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INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA

Palmieri: “Roma con il 25% di pubblico”

Parlando con José Luis Clerc su ESPN, il direttore degli Internazionali BNL d'Italia si esprime per la prima volta sul numero di spettatori che potrebbero accedere al Foro Italico. “Un quarto del totale non sarebbe male. E comunque il grosso del pubblico è in TV”. I dubbi sul campo di partecipazione e una tirata d'orecchie a Djokovic.

Riccardo Bisti
18 luglio 2020

Da quando ATP e WTA hanno annunciato i nuovi calendari, su Roma è caduto un silenzio assordante. Di solito gli organizzatori offrono tanti dettagli sull'evento, mentre sugli Internazionali BNL d'Italia 2020, previsti dal 20 al 27 settembre, non è stata data alcuna informazione. Eppure ci sono decine di migliaia di persone in attesa: quelli che hanno speso cifre importanti per i biglietti, ma ancora non sanno se potranno assistere al torneo o magari avere diritto a un rimborso. Per questo, diventano ossigeno informativo le recenti dichiarazioni di Sergio Palmieri, direttore del torneo sin dal 2003 (quando prese il posto del licenziato Adriano Panatta). In una videointervista per ESPN Tenis con l'ex top-5 José Luis Clerc (vincitore del torneo nel 1981), Palmieri ha rilasciato una dichiarazione importante: è possibile che possa mettere piede al Foro Italico circa il 25% del pubblico abituale. “L'anno scorso ci sono stati 230.000 spettatori – dice Palmieri – in un giorno siamo arrivati ad accogliere 28-30.000 persone. Questi numeri devono essere completamente... se abbiamo il 25%, un quarto di quelli che normalmente ci dovrebbero essere, sarà comunque importante per noi”. Il direttore degli IBI ha poi affermato che il grande pubblico non è tanto quello in loco, ma chi segue il torneo in TV.

Avere il 25% sarebbe importante sul piano economico, ma il grosso del pubblico in è in televisione. La gente sul posto è importante per chi gioca, perché crea l'atmosfera, ma non dobbiamo dimenticare che c'è un pubblico enorme davanti agli schermi. Un torneo come Roma è seguito in tutto il mondo”. A due mesi dallo svolgimento, non ci sono ancora informazioni certe sulla policy dei biglietti. Prendendo per buone le frasi di Palmieri, il 75% del pubblico non potrà accedere a Roma. Ci sta, considerando che il calcio punta a riaprire gradualmente gli stadi proprio a settembre. Impossibile pensare a un accesso tradizionale. E allora ci si domanda che fine faranno i tantissimi biglietti già venduti, ma che non saranno utilizzabili. A differenza di quasi tutti gli altri tornei oggetto di rinvio o cancellazione (l'ultimo è stato lo Swiss Indoors di Basilea), Roma non ha dato informazioni precise. Gli appassionati hanno ricevuto una mail in cui si promettevano future informazioni sulle modalità di riprotezione dei biglietti. Riprotezione è un termine utilizzato nel mercato aereo, pressoché sconosciuto per gli spettacoli.

Roma non potrà accogliere assembramenti come quelli che siamo soliti vedere quando una star come Rafa Nadal mette piede al Foro Italico

"In un giorno siamo arrivati ad accogliere 28-30.000 persone. Questi numeri devono essere completamente... se abbiamo il 25%, un quarto di quelli che normalmente ci dovrebbero essere, sarà comunque importante per noi" Sergio Palmieri

Non sarà facile trovare una soluzione: se davvero entreranno il 25% degli spettatori, con quali criteri si stabilirà chi potrà accedere e chi no? Privilegiando chi ha acquistato per primo il biglietto? Ma se due amici hanno pianificato il viaggio insieme e il primo lo ha acquistato a settembre e il secondo a gennaio? Ancora più delicata la decisione per quel 75% di biglietti inutilizzati. I soldi saranno restituiti, oppure saranno tenuti validi per l'edizione 2021? Non è una scelta facile. La restituzione dei soldi creerebbe un danno alle casse federali, ma tenerli validi per l'anno prossimo anestetizzerebbe la biglietteria per il 2021, impedendo gli aumenti dei prezzi che sono ormai una costante, anno dopo anno. La soluzione più corretta sarebbe stata quella adottata dal Roland Garros: restituire subito i soldi non appena il torneo di maggio è saltato, salvo poi aprire una nuova biglietteria per l'evento di settembre. Oltre a essere più friendly, la soluzione avrebbe preservato la libertà nello scegliere i prezzi per la prossima edizione.

Nel suo intervento con Clerc, Palmieri hano toccato anche altri argomenti. Dopo aver visionato i protocolli di sicurezza per la ripresa dei tornei, ha ritenuto eccessive alcune misure. “La raccomandazione ATP-WTA è che i giocatori non facciano la doccia nello spogliatoi – dice Palmieri – dovrebbero tornare in hotel e lavarsi lì. Questo è ridicolo. Troveremo una soluzione: a Roma abbiamo parecchi spogliatoi e cercheremo di concentrarvi meno giocatori possibili. Ma come si può pensare che debbano fare la doccia in albergo? Se devono giocare il doppio, che fanno? Tornano in hotel, si fanno la doccia e poi rientrano al Foro? Le precauzioni vanno bene, ma non bisogna esagerare. Le soluzioni ci sono e sono più che fattibili: vanno trovate”.

"Credo l'Adria Tour sia stato un fatto grave, non solo per Croazia, Serbia e chi ha giocato, ma perché ha messo a rischio tutto il movimento del tennisSergio Palmieri

Il film dell'ultima edizione degli Internazionali BNL d'Italia

Palmieri ha mostrato una certa consapevolezza sul campo di partecipazione: non sarà quello a cui siamo abituati. Non ci sarà l'obbligatorietà di partecipazione dei migliori, e con un calendario così compresso è logico che i tennisti dovranno fare delle scelte. “Nadal, Federer e Djokovic hanno dimostrato di non avere svantaggi fisici rispetto ai più giovani, ma con New York, Madrid, Roma e Parigi uno dopo l'altro, anche Nadal e Djokovic dovranno pensare se giocarli tutti, oppure effettuare delle scelte. Hanno superato i 30 anni e quando giocano arrivano quasi sempre in fondo al torneo”. Roma ha il vantaggio di non essere a ridosso dello Us Open, ma lo svantaggio di precedere il Roland Garros. La sensazione è che un tabellone con 4-5-6 top-10 sarebbe già un buon risultato. Mantenendo una certa diplomazia, il bolognese si è concesso una tiratina d'orecchie a Djokovic: “Sul piano umano e sociale, l'Adria Tour è stata una splendida idea perché ha cercato di unire due Paesi martoriati dalla guerra come Serbia e Croazia. Però doveva stare più attento ai reali problemi sanitari. Penso che lo abbia capito, anche se in ritardo.

Credo che sia stato un fatto grave, non solo per Croazia, Serbia e chi ha giocato, ma perché ha messo a rischio tutto il movimento del tennis. Il nostro sport è meno pericoloso perché è individuale e comprende il distanziamento. Con l'Adria Tour abbiamo perso questo vantaggio: se una manifestazione produce tutti questi contagiati, si può pensare che il tennis sia pericoloso come altri sport. Invece io credo che ci sia una bella differenza”. I modelli a cui stiamo assistendo in questi giorni (Bett1ACES, World Team Tennis e altri) sono un buon esempio di come si possa giocare, pur rinunciando a un certo tipo di atmosfera. Ci conviene guardarli con attenzione, perché gli Internazionali BNL d'Italia potrebbero avere un'atmosfera simile. Nella speranza che venga trovata la soluzione migliore per tutelare gli appassionati.