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WTA 1000 MADRID

Quelle donne che non attirano

Nonostante un super campo di partecipazione, match incerti e la migliore finale possibile, quando scendono in campo le donne le tribune si svuotano. Iga Swiatek vorrebbe maggiore uguaglianza, ma la differenza di interesse con gli uomini è evidente. E la questione russo-ucraina non aiuta. 

Riccardo Bisti
6 maggio 2023

Per fortuna hanno Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha festeggiato il 20esimo compleanno battendo Borna Coric, raggiungendo la seconda finale al Mutua Madrid Open. A fare il tifo per lui un Manolo Santana gremito in ordine di posti, come si diceva un tempo. Ma non si può dire altrettanto per il torneo femminile. Nonostante la presenza di tutte le migliori e quella che sarà la finale migliore possibile (Swiatek-Sabalenka), i madrileni non hanno risposto come speravano gli organizzatori. Nella giornata dedicata alle semifinali femminili, il colpo d'occhio era desolante. Che fosse ora di pranzo o sera tardi si vedeva troppo cemento e tanta plastica. Ma non è una novità: non accade soltanto a Madrid, anche se – va detto – a Roma il fenomeno è più contenuto. Non importa se Iga Swiatek sforna una prestazione di qualità, lasciando appena due giochi a Veronika Kudermetova: quando scendo in campo le ragazze, le tribune si svuotano.

Questo dovrebbe far riflettere gli unionisti e chi – come la stessa Swiatek – auspica la parità assoluta dei montepremi. Il campo di partecipazione era spettacolare: c'erano tutte le top-10 tranne la campionessa in carica Ons Jabeur, costretta al forfait alla vigilia. Eppure non hanno agganciato il pubblico, che invece risponde in massa (quasi con isteria) quando gioca Carlos Alcaraz, ancor più coccolato dato il momento difficile che sta affrontando Rafael Nadal. Visto che anche la prova ATP ha perso parecchi pezzi, è lui il gancio dell'edizione 2023. E tutti, da Feliciano Lopez in giù, ringraziano il cielo di averlo in finale (non era scontato, visto che a inizio torneo non era a posto fisicamente, e si è visto contro Ruusuvuori).

Lo zelo della WTA non aiuta: non vengono concesse interviste one-to-one, il che limita l'esposizione delle giocatrici. Motivo? Hanno paura che possa emergere qualche parolina di troppo sulla guerra in Ucraina.

Swiatek-Sabalenka è la migliore finale possibile: basterà per attirare pubblico?

Non è una questione economica, ma solo di immagine: i biglietti per le due sessioni di giovedì erano sostanzialmente esauriti, ma sia di giorno (Sabalenka-Sakkari) che di notte (Swiatek-Kudermetova) c'era pochissima gente. A essere generosi, un terzo della capienza. Se escludiamo Paula Badosa, che ha creato un po' di interesse fino alla sua eliminazione, le tenniste osservano rassegnate quello che (non) accade attorno a loro. Silenzio, rumori sordi. E allora torna in mente un concetto ribadito mille volte: non ci sono giocatrici capaci di raccogliere l'eredità mediatica di Serena Williams e Maria Sharapova.

La frontwoman è proprio la Swiatek, che a meno di 22 anni ha già vinto tredici tornei (tra cui tre Slam) ma non riesce a esaltare le folle, almeno fuori dalla Polonia. E pensare che alla vigilia si era lamentata della disparità di genere. “Il tennis è uno degli sport in cui c'è più equilibrio, ma è chiaro che c'è ancora molto lavoro da fare – aveva detto – facciamo lo stesso lavoro, ma molte persone pensano che il tennis maschile sia più attrante perché sono più forti fisicamente. Snobbano il tennis femminile perchè non avrebbe più consistenza, dicendo che le donne sono più emotive, ma direi che oggi il nostro circuito è pù consistente del maschile, per quanto sia diverso”. Opinioni, ma il punto è un altro: se un prodotto non vende, non può pretendere lo stesso trattamento di chi scoppia di salute.

La prematura sconfitta di Paula Badosa ha reso ancor meno seguito il torneo femminile

Va detto che lo zelo della WTA non aiuta: non vengono concesse interviste one-to-one, il che limita l'esposizione delle giocatrici. Motivo? Hanno paura che possa emergere qualche parolina di troppo sulla guerra in Ucraina. Tra le top-100 ci sono dodici russe e bielorusse, e la folta presenza di buone giocatrici ucraine alimenta le tensioni. Meglo evitare di uscire dal seminato, anche se ci rimette l'intero sistema. Giovedì sera, mentre la Swiatek lasciava due game alla Kudermetova (per fortuna si sono strette la mano: la polacca ha forti posizioni filo-ucraine), i tavoli sulle terrazze che costeggiano il Campo Centrale erano gremite di spettatori che cenavano o bevevano, ignari di cosa accadeva tra la polacca e la russa. Dentro lo stadio, le cinque file di palchi che costeggiano il campo erano pressoché vuote.

La partita è terminata ben oltre la mezzanotte, in un clima ai limiti dello spettrale. E allora come si può criticare Amelie Mauresmo (che pure è stata una leggenda del tennis femminile) se allo scorso Roland Garros ha scelto un match maschile in nove sessioni serali su dieci? Swiatek e Sabalenka si affronteranno alle 18.30 di sabato: orario ideale per i ritmi spagnoli. Sono le vincitrici di tre degli ultimi quattro Slam, numero 1 contro numero 2, già finaliste a Stoccarda. Non si poteva chiedere di più: per Madrid sarà l'ultima chance per fornire ua cornice degna di un grande torneo. Perchè, al di là dei gusti personali, su una cosa Iga Swiatek ha ragione: il tennis femminile è appassionante, proprio per la sua imprevedibilità. E comunque Swiatek-Sabalenka è sempre uno spettacolo godibile. Sarà l'ottavo scontro diretto tra le due: la polacca è avanti 5-2, avendo perso soltanto alle WTA Finals di Guadalajara (2021) e Fort Worth (2022). E speriamo che ci sia pubblico.