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DAVIS CUP FINALS

Quanto perdiamo senza Berrettini?

A una settimana dall'esordio contro gli Stati Uniti, Matteo Berrettini annuncia il forfait. Il nostro numero 1 diventa Jannik Sinner, e per Volandri ci sarà da sciogliere l'enigma: chi schierare tra Sonego e Fognini? Simone Bolelli convocato come quinto uomo.

Riccardo Bisti
20 novembre 2021

La notizia non giunge inattesa. Undici giorni non sono sufficienti per rimettersi in sesto dopo un infortunio come quello patito da Matteo Berrettini durante il primo match delle ATP Finals. Undici giorni come il tempo che sarebbe intercorso prima dell'esordio nelle Davis Cup Finals, sempre a Torino, contro gli Stati Uniti. Sfida già decisiva per vincere il girone, visto che nel match successivo ci sarà la modesta Colombia. Con un emotivo post su Instagram, il numero 1 azzurro ha comunicato il forfait. Non ha dato dettagli medici, limitandosi a dire che tornerà più forte di prima. Poco importa. Il suo spettro aleggerà sul Pala Alpitour, ma l'Italia ha una panchina sufficientemente lunga per sperare di andare il più avanti possibile. Detto che questa competizione – non ci stancheremo mai di ripeterlo – della vera Davis ha solo usurpato il nome, è legittimo domandarsi quanto perde l'Italia con l'assenza di Berrettini. La prima conseguenza è la promozione di Jannik Sinner a numero 1.

L'altoatesino sfiderà i nostri migliori avversari: Taylor Fritz e Daniel Galan. Intrigante il match contro l'americano, da cui ha perso un mese fa a Indian Wells. La forza dell'Italia, tuttavia, sarà stabilita dalla competitività del numero 2. E qui dovrà essere bravo Filippo Volandri, all'esordio nelle vesti da capitano, a scegliere tra Lorenzo Sonego e Fabio Fognini. Scelta complicatissima perché entrambi hanno buone argomentazioni. Il primo è davanti in classifica (n.27 ATP contro 37), si giocherà a un chilometro da casa sua e sembra avere le stimmate del giocatore da competizioni a squadre. Lorenzo è un grintoso, un trascinatore, uno che si sa esaltare. Però gli manca l'esperienza. Ed è questo il punto di forza di Fognini, il cui esordio in Davis (quella vera) risale addirittura al 2008. Negli anni è stato un vivo trascinatore, in singolare e in doppio, e alcune delle sue vittorie migliori sono arrivate in Davis. Volandri lo conosce bene, avendo condiviso con lui parte del percorso da giocatore.

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Per il cammino degli azzurri sarà importante vincere il girone (ergo, battere gli Stati Uniti) in modo da garantirsi la qualificazione e un quarto da giocare ancora a Torino.
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Il post Facebook con cui Matteo Berrettini ha comunicato il forfait alle Davis Cup Finals

Sarà davvero difficile scegliere chi mandare in campo: l'incognita Sonego (è pur sempre un esordiente) o l'esperto Fognini? Sul lungo termine, il torinese sembra avere maggiori prospettive e potrebbe essere l'emblema di un nuovo ciclo. Ma in Davis si gioca per vincere, non per guardare al futuro. Soprattutto quando la squadra è così forte. A proposito di squadra, il team è completato da Lorenzo Musetti (lui sì, chiamato per fare esperienza) e da Simone Bolelli, sostituto di Berrettini. Il bolognese ha mollato il singolare più di due anni fa, oggi è un buon doppista e fa coppia fissa con Maximo Gonzalez. In passato ha vinto tanto, soprattutto con Fognini. Una buona scelta: con quattro singolaristi, non aveva senso chiamare Mager, Travaglia o Seppi che non avrebbero mai giocato. Ma la domanda è: in assenza di Berrettini, quanto perde l'Italia? Volendo credere ai numeri, non così tanto.

Dando un'occhiata alle carriere dei potenziali singolaristi, si scopre che indoor i numeri di Sinner migliorano (69,6% di vittorie contro il 64,1% totale). Jannik ha nel cemento al coperto il suo habitat naturale. I numeri di Fognini peggiorano leggermente (da 53,2% a 45,5%: quaranta vittorie su ottantotto partite) mentre quelli di Sonego sono sostanzialmente stabili (da 49,2 a 50%). Tuttavia, nonostante un tennis perfetto per certe condizioni, Berrettini non ha ancora fatto sfracelli indoor, con 13 vittorie e 13 sconfitte (escluso il ritiro con Zverev): un 50% molto inferiore al 64,4% complessivo. Ovviamente i numeri non spiegano tutto: è chiaro che Berrettini sarebbe stato un perfetto numero 1 e che i suoi dati indoor sono destinati a migliorare. E sia Sonego che Fognini non hanno avuto un finale di stagione troppo brillante. Insomma, l'Italia sembra essersi indebolita di un 25-35%.

Bolelli-Fognini rappresentano un doppio d'esperienza e affidabilità

Filippo Volandri avrà un bel dilemma alla prima da capitano: schierare Sonego o Fognini?

L'assenza di Berrettini ci fa perdere qualcosa, e sarà interessante vedere in che misura i bookmakers ne terranno conto. In questo momento, l'Italia è considerata la seconda favorita alle spalle della Russia e davanti al trio Spagna-Serbia-Canada. In realtà i canadesi non sono più un fattore, perché hanno patito in pochi giorni il doppio forfait di Felix Auger-Aliassime e Denis Shapovalov. Più in generale, è possibile che altre squadre possano indebolirsi da qui a inizio competizione. Per fortuna, il team azzurro non sembra a rischio in questo senso. Probabilmente adesso siamo leggermente alle spalle della Spagna (che può contare sul ciclone Alcaraz) e della Serbia di Djokovic.

Tutte le altre squadre, anche quelle di tradizione come Francia e Australia, sembrano un gradino sotto. Per il cammino degli azzurri sarà importante vincere il girone (ergo, battere gli Stati Uniti) in modo da garantirsi la qualificazione e un quarto da giocare ancora a Torino. In caso di secondo posto, ci sarebbe il 33,3% di chance di passare il turno (accedono ai quarti due seconde su sei) oltre alla scocciatura di dover andare a Madrid e adattarsi a tempo di record alle nuovi condizioni di gioco, che saranno comunque le stesse di semifinali e finale. Insomma, l'assenza di Berrettini rappresenta un bel problema. Ma non tutti i problemi sono insormontabili. Questo non lo è.