succede con Monfils e anche la Swiatek. Poi ci possono essere piccoli dettagli che cambiano»

Usate anche dei robotic test per ottenere informazioni precise su come si comporta una scarpa in un dato movimento?
In Giappone abbiamo l’Institute of Sport Science dove c’è uno staff che ogni giorno studia nuove soluzioni e può testare le tecnologie grazie a specifiche macchine. Dietro una scarpa ci sono anche tanti algoritmi e percorsi matematici ma non dimentichiamo l’aspetto umano e quindi nella nostra sede ci sono vari campi in diverse superfici per avere anche un feedback diretto di quanto si è studiato.

Ma cosa succede se un test in capo non conferma quanto studiato in laboratorio?
Si riparte dal principio e si approfondisce quella sensazione che non coincide. Una sporta di double check. Ma non ricordo sia successo molto spesso…

I giocatori professionisti usano scarpe personalizzate rispetto a quelle che troviamo nei negozi?
Abbiamo un team di customizzazione in Giappone ed è incredibile quello che riescono a fare. Per esempio quando abbiamo cominciato a lavorare con Novak Djokovic, abbiamo studiato sei o sette prototipi diversi e li avevamo a disposizione per farli testare dopo tre, quattro settimane! Però il nostro obiettivo è produrre scarpe che siano sostanzialmente identiche, che finiscano ai piedi del numero uno del mondo o di un giocatore di club. Poi ci possono essere piccoli dettagli che cambiano: Djokovic voleva maggior stabilità nella parte superiore della scarpa e quindi internamente c’è un ulteriore strato di fodera per un maggior supporto. Per il resto, la scarpa non cambia. E quella di Monfils è perfettamente identica.

«La Solution Speed è adatta a giocatori che si muovono rapidamente e a tutto campo e quindi cercano una scarpa molto leggera e tanta flessibilità, soprattutto nella parte anteriore. La Resolution è invece amata da chi cerca soprattutto stabilità negli spostamenti. La Court FF 2 cerca di combinare queste qualità»

E la nuova regina di Roland Garros, Iga Swiatek?
Stesso discorso. Per le donne cambia solo il fitting che è adeguato alle loro esigenze. Una scarpa è costruita intorno a uno stampo che varia a seconda delle situazioni e non solo tra uomini e donne. Abbiamo un tipo di fitting per il mercato americano, per quello europeo, eccetera. Abbiamo un laboratorio che studia questo aspetto che è fondamentale per offrire una calzata confortevole. Per esempio, la calzata delle donne è generalmente più stretta perché non hanno un piede largo come gli uomini e altri piccoli dettagli che possono fare la differenza. Le tecnologie sono sostanzialmente le stesse per tutti, il fitting cambia. 

E siete già pronti per la Resolution 9?
Stiamo già pensando alla numero 9 e ai nuovi concetti che verranno applicati, cercando di capire cosa possiamo migliorare. In Giappone lo chiamano kaizen, la volontà di migliorarsi ogni giorno ed è quella che ci guida quando dobbiamo studiare un prodotto. Abbiamo creato anche un questionario per giocatori, coach e maestri che attualmente usano la Resolution per avere anche un loro feedback. In questo momento la difficoltà maggiore è poter interagire con i professionisti perché non c’è modo di viaggiare e loro non stanno giocando così tanto

Il giocatore di club su quali basi deve scegliere fra tre modelli top come la Resolution, la Solution Speed e la nuova Court FF?
La Solution Speed è adatta a giocatori che si muovono rapidamente e a tutto campo e quindi cercano una scarpa molto leggera e tanta flessibilità, soprattutto nella parte anteriore. Un chiaro esempio è David Goffin. La Resolution è invece amata da chi cerca soprattutto stabilità negli spostamenti. La Court FF 2 cerca di combinare queste qualità.

Quali saranno le prossime novità che dobbiamo aspettarci dal mondo della calzatura da tennis?
I materiali cambiano e questo permette di sperimentare nuove soluzioni. I giocatori cercano sempre maggior comfort e un giorno arriveremo a personalizzare ancora di più la scarpa. Esistono già materiali intelligenti, si tratta di studiarli e poi utilizzarli nella maniera più corretta per adattarsi alle singole esigenze, come avere un’intersuola a diversa densità a seconda della flessibilità che si preferisce. Però serve ancora un po' di pazienza.