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Da reietto a capitano: la rivincita di Volandri

La FIT non rinnova con Corrado Barazzutti e nomina Filippo Volandri capitano di Coppa Davis. È la sublimazione di un riavvicinamento iniziato anni fa dopo le violente polemiche nel 2005, quando la dirigenza, indispettita dalle richieste del suo manager, chiese a Barazzutti di non convocarlo. “Penso di avergli dato una mazzata troppo grossa” ammise Binaghi. Oggi ha completato l'indennizzo.

Riccardo Bisti
24 gennaio 2021

Filippo Volandri è il nuovo capitano del team italiano di Coppa Davis. Prende il posto di Corrado Barazzutti, in sella dal 2001. Il cambio è stato ufficializzato con un breve comunicato istituzionale. È un passaggio storico, poiché Barazzutti era stato l'unico capitano di Davis sotto la presidenza Binaghi: una delle prime mosse dell'ingegnere sardo fu il licenziamento di Paolo Bertolucci a favore di Barazza. Il tecnico friulano è rimasto in sella per vent'anni, metà trascorsi nelle serie inferiori e gli ultimi con alcuni buoni risultati (su tutti la semifinale nel 2014) e qualche ambizione strozzata. Leggendo tra le righe, si evince che è stata una scelta dirigenziale. Fu Barazzutti a dimettersi dalla Fed Cup dopo la retrocessione del 2016, mentre stavolta si parla di mandato scaduto. Al di là dei risultati (23 vittorie e 20 sconfitte: salvo qualche oscillazione, sono stati in linea col valore del materiale a disposizione), il capitanato di Barazzutti è stato così lungo per la sua lealtà (o fedeltà) verso la dirigenza. Non è mai successo che Barazza andasse contro alla linea federale, anche quando la politica si è insinuata in questioni tecniche. La mente corre ai casi di Simone Bolelli (2008) e Andreas Seppi (2010): eppure, udite udite, non furono i più clamorosi. In un'intervista con chi scrive, il presidente FIT Angelo Binaghi ammise che la tranvata più grande non fu data a Bolelli o Seppi, bensì a... Filippo Volandri. Le sue testuali parole: “È stato l'unico giocatore a cui abbiamo imposto la non convocazione in Coppa Davis. Non sono pentito di quella decisione, andava fatta, però mi rendo conto che una scelta del genere non poteva prescindere da un effetto sul giocatore. E Filippo non lo meritava. In altre parole: se c'è un giocatore a cui penso di aver dato una mazzata troppo grossa, è indubbiamente Volandri”.

Chi conosce la storia ha il dovere di ricordarla e prendere atto del radicale cambiamento dei rapporti, peraltro già maturato nel tempo. Come è noto, Volandri è Direttore Tecnico Nazionale dal 2018. Un ruolo importante, operativo. Ma non c'è dubbio che la panchina di Coppa Davis (o meglio, quel che rimane di una competizione ormai deturpata) abbia ben altro valore in termini di prestigio e visibilità. “Ringrazio il Consiglio Federale per la fiducia riposta in me – ha detto Volandri – in questo momento così importante nella mia carriera di tecnico un grazie altrettanto sentito va poi a Corrado, che nel 2001, appena nominato capitano, mi fece debuttare in Coppa Davis nonostante fossi ancora un ragazzo. Spero di riuscire a onorare quanto lui questo ruolo”. Tuttavia, tra Volandri e la federtennis non è sempre stato rose e fiori. Molti non sanno – e pochissimi ricordano – a cosa alludeva Binaghi nel 2016.
Lo facciamo noi.
Nel 2005, Volandri era il numero 1 italiano e riteneva di essere uno dei più forti sulla terra battuta. Forte di alcuni buoni risultati nel biennio precedente, rispose così a chi gli chiedeva se avrebbe potuto vincere il Roland Garros: “Sulla terra penso di potermela giocare con tutti. Nadal al momento è più forte, è vero, ma anche con lui non parto affatto battuto. Vincere uno Slam è una storia lunga. Ma vorrei riuscirci. A Roland Garros ha vinto Gaudio, è arrivato in finale Puerta, tutta gente che ho battuto. Sono cose che ti fanno pensare. Diciamo che spero di riuscirci anch’io”.

ASICS ROMA
"Le convinzioni di Volandri sono incompatibili con i valori degli sportivi. La scelta del Consiglio Federale evita al giocatore anche un possibile provvedimento disciplinare nel caso in cui, essendo convocato, non avesse risposto alla chiamata della Nazionale"
Comunicato Federtennis, settembre 2005
Il momento più alto del capitanato di Corrado Barazzutti: la vittoria contro la Gran Bretagna di Andy Murray a Napoli, grazie a un grande Fognini. Il percorso si sarebbe interrotto in semifinale contro la Svizzera

Dal 23 al 25 settembre 2005, l'Italia avrebbe ospitato la Spagna di un giovanissimo Nadal in un playoff per tornare nel World Group. Nell'incredulità generale, Barazzutti scelse di giocare sulla terra battuta. L'idea era costruire la squadra attorno a Volandri. Un mese prima della sfida, tuttavia, esplose il bubbone. Stefano Sammarini, all'epoca manager di Volandri, inviò alla FIT una lettera in cui avanzava una serie di richieste economiche. Lo fece a nome di Volandri, ma anche per conto di Andreas Seppi, Potito Starace e Giorgio Galimberti. I contenuti indignarono la FIT, che decise di renderla pubblica. Eccola.

“Formuliamo la presente in nome e per conto dei Sigg.ri Filippo Volandri, Potito Starace, Andreas Seppi e Giorgio Galimberti, i quali ci hanno conferito l’incarico di rappresentarli al fine di portare a Vostra conoscenza le condizioni economiche relative alla loro eventuale partecipazione al prossimo incontro di Coppa Davis nonché a quelli successivi per i futuri quattro anni. 
Indichiamo pertanto qui di seguito i compensi proposti da versare a favore dei suddetti atleti: 

COMPENSI A FAVORE DEGLI ATLETI: 
- Per l’incontro ITALIA-SPAGNA (23-25/09/2005) euro 100.000 al netto di ritenute fiscali, da versarsi entro i 30 giorni successivi all’ultimo giorno di gara dell’incontro Italia-Spagna, previa presentazione fattura; 
- Per gli incontri che si disputeranno nell’arco dei successivi 4 anni 100% del prize money ITF nonche 100% del PILA ITF (payement in lieu of advertising) (*) entro i trenta giorni successivi all’ultimo giorno di gare, previa presentazione fattura; 

SUDDIVISIONE DEI COMPENSI FRA GLI ATLETI 
- Per quanto all’incontro di COPPA DAVIS ITALIA-SPAGNA, sopra indicato, il compenso di € 100.000 verrà direttamente fatturato dalla società scrivente, che provvederà a suddividerlo tra i giocatori secondo loro precise indicazioni; 
- Per quanto ai successivi incontri che si disputeranno nell’arco dei successivi quattro anni: 
- Il prize money ITF sarà diviso in parti uguali tra i quattro convocati titolari; 
- Il PILA verrà suddiviso con le seguenti percentuali: 
- 35% a ciascuno dei singolaristi e 15% a ciascuno dei doppisti. 
A chiarimento e conferma di quanto sopra esposto, viene evidenziato che per quanto afferente ai futuri incontri che si disputeranno nei prossimi quattro anni, se un giocatore, pur convocato fra i quattro titolari, non prende effettivamente parte né all’incontro di singolo né a quello di doppio, non avrà diritto ad alcunchè per quanto al compenso PILA, ma esclusivamente alla quota, come sopra indicata, del compenso relativo al prize money ITF. 
A Vostra totale disposizione per ogni eventuale chiarimento, restiamo in attesa di Vostra cortese e accettazione che, compatibilmente con la tempistica istituzionale, sarebbe auspicabile, anche per permettere agli atleti di preparare con tranquillità i futuri impegni agonistici, pervenisse quanto prima e comunque entro e non oltre il giorno 10.09.2005. 
Distinti saluti”.

(*) Il PILA ITF era la quota ricevuta dagli sponsor internazionali della competizione

In sintesi, la Essedue Promotion di Sammarini provò a delineare la distribuzione dei premi ai giocatori fino a tutto il 2009. Venerdì 9 settembre 2005, vigilia della scadenza dell'ultimatum (e a due settimane dal match contro la Spagna) si tenne un Consiglio Federale in cui fu deciso di chiedere (imporre?) a Barazzutti la non convocazione di Volandri. Le parole istituzionali furono le seguenti: “Il Consiglio Federale ci ha messo trenta secondi a ribadire il principio che sulla Maglia Azzurra non si tratta e non si tratterà mai. Ad ogni modo, la federazione è ancora più vicina a Volandri, e spera che da questa situazione il giocatore esca più rafforzato e meglio consigliato. Le convinzioni di Volandri sono incompatibili con i valori degli sportivi. La scelta del Consiglio Federale evita al giocatore anche un possibile provvedimento disciplinare nel caso in cui, essendo convocato, non avesse risposto alla chiamata della Nazionale” (accenno all'allora articolo 18 del Regolamento di Giustizia, oggi spostato al numero 19). Binaghi terminava così: “È stata una decisione per noi molto dolorosa. In questi anni abbiamo investito molto su Volandri, sia in termini di risorse che di speranze sportive. Da lui abbiamo ricevuto molte soddisfazioni e continuiamo ad essere i suoi primi tifosi. Volandri ha grandi potenzialità e secondo me ha le doti per vincere tornei come Roma e Parigi. Ci auguriamo dunque che questa pausa che gli imponiamo lo faccia riflettere e lo aiuti a recuperare lo spirito che deve essere proprio di un vero campione, che è tale non solo se vince ma anche se è di esempio ai giovani. La porta della Federazione, e la mia personale, è sempre aperta. Filippo può venire a parlare con noi in ogni momento. Basta che non pretenda di farlo tramite società o persone che nel nostro mondo non hanno riconoscimento”.

L'austriaco Werner Eschauer, ex n.52 ATP, disse che Filippo Volandri aveva il miglior rovescio del circuito (Photo by Felice Calabrò)
La vittoria di Filippo Volandri contro Roger Federer al Foro Italico 2007, col commento originale di Rino Tommasi e Gianni Clerici

Per ragioni extra-sportive, dunque, la FIT decise che il nostro miglior giocatore (ragion per cui si era scelta la terra battuta per ospitare Nadal) non avrebbe partecipato a Italia-Spagna. Ma ogni medaglia ha due facce, e la realtà era ben più complessa: visto che la lettera di Sammarini era anche a nome di Seppi, Starace e Galimberti, molti si domandarono perché fosse stata presa una decisione ad personam per Volandri. Pare che gli altri tre fecero marcia indietro, dando disponibilità scritta a giocare a Torre del Greco. Lo avrebbe fatto anche Volandri... ma non gli fu concessa l'opportunità! Secondo quanto raccontato dal giocatore, non ricevette alcun documento da firmare – a differenza degli altri – nonostante avesse dato la sua disponibilità in un colloquio con Sergio Palmieri, il quale lo chiamò per conto della federazione. L'allora coach di Volandri, Fabrizio Fanucci, disse che Barazzutti diramò le convocazioni subito dopo il Consiglio Federale (da regolamento ITF avrebbe avuto quattro giorni di tempo, fino al 13 settembre). Ma c'è di più: emerse la notizia che Barazzutti non prese contatto con Volandri per spiegargli le ragioni della mancata convocazione. Lo avrebbe fatto soltanto su sollecitazione del ragazzo (allora 24enne), che gli aveva lasciato un messaggio in segreteria. Risultato? L'Italia andò più vicina del previsto all'impresa (ci trovammo avanti 2-1 dopo la seconda giornata, indimenticabile la vittoria di Bracciali-Galimberti contro Nadal-Lopez) e ci si domanda cosa sarebbe successo con Volandri.

Non c'è dubbio che – sul piano tecnico – la mancata convocazione del labronico fu un danno per la Nazionale. La settimana dopo, Volandri giunse in finale al torneo ATP di Palermo e sarebbe tornato in Davis l'anno successivo. Lo fece con personalità, dote che non gli è mai mancata. In quel convulso 2005 ammise che la lettera poteva essere sbagliata nei tempi e nei modi, ma ne ribadì la legittimità (veniva chiesto il ripristino di condizioni in vigore fino al 1999, ottenute grazie a una battaglia di Andrea Gaudenzi, altro personaggio che ha risolto ogni divergenza con Binaghi dopo le fiammeggianti polemiche di inizio millennio). In un'intervista, gli chiesero cosa avrebbe detto a Binaghi qualora se lo fosse trovato davanti. "Spero proprio di non incontrarlo a breve - rispose Volandri - non so cosa gli direi. Meglio far sbollire questa rabbia. Da qui ad aprile, quando giocheremo il primo turno, c’è tempo. Ma dovremo incontrarci, questo si”. Evidentemente i due si sono incontrati e i colloqui sono stati prolifici: Volandri si è progressivamente avvicinato al mondo FIT già negli ultimi anni da giocatore, salvo poi entrare in pianta stabile nel Settore Tecnico. Oggi gli è stato conferito l'incarico più prestigioso: si tratta di una buona notizia perché – sulla carta – possiede le doti per essere un buon capitano. Conosce bene i giocatori, avversari compresi, possiede la giusta motivazione e ha mostrato di saperci fare nelle pubbliche relazioni. C'è da augurarsi che – in caso di controversie – metta in scena la stessa grinta avuta 15 anni fa e pretenda la giusta autonomia. Quanto ai soldi, parte con un bel vantaggio: alle Davis Cup Finals, la suddivisione del prize money tra federazione e giocatori è già stabilita alla fonte. Controversie come quella del 2005, dunque, non si ripeteranno. Una bella fortuna. Volandri esordirà in panchina il 25 novembre: nelle Finals 2021, l'Italia si trova nel Gruppo E con Stati Uniti e Colombia.