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LA STORIA

“Sei transessuale? Non devi giocare”

Una ragazza di 27 anni, transessuale, si era iscritta a un torneo USTA nel Wyoming. Donna dal 2017, non aveva mai avuto problemi. A seguito delle pressioni della comunità locale, è arrivato il forfait. 46 anni dopo Renèe Richards, e nonostante regole molto chiare, il tema è ancora oggetto di discussioni.

Riccardo Bisti
5 agosto 2023

Tra un paio di settimane, Renèe Richards compirà 89 anni. Ama ancora il tennis, ma ormai preferisce il golf. Nonostante sia stata un simbolo degli atleti transessuali, ha scelto un basso profilo. Appesa la racchetta al chiodo nel 1981, dopo quattro anni nel circuito WTA, si è rifiutata di diventare un portavoce del mondo transessuale. Per questo, c'è da credere che nessuno le chiederà un parere su quanto è accaduto nel Wyoming. C'è una ragazza di 27 anni, di nome Brooklyn Ross, che si era regolarmente iscritta a un torneo che si terrà da oggi a domenica presso l'Holiday Park di Cheyenne. Un torneo affiliato alla USTA, più o meno l'equivalente di un nostro “Open”. Ma Brooklyn – che non ha alcuna aspirazione da professionista – è transessuale. Apriti cielo. In Wyoming si è creato un dibattito infinito, giunto persino nelle aule della politica. C'è chi ha scritto articoli indignati per la sua partecipazione, chi ha fatto pressioni social per denunciare questo presunto scandalo, perché la direttrice del torneo Peg Connor aveva fatto l'unica cosa possibile: accettare la sua iscrizione in nome delle norme USTA, il cui virgolettato è molto chiaro.

"Il tennis prospera quando lo sport abbraccia l'inclusione. Per questo motivo è aperto a tutti indipendentemente da età, etnia, razza, background religioso, orientamento sessuale o identità di genere". La partecipazione della Ross ha portato alle dimissioni di Jackie Fulkrod, (ormai ex) presidentessa della Cheyenne Tennis Association. Già che c'era, si è dimessa anche sua madre Mary. “Se un tabellone è pensato per le donne, è ingiusto che un uomo giochi contro una donna – ha detto – la presenza di un transgender va contro la mia integrità. Inoltre, essendo un torneo Open, potrebbe giocare contro ragazze molto più giovani”. Adesso: per quanto il circuito WTA non accolga neanche una tennista transgender, c'è un regolamento chiarissimo per le giocatrici che hanno cambiato sesso. È illustrato sul sito WTA ed è approvato dall'ITF e – di rimando – dalla USTA. In sintesi, se ci si dichiara donna è obbligatoria una cura ormonale per ridurre al minimo i vantaggi biologici e la condizione deve essere costantemente monitorata.

La storica partecipazione di Renèe Richards allo Us Open 1977

Il caso di Renèe Richards

Nata come Richard Raskind, nell'agosto 1975 (a 41 anni di età) si è sottoposta a intervento chirurgico per il cambio di genere, diventando così Renèe Richards. La sua idea era ritirarsi a vita privata, la la passione per il tennis era troppo grande. Nel 1976 vinse un torneo a La Jolla con il nome di Renèe Clark, ma fu scoperta. A quel punto la questione divenne di interesse nazionale. La USTA disse che non le avrebbe permesso di partecipare ai tornei femminili a meno che non avesse superato un test di screening cromosomico. Lei si rifiutò e iniziò un'aspra battaglia legale: la faccenda arrivò alla Corte Suprema. Con una sentenza di 13 pagine il giudice Alfred Ascione stabilì che, in quanto donna, avrebbe potuto giocare lo Us Open femminile senza sottoporsi ad alcun test. Rigettò anche l'istanza della USTA secondo cui il caso Richards avrebbe potuto spingere decine di uomini a cambiare sesso per avere vantaggi competitivi. Nel 1977, dunque, partecipò al torneo. Perse al primo turno contro Virginia Wade, ma giunse in finale in doppio. Nei quattro anni di carriera sarebbe entrata tra le top-20, salvo poi ritirarsi – stavolta definitivamente – a vita privata. È diventata un oftalmologo di fama mondiale, con oltre 20.000 interventi. 

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La Ross ha cambiato sesso sei anni fa, dunque la sua partecipazione ai tornei femminili è perfettamente regolare. Classe 1996 (ha compiuto 27 anni lo scorso 8 giugno) e nata a Littleton, in Colorado, si è iscritta all'università nel 2019 e ha appena terminato il quarto anno. Dopo due anni presso la Metropolitan State University di Denver, nel 2021 si è spostata a Tyler, presso l'University of Texas. I suoi risultati non sono indimenticabili: limitandoci al singolare, dopo l'8-8 dello scorso anno, quest'anno ha raccolto un bilancio di nove vittorie e undici sconfitte. Ciononostante, si trova in nona posizione nell'ITA Collegiate Tennis Ranking, nella classifica limitata all'area South Central. “Vorrei che chi si oppone alla mia partecipazione venga a vedere le mie partite – aveva quasi sussurrato – non c'era motivo che la Fulkrod si dimettesse”. Ha fatto sapere di non avere avuto mai alcun problema legato al suo status. “Compagne e allenatori lo sapevano. Forse qualche avversaria no, ma sono stata premiata come atleta più sportiva della conference. Per me è molto importante, significa che rispetto il gioco e le mie avversarie”. Non è bastato: proprio in queste ore è giunta notizia del suo forfait.

Il tabellone femminile aveva soltanto 6 partecipanti, sono rimaste in tre. Brooklyn era reduce da un torneo in Florida, Stato che nel 2021 ha vietato ai transessuali la partecipazione agli sport femminili nelle scuole dell'obbligo e al college. Il Wyoming ha recentemente approvato una norma simile (anche se limitata alla fascia d'età tra i 7 e i 12 anni), quindi non sarebbe stata applicabile al suo caso. Ci furono grandi polemiche: il governatore Mark Gordon era apertamente contrario alla legge. È stato costretto a farla entrare in vigore, ma non l'ha firmata e l'ha definita draconiana e discriminatoria. Tornando al caso specifico, Jackie Fulkrod ha giustificato così le sue dimissioni. “È una scelta basta esclusivamente sul fatto che non potevamo in alcun modo proteggere la nostra organizzazione e le altre atlete”. A suo dire, la maggior parte dei membri del consiglio la pensano come lei, ma sono rimasti in silenzio perché temono cause legali. Quando le hanno chiesto della Ross, ha aggiunto: “Se prendi una decisione da adulto (quella di cambiare sesso, ndr) devi accettare le conseguenze che ne derivano, e l'assenza di divisioni sportive riservate ai transessuali è una di queste”.

Classe 1996, Brooklyn Ross è nata a Littleton, in Colorado

Il manifesto della Governor's Cup. Al tabellone Open femminile prenderanno parte tre sole giocatrici

Aveva poi detto di essere preoccupata perché la Ross avrebbe potuto utilizzare i bagni femminili della Cheyenne Centrale High School, altra sede di un torneo giunto alla sua 51esima edizione. Cheyenne è una cittadina di circa 65.000 abitanti ed è normale che una vicenda del genere abbia avuto enorme risonanza in una piccola comunità, che peraltro sembra spezzata in due. Tra i contrari alla partecipazione della Ross c'erano anche alcune aziende del posto, che hanno ritirato la loro sponsorizzazione. Ma c'è anche chi la pensa diversamente: Wendy Volk è a sua volta sponsor e ha rafforzato il suo impegno economico per compensare le perdite. Madre di due baby tenniste, oltre ad avere idee ben più tolleranti ha aggiunto che sfidare un transessuale può essere molto utile, perché si tratta di un test in grado di elevare il livello delle giovani tenniste. “In assenza di divisioni femminili, da ragazza ho giocato nelle squadre maschili di calcio e di golf. Questo mi ha permesso di essere ancora più competitiva: in ogni disciplina, per migliorare, bisogna affrontare chi è più forte”.

L'assenza della Ross è'certamente una sconfitta: si può discutere sull'eventuale vantaggio fisico (e dunque agonistico) di un transessuale su una donna, ma lei aveva agito nel pieno rispetto dei regolamenti ed esercitava un suo diritto. E poi – aggiungiamo noi – le norme sono talmente precise e restrittive da garantire una sostanziale par-condicio. Sarà contento il senatore Anthony Bouchard, conservatore, che nei giorni scorsi si era opposto fermamente alla partecipazione della Ross, con diversi post sulla pagina Facebook della legislatura del Wyoming. In uno di questi aveva confrontato la velocità media del servizio nei circuiti maschile e femminile. Tra i commenti è comparso quello di una ragazzina. “Ciao senatore Bouchard, ho 13 anni. Ti sfido a una partita di tennis, con questi termini: quando ti avrò battuto, dovrai lasciare in pace i miei amici transgender”. Bouchard non ha risposto e ha cancellato il suo post. Però l'ha avuta vinta lui. Sì, forse sarebbe servito un commento di Renèe Richards.