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IL CASO

Biglietti ATP Finals: ti diamo la prelazione, ma tu...

La FIT mette in vendita i biglietti per le ATP Finals, concedendo la prelazione a chi è rimasto fuori nel 2021. In cambio, chiede di rinunciare a qualsiasi pretesa sui disservizi dell'anno scorso. Il Masters rappresenta il 50% delle spese totali della federazione: nel 2021 è costato oltre 50 milioni di euro.

Riccardo Bisti
11 febbraio 2022

Chi sta seguendo i tornei della settimana su SuperTennis avrà notato una grafica in sovrimpressione: l'inizio della vendita dei biglietti per la seconda edizione torinese delle NITTO ATP Finals. Mancano nove mesi all'evento (quest'anno si svolgerà dal 13 al 20 novembre), ma la macchina organizzativa è già in moto, sia pure con una postilla: fino al 14 febbraio (la vendita libera scatterà il 18) ci sarà una prelazione per coloro (e sono molti) che non hanno potuto assistere all'edizione del 2021 per il papocchio biglietti di cui vi avevamo relazionato a suo tempo. L'Italia fece una brutta figura su scala internazionale, causando l'interessamento dei media mainstream, Iene comprese. In sintesi: nonostante le richieste di deroga, la capienza del Pala Alpitour fu bloccata al 60%. Ma erano stati messi in vendita molti più biglietti di quanti effettivamente utilizzabili, causando l'annullamento di molti  tagliandi regolarmente acquistati, anche diversi mesi prima.

La notizia giunse a 48 ore dal via, creando disagi e rabbia tra gli esclusi. Molti si sono recati ugualmente a Torino – dopo aver speso cifre importanti per viaggio e permanenza – dando vita a scene pietose fuori dal Pala Alpitour. Detto che in diverse sessioni il 60% della capienza fu ampiamente superato, gli organizzatori hanno rimborsato tutti coloro che erano stati esclusi. Le procedure sono iniziate a dicembre e sono terminate il 28 gennaio. Per ovviare al disagio, hanno concesso una finestra di una settimana per acquistare i biglietti per il 2022, peraltro allo stesso prezzo del 2021 (dettaglio importante: in virtù una policy ormai pluriennale, è prevedibile che i prezzi aumentino nel corso dell'anno). La notizia viene confermata da un comunicato sul sito della Federazione Italiana Tennis, in cui si ricalca – più o meno – il contenuto della mail pervenuta a coloro che erano stati oggetto di rimborso.

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Il 50% dell'intera spesa FIT del 2021 deriva dalle ATP Finals, che sarebbero costate (il condizionale è d'obbligo, poiché si tratta di bilancio preventivo e non consuntivo) 50.392.857 euro.

I biglietti per le ATP Finals sono in vendita da martedì 8 febbraio. La prelazione scadrà il 14, poi quattro giorni dopo scatterà la vendita libera

Nel comunicato, tuttavia, mancano alcune righe della mail che non sono sfuggite agli appassionati. E che non hanno fatto piacere. “Con tale acquisto dichiarerà di ritenersi integralmente soddisfatto e di non avere alcuna ulteriore pretesa nei confronti della Federazione Italiana Tennis relativa o connessa, direttamente o indirettamente, all'annullamento dei biglietti”. Traduzione: nel mare di polemiche dello scorso novembre, diverse associazioni di consumatori si mossero concretamente. Ci fu anche un esposto dell'ADUC (Associazione Utenti e Consumatori) che denunciava una possibile pratica commerciale scorretta, quantificando in circa 15.000 il numero di biglietti in eccesso regolarmente venduti, da cui sarebbe scaturito un ingiusto guadagno di 900.000 euro. Come detto, gli organizzatori hanno rimborsato i tagliandi in tempo accettabile (anche se c'è chi si è visto restituire il denaro oltre un anno dopo averlo speso), ma rimane la questione delle spese accessorie sostenute in anticipo: in particolare, biglietti aerei e ferroviari e pernottamenti a Torino.

La questione può avere rilevanza in termini di cause civili e richieste risarcitorie. Non sappiamo se qualcuno si sia mosso in questo senso, nè quale sarebbe l'orientamento dei giudici, ma sembra che le righe segnalate qui sopra siano una mossa per evitare pretese di questo tipo. In altre parole: oltre al (sacrosanto) rimborso, vengono offerti i tagliandi per il 2022 a un prezzo più basso rispetto a quando inizierà la libera vendita, ma in cambio del privilegio il consumatore si impegna a rinunciare a qualsiasi pretesa. Non conosciamo la ragione di questa postilla, ma è lecito immaginare il timore di perdere eventuali cause e dunque il tentativo di ammortizzarne (e magari azzerarne) l'impatto. D'altra parte, le ATP Finals rappresentano una voce importantissima nell'intero bilancio FIT. Qualche settimana fa (dopo quasi due anni senza aggiornamenti, in cui l'ultimo dato disponibile era il Bilancio Preventivo del 2020), è stata aggiornata la pagina sui bilanci FIT.

La mail ricevuta da tutti coloro che hanno diritto alla prelazione per le ATP Finals 2022

Alexander Zverev si è aggiudicato la prima edizione torinese delle ATP Finals

Il documento più aggiornato è il Bilancio Preventivo del 2021, da cui si apprende un'enorme crescita del fatturato annuo, passato da meno di 40 milioni a oltre 100. Bene, il 50% dell'intera spesa FIT del 2021 deriva dalle ATP Finals, che sarebbero costate (il condizionale è d'obbligo, poiché si tratta di bilancio preventivo e non consuntivo) 50.392.857 euro, così suddivisi:
- 12.500.000 di montepremi.
- 15.625.000 di tassa da pagare all'ATP.
- 4.865.000 per la realizzazione e l'allestimento di impianti e infrastrutture.
- 14.322.857 per servizi vari: personale, consulenze, collaboratori, ospitalità, polizze e oneri fiscali.
- 3.080.000 per la campagna promozionale.
Si tratta di una cifra enorme, peraltro non coperta dagli incassi.

Dando un'occhiata alla voce di bilancio sull'organizzazione degli eventi internazionali (di cui fanno parte anche gli Internazionali BNL d'Italia e le Next Gen Finals), si apprende che era stato ipotizzato un passivo di circa 18 milioni. A fronte di un incasso di 50.058.562, erano previste spese per 68.564.192. Il bilancio complessivo (approvato sia dal CONI che dal Collegio dei Revisori dei Conti) ha comunque previsto un pieno pareggio, recuperando il passivo grazie agli incassi da altre voci. Alla fine, gli incassi sarebbero stati di 100.065.715 a fronte di 99.715.715 di spese, a cui devono essere aggiunti 450.000 euro di imposte sul reddito. Risultato? Perfetta parità. Nonostante il periodo difficile, la FIT rimane un'azienda piuttosto solida: secondo il rendiconto finanziario, a fine 2021 il salvadanaio federale avrebbe mantenuto oltre 24 milioni di euro (24.085.190), con un leggero calo (631.850 euro) rispetto all'inizio dell'esercizio. Nulla di preoccupante, ma è chiaro che i rimborsi abbiano creato un danno imprevisto, e che ulteriori pretese risarcitorie sarebbero potenzialmente fastidiose per le casse federali. Alla luce di questi numeri è possibile farsi un'idea più chiara sul contenuto della mail inviata ai rimborsati. Chissà in quanti accetteranno queste condizioni.