Djokovic rimane senza benzina, Rublev ne approfitta

ATP BELGRADO

25 aprile 2022

Stefano Maffei

Andrei Rublev va oltre la questione russo-ucraina, inasprita dalle recente decisione di Wimbledon, e lascia parlare il tennis nel giorno della Pasqua ortodossa. Si aggiudica il torneo della capitale serba sfiancando alla distanza un Djokovic rimasto senza benzina.

“Non sosterrò mai la guerra essendo io stesso figlio della guerra. Gli atleti non c’entrano niente con la guerra, perciò quando la politica interferisce con lo sport non è mai una cosa buona”. Parola di Novak Djokovic a seguito dell’annuncio ufficiale dell’esclusione dei tennisti russi da Wimbledon 2022. Le opinioni del serbo, si sa, sono come il battito d’ali di una farfalla: possono provocare un uragano dall’altra parte del mondo. E l’effetto farfalla nella domenica conclusiva del Serbia Open si manifesta sin da subito. Con i due finalisti al centro del campo in attesa del sorteggio, si assiste a qualcosa di mai visto prima: con l’intento di celebrare la tradizione ortodossa, ai finalisti vengono date due uova rosse che i due dovranno sbattere l’una contro l’altra consegnando la vittoria del sorteggio al possessore dell’uovo rimasto intatto.

Episodio curioso, che però esprime la volontà di dissociarsi da qualsiasi forma di discriminazione lanciando un segnale al mondo dello sport, Wimbledon in particolare. Djokovic torna a giocare una finale davanti al suo pubblico dopo quella dello scorso 29 maggio, quando batté Alex Molcan. Dopo il rodaggio di Montecarlo della settimana scorsa, si ripresenta a Belgrado da profeta in patria, ma è ancora in palese ritardo di condizione. Durante tutto il torneo ha imposto una regola tutta nuova: ha sempre recuperato un set di svantaggio, aiutato più dalla classe e dal cuore che dal tennis. Anche stavolta parte ad handicap, incassando un impietoso 6-2 nel primo parziale da un Rublev solido e convincente come lo è stato durante tutta la settimana (ad eccezione del match d’esordio, in cui aveva rischiato di perdere contro Jiri Lehecka).

Djokovic ha pagato nel terzo set il grande sforzo per aggiudicarsi il secondo

Nel secondo set, Djokovic prova a tener fede alla sua regola e trova il modo di allungare la partita al terzo. Col senno di poi è stato bravo Rublev a prolungare il set (quasi perso almeno 3 volte) quel tanto che basta per prosciugare il serbatoio del serbo, comunque bravo ad aggiudicarsi il tie-break. La partita offre un ultimo sussulto in avvio di terzo, con Djokovic che si procura 2 palle break portandosi sul 15-40 servizio Rublev. Saranno le ultime palle-game che avrà a disposizione prima di ammainare bandiera bianca. Il russo le annulla entrambe e la partita di fatto finisce. In un amen sale 3-0 con Nole che si trascina verso la sua panchina. Il linguaggio del corpo parla chiaro già da diversi minuti: è KO tecnico. Sorretto solo dallo spirito e dal suo pubblico, che non ha mai smesso di inneggiare al suo campione, Nole tenta invano di evitare un umiliante 6-0. Niente da fare: finisce 6-2 6-7 6-0 per il russo.

Termina così una settimana perfetta per Rublev, importante sotto diversi aspetti, non solo tennistici. Rimane saldamente in ottava posizione nel Ranking ATP tenendo a bada Alcaraz, che lo incalza in nona posizione, e avvicinando sensibilmente Ruud in settima posizione che ormai lo precede di soli 85 punti. Al termine della cerimonia di premiazione c’è spazio anche per un toccante tributo a Marjan Vajda, storico allenatore di Djokovic, al quale viene consegnato direttamente dal suo ex allievo un piccolo dono sottoforma di un trofeo dai connotati famigliari. I due trovano modo di scherzare e commuoversi dietro i sorrisi. Un riconoscimento sentito e dovuto al padre sportivo di Nole: è sempre opportuno ricordare che dietro ad un grande campione c’è sempre un grande allenatore.

ATP 250 BELGRADO - FINALE
Andrey Rublev (RUS) b. Novak Djokovic (SRB) 6-2 6-7 6-0

ASICS ROMA