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LA STORIA

Quando perdere 6-0 6-0 è un trionfo

Un dimagrimento di 90 chili ha dato a Joey Dillon la fiducia per iscriversi ai tornei professionistici. Non ha il livello necessario, deve ancora vincere un game, ma si gode un processo fatto di piccoli progressi. A Columbus ha tirato il terzo colpo vincente della sua carriera. E a gennaio sarà a Melbourne per l'Australian Open degli omosessuali. 
Riccardo Bisti
21 novembre 2023

Qualche giorno fa è diventato virale il filmato di un match di qualificazione al torneo ITF di Columbus, Ohio. In campo due giocatori troppo, troppo diversi tra loro. Il polacco Piotr Pawlak (n.1674 ATP) si è imposto 6-0 6-0 contro l'americano Joey Dillon. Quest'ultimo si è esposto al pubblico ludibrio, esprimendo un livello inadeguato per un torneo professionistico. In tanti hanno sorriso, qualcuno lo ha preso in giro. Ma dietro la presenza di Dillon c'è una bella storia. Una storia che è il pilastro delle sue sette partecipazioni a tornei professionistici, dal 2021 a oggi. Sette partite, sette sconfitte, tutte col punteggio di 6-0 6-0. Ma se per Djokovic e compagnia il punteggio è l'unica cosa che conta, per Dillon è importante esserci. E provarci. Qualche anno fa aveva raggiunto un peso talmente eccessivo da essere pericoloso per la sua salute.

E così è iniziato un processo di recupero: un bypass, due operazioni per rimuovere la pelle in eccesso e tanto impegno (grazie allo stesso programma di controllo del peso usato dalla WTA) gli hanno permesso di perdere 90 chili. Sì, 90. A quel punto ha potuto dare libero sfogo alla sua passione per il tennis, ormai ventennale. Classe 1991, Dillon si è appassionato al gioco nel 2002, ancora bambino, quando vide la finale del Roland Garros tra le sorelle Williams. Non aveva mai visto una partita, ma rimase stregato. Essendo un gemello, aveva pensato che anche loro lo fossero. “E questo mi ha attratto”. Da allora ha sempre sognato di diventare un tennista, ma era consapevole che con il suo fisico sarebbe stata dura. Quando ha stabilizzato il suo peso, ha voluto togliersi lo sfizio di giocare ai massimi livelli. In fondo non importa se sei un aspirante fenomeno o vali un quarta categoria: basta spendere 65 dollari per la licenza annuale del sistema IPIN, lo strumento che permette di iscriversi ai tornei ITF, indipendentemente dal livello. E così Dillon ha provato a infilarsi in qualche evento, nella speranza che il tabellone delle qualificazioni non avesse abbastanza iscritti.

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«Il mio sogno è vincere un game. Il massimo sarebbe perdere 6-1 6-1, o magari raccogliere due game nello stesso set. Vincere una partita? Devo essere onesto: per riuscirci, dovrei avere il sorteggio della vita» 
Joey Dillon

“Non ho mai tolto il posto a nessuno, ho semplicemente sfruttato un'occasione – ha raccontato all'agenzia EFE – molti si domandano perché lo faccia, o perché mi lascino giocare. Ma è il bello degli sport individuali, tutti ci possono provare. E ho avuto l'opportunità di giocare contro Stefan Dostanic, numero 579 ATP. Il prossimo marzo avrà una wild card per il torneo di Indian Wells”. L'incontro risale al luglio 2022 al torneo di Champaign, Illinois, e finì 6-0 6-0. Come tutte le partite giocate da Dillon, che però è soddisfatto dei suoi progressi. “Intanto non ho mai subìto un golden set”. Significa che ha sempre fatto almeno un punto per set. Grazie all'applicazione Swing Vision registra ogni suo incontro e tiene traccia di quello che accade. La scorsa settimana era entusiasta della sua performance a Columbus: non solo ha portato a casa 15 punti, ma nel primo game ha tirato un colpo vincente. Un bel dritto lungolinea nel primo quindici dell'incontro.

“È stato sconvolgente, perché c'ero riuscito soltanto altre due volte. Mi capita di vedere alcuni giocatori del mio livello che scendono in campo con l'idea di vincere. Io non sono così. Per me è un mettersi alla prova, un modo per prendere una lezione di vita”. E anche per migliorare le sue skills sociali. Essendo molto timido, fatica a trovare qualcuno con cui allenarsi perché si vergogna di chiederlo. “Ho paura che la vedano come una perdita di tempo”. E allora si presenta al club con ore d'anticipo, lavora da remoto mentre osserva gli altri, effettua un breve riscaldamento e poi scende in campo. Sebbene sia molto attivo sui social media, non va in cerca di notorietà gratuita. Il suo atteggiamento è piaciuto ai suoi avversari. “Ovviamente non mi vedono come un rivale, ma utilizzano la partita contro di me per provare cose nuove. Nessuno è scortese, sono tutti gentili. Qualcuno mi ha scritto dopo aver scoperto la mia storia. So di non avere il livello per competere a questi livelli, però leggere certe parole mi aiuta a vincere le mie insicurezze”.

Joey Dillon ha vinto un torneo GLTA a Washington, lo scorso settembre

In questo filmato, Joey Dillon racconta il processo che lo ha portato a perdere 90 chili

Giocare i tornei professionistici, tra l'altro, è propedeutico alla sua attività principale: Dillon, infatti, è molto attivo nel GLTA World Tour, acronimo di Gay and Lesbian Tennis Alliance. Un circuito mondiale dedicato ad amatori omosessuali, diviso in categorie in base al livello di gioco. Ci sono tornei in tutto il mondo e migliaia di iscritti. Quest'anno Dillon ha giocato una dozzina di tornei, raccogliendo un titolo e tre finali. In questo modo si è classificato secondo nella sua categoria (la Divisione C, riservata ai giocatori di livello intermedio, 3.0 nell'NTRP Rating) e questo gli ha permesso di qualificarsi per i tornei che si giocheranno in Australia in gennaio. Già, perché oltre ai circuiti ATP, WTA, junior e wheelchair, anche gli eventi GLTA sbarcheranno down under. Lo si vedrà in azione a Sydney, Perth, Hobart e Melbourne per l'Australian Open degli omosessuali, definito Glam Slam. Avrà l'onore di giocare sui campi di Melbourne Park: l'evento è patrocinato da Tennis Australia e si giocherà dal 26 al 28 gennaio, proprio nel weekend finale dell'Australian Open.

Giovedì 25 gennaio si celebrerà il Pride Day, poi via alle competizioni con le finali previste sul Campo 6. Una soddisfazione immensa per Dillon, che però non abbandonerà le sortite nel circuito professionistico. “Il mio sogno è vincere un game. Il massimo sarebbe perdere 6-1 6-1, o magari raccogliere due game nello stesso set. Vincere una partita? Devo essere onesto: per riuscirci, dovrei avere il sorteggio della vita”. Non si sa mai, anche perché non gli mancano tenacia e ottimismo. “A Columbus ho giocato mille volte meglio rispetto a un anno fa. Vedere questi miglioramenti è emozionante e mi motiva a migliorare. Il bello del tennis è che si può sempre migliorare. Lo può fare persino Novak Djokovic”. In fondo, essere un vincente è soprattutto questo: migliorare sempre, a prescindere dal proprio livello. Dillon ne è consapevole e vive la sua avventura con il sorriso. Il sorriso di chi sa che il tennis gli ha salvato la vita.