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CIRCUITO ATP

Rabbia e confusione: la crisi di Karen Khachanov

È un momento decisamente complicato per il russo. Persa la leadership nazionale, quest'anno ha reso al di sotto delle aspettative e il suo nervosismo si è manifestato nel pessimo comportamento durante il torneo di Anversa. Nelle scorse settimane aveva polemizzato con Kyrgios e lasciato credere che la moglie fosse incinta... Per sua fortuna, è ancora tra i top-20.

Riccardo Bisti
26 ottobre 2020

Non è stata una stagione semplice per Karen Khachanov. Soltanto un paio d'anni fa vinceva il Masters 1000 di Parigi Bercy, dando l'impressione di poter diventare un big. Lo scorso anno ha stazionato tra i top-10 per cinque mesi, poi è finito in un limbo da cui fatica a uscire. Doveva essere la nuova stella del tennis russo, invece si è visto superare (nettamente!) da Daniil Medvedev e Andrey Rublev. Anche la scelta di abbandonare la Spagna, e coach Galo Blanco, non si è rivelata troppo felice. Quest'anno non ha raggiunto neanche una semifinale, e tutto il suo nervosismo è esploso durante i quarti al torneo ATP di Anversa. Opposto a Daniel Evans, ha scaricato la sua frustrazione contro il giudice di sedia Adel Nour, egiziano, reo di alcuni errori. Gravi, ci mancherebbe, ma che non giustificano le reazioni di Khachanov. 

Il match è filato liscio fino al tie-break del secondo set, laddove il russo ha avuto un matchpoint sul 6-5, annullato da un bel servizio del britannico. Sul 7-7, Khachanov era convinto che un dritto a uscire di Evans fosse largo. Il suo pugnetto si è tramutato in frustrazione quando ha vinto che la palla è stata considerata buona. “Non dovresti essere qui, è uno scherzo” ha detto a Nour. Dopo aver perso il punto successivo, al momento di cambiare campo, ha tirato un calcio allo striscione pubblicitario sulla rete, poi ha dato una racchetta al seggiolone dell'arbitro. Ha sintetizzato in pochi secondi le famose sfuriate di David Nalbandian e Karolina Pliskova. A quel punto è uscito dal campo senza permesso, con l'arbitro che gli chiedeva di rientrare. “Non parlarmi più. Non voglio sentire niente da te” ha risposto il russo. Al rientro, ha subìto un semplice warning per condotta antisportiva e ha continuato a giocare. In preda al nervoso, è andato in svantaggio di un break e non è riuscito a recuperare, perdendo col punteggio di 3-6 7-6 6-4.

"L'arbitro si è scusato con me per gli errori che ha commesso, e io mi sono scusato per il mio cattivo comportamento. Siamo tutti esseri umani, e come tali possiamo commettere errori. Non volevo insultare nessuno e nemmeno comportarmi così, non sono riuscito a controllare il mio temperamento in una fase cruciale"
Karen Khachanov
Le tante polemiche che hanno costellato il match tra Karen Khachanov e Daniel Evans

In effetti, l'arbitraggio di Nour non è stato all'altezza. Anversa è uno dei pochi tornei ATP a non adottare occhio di falco, e quanto accaduto accende una riflessione: l'utilizzo della tecnologia sembra aver rilassato oltremisura i giudici di sedia, che raramente si prendono la responsabilità di modificare una chiamata. Quando lo fanno, poi, rischiano di combinare pasticci ancor più gravi. È accaduto a Nour nello stesso match, sempre a svantaggio di Khachanov. Sul 4-2 nel primo set, ha incredibilmente chiamato fuori un dritto ravvicinato del russo, correttamente segnalato buono dal giudice di linea. La riprese televisive hanno evidenziato che la palla era atterrata ampiamente all'interno della riga. “A fine partita andiamo a vedere insieme le immagini” gli ha detto il russo, che ancora non immaginava cosa sarebbe successo circa 45 minuti dopo. E pensare che l'egiziano è in possesso della qualifica Gold Badge, la più importante. Significa che può arbitrare qualsiasi tipo di partita.

Dopo il match, Khachanov si è reso conto della gravità del suo comportamento e ha affidato a Twitter alcuni pensieri. “Vorrei dire alcune parole sul match di oggi – ha scritto il russo – è stato emotivo e difficile. Vorrei far sapere che dopo la partita ho parlato con l'arbitro. Era davvero dispiaciuto e si è scusato con me per gli errori che ha commesso, e io mi sono scusato per il mio cattivo comportamento. Siamo tutti esseri umani, e come tali possiamo commettere errori. Non volevo insultare nessuno e nemmeno comportarmi così, non sono riuscito a controllare il mio temperamento in una fase cruciale... Alla fine questo è emerso col risultato del match. Grazie a tutti per il vostro sostegno, significa molto”. In effetti, i sostenitori del russo hanno invocato la presenza di occhio di falco: secondo loro, non è possibile che nel 2020 ci siano ancora tornei ATP a non utilizzarlo. “Inoltre non è la prima volta che questo arbitro commette errori così gravi. Gli capita quasi a ogni partita”.

Il bilancio stagionale di Karen Khachanov parla di 20 vittorie e 13 sconfitte. Un po' poco, per uno con le sue ambizioni
Soltanto due anni fa, il russo coglieva l'inatteso successo al Masters 1000 di Parigi Bercy

Un altro fermo sostenitore della tecnologia è Denis Shapovalov, il quale ha usato il suo account Twitter per perorare (con ironia) la presenza di Hawk Eye in ogni torneo. Al russo è andata anche bene: avrebbe potuto essere squalificato, un po' come è accaduto lo scorso anno a Nick Kyrgios a Roma. L'australiano andò oltre, scaraventando via una sedia, ma fu anche sanzionato per 20.000 dollari. Qualche settimana fa, c'era stato un alterco via Twitter proprio tra Khachanov e lo stesso Kyrgios. Il russo aveva chiesto all'australiano di mostrare un po' di rispetto dopo le considerazioni al vetriolo di Kyrgios su Mats Wilander, reo di aver parlato male di Andy Murray. “Per quale motivo dovrei rispettarlo? Perché sa buttare una pallina oltre la rete?” aveva replicato Kyrgios, prendendosi la controreplica del russo: “È una tua idea, penso che tu sia un bravo ragazzo e non ho problemi con te, ma quando sei seduto a casa e scrivi commenti di vario genere sui giocatori mi viene da pensare chi abbia davvero un problema...”

A quel punto, la conversazione si è fatta ancora più personale. Kyrgios è tornato sul comportamento dei giocatori durante la pandemia. “Prima di parlare del mio intelletto, magari leggi qualche libro e non giocare per tutto il giorno ai videogames” ha sostenuto Khachanov. A quel punto, Kyrgios ha ricordato le sue azioni benefiche, mostrando una grinta che non sempre è in grado di offrire sul campo da tennis. Nel frattempo, Khachanov, padre del piccolo David dal settembre 2019, ha smentito che la moglie Veronika sia di nuovo incinta, come aveva lasciato intendere durante il Roland Garros. Qualche giorno dopo ha scelto Instagram per spiegare che i giornalisti avevano frainteso le sue parole e che la coppia non aspetta un secondo foglio. “Per ora...” ha aggiunto, salvo poi cancellare il contenuto. Pur venendo da una stagione complicata, è comunque ancora tra i top-20 ATP (oggi è n.18) e ha ancora un paio di tornei per riscattarsi. A Vienna avrà un esordio molto complicato contro Grigor Dimitrov. Salvo colpi di coda in extremis, magari proprio a Bercy, il suo 2020 non sarà esattamente da ricordare.