The Club: Bola Padel Roma
RAFAEL NADAL

One More Time, Rafa

Devastato dai problemi fisici, Rafael Nadal annuncia uno stop a tempo indeterminato con l'obiettivo di chiudere nel 2024: "Non merito di finire così". Anche stavolta ha saputo tenere nascosti i suoi pensieri più profondi, ma dovrà fare i conti col suo spirito guerriero: quale sarà il suo ultimo grande obiettivo?

Riccardo Bisti
19 maggio 2023

Rafael Nadal è uno degli sportivi più famosi al mondo. Lo raccontano i numeri, visto che può vantare 14 milioni di followers su Facebook, 18,5 su Instagram e 15,7 su Twitter. Cifre conquistate in quasi 22 anni di carriera e 1393 partite ufficiali, dalla prima apparizione in un Futures spagnolo nel 2001 alla sconfitta contro Mackenzie McDonald al secondo turno dell'Australian Open 2023. Nonostante l'impressionante popolarità, ha sempre saputo proteggere la sua privacy. E, fatto ancora più straordinario, i suoi sentimenti più intimi. Lo abbiamo visto piangere in pubblico soltanto una volta, lo scorso 23 settembre, nella notte che ha sancito il ritiro di Roger Federer. Ci raccontano che abbia pianto soltanto una volta per una partita persa, la finale di Wimbledon 2007 (naturalmente contro Federer). È chiaro che abbia provato emozioni fortissime durante la carriera, dall'esaltazione più grande al picco più basso, ma ha mostrato una forza mentale incredibile. Gliela riconoscono anche i più accaniti detrattori (che peraltro si sono assottigliati con il tempo), ma oggi – più che mai – è giusto sottolineare la sua capacità di non lasciar trasparire il suo mondo interiore. Non lo si può definire un tipo da poker face, ma ha sempre – sempre! - tenuto un atteggiamento positivo. E non solo perché non ha mai spaccato una racchetta. La premessa serve a dirci che è maledettamente difficile comprendere il suo stato d'animo prima, durante e dopo la conferenza stampa tenutasi giovedì pomeriggio presso la sua accademia di Manacor, e trasmessa in diretta sul canale Youtube della stessa. I contenuti li conosciamo, li conoscete.

I tre quarti d'ora snodati in tre lingue (spagnolo, inglese e maiorchino) si possono sintetizzare in tre concetti: 1) Nonostante gli sforzi, il fisico non gli permetterà di giocare il Roland Garros. “Sto meglio di una settimana fa, ma non sono il tipo da presentarsi a Parigi per vedere come va”. Anche perché Parigi è il suo feudo eterno, laddove ha realizzato l'impresa più grande nella storia dello sport. Vincere per 14 volte lo stesso torneo del Grande Slam è una follia che soltanto il tempo collocherà nel modo giusto. 2) Si prenderà una pausa a tempo indeterminato perché vuole dare un po' di tregua al suo corpo dopo averlo sottoposto a stress infiniti. Una pausa rigenerativa, in cui non ci saranno allenamenti né altro, ma la speranza di disintossicare il corpo e riprendere a giocare in condizioni accettabili. “Non sono uno che ama predire il futuro” ha detto, quando gli hanno chiesto un'indicazione sulle tempistiche. Non lo sa neanche lui, anche se ha buttato lì un'affermazione ragionevole: “Un obiettivo potrebbe essere riprendere a fine anno e giocare la Coppa Davis, se il capitano lo riterrà opportuno”. Ci sta, per un paio di motivi. In primis, in tempi non sospetti aveva detto che gli piacerebbe giocarla un'ultima volta. In secundis, sarebbe un impegno logisticamente easy, visto che la Spagna giocherà il suo girone a Valencia e le eventuali fasi finali a Malaga. 3) “La mia intenzione è che il 2024 sia l'ultimo anno della mia carriera”.

«Non ho deciso io. È stato il mio corpo a decidere per me» 
Rafael Nadal

L'intenzione nadaliana è chiara: vuole fare una sorta di tour d'addio, partecipando per l'ultima volta ai tornei che hanno segnato la sua carriera. Lo vuole fare nel modo giusto: non soltanto prendersi l'ultimo abbraccio, ma giocarli con la speranza di vincerli. Facile capire quali: i tornei del Grande Slam, certo, poi quelli che ha vinto più volte: oltre a Parigi, ha fatto collezione di titoli a Barcellona (12), Monte-Carlo (11) e Roma (10). Altri tornei “amici” sono stati il Madrid Open (5 titoli, il primo addirittura sul cemento indoor), il Canadian Open (5) e Indian Wells (3), laddove c'è Larry Allison che stravede per lui. Dovessimo ipotizzare una programmazione, li individueremmo come tappe imperdibili. E poi c'è la suggestione più grande: le Olimpiadi di Parigi, che si giocheranno proprio al Roland Garros. Gli hanno chiesto se chiudere la sua carriera proprio lì potrebbe essere un'opzione, lui ha evitato di rispondere. È chiaro che non ne ha idea. L'unica (quasi) certezza è che non lo vedremo giocare oltre il 2024: gli hanno chiesto se potrebbe pensare di andare ancora più in là se il fisico dovesse rispondere meglio del previsto. Oltre al classico “non lo so”, ha sottolineato che l'intenzione attuale è chiudere l'anno prossimo.

“Non posso dire che al 100% che sarà così, perché non si sa mai cosa può accadere. Ma l'idea è godermi e salutare i tornei che sono stati importanti per la mia carriera, possibilmente essendo competitivo. Oggi non sarebbe possibile: non so se ce la farò, ma penso di avere più possibilità se mi fermo adesso”. D'altra parte compirà 37 anni il prossimo 3 giugno, ha messo su famiglia (lo scorso ottobre è nato il piccolo Rafael) ed è super-coinvolto nell'accademia inaugurata qualche anno fa, alla presenza di Roger Federer. Non l'ha detto in modo chiaro come lo svizzero, ma anche lui punta a preservare la qualità della sua vita. Vuole permettersi di giocare con suo figlio quando crescerà, senza limitazioni dovute alla carriera da tennista. E la qualità della sua vita – a sentirlo giovedì pomeriggio – è stata particolarmente bassa negli ultimi anni, soprattutto nel post-pandemia. “Ci sono stati ottimi risultati sul piano sportivo, che poi è quello che si vede, ma la mia vita quotidiana è stata di basso livello”. Allenamenti densi di dolore, acciacchi e chissà quante cose che non conosciamo, in virtù di una privacy custodita con gelosia maniacale. Ma c'è quel video circolato sui social media qualche giorno fa, in cui lo si vede piegato in due (dolore? Fatica') durante un allenamento a Manacor, che può essere il simbolo di questo periodo.

Rafael Nadal ha vinto per 14 volte il Roland Garros, record di tutti i tempi in una prova del Grande Slam

Uno dei tanti video emozionali sui grandi ritorni di Rafael Nadal

A parole, Rafa ha mostrato una razionalità invidiabile. Niente drammi, soltanto riconoscenza. “Non si tratta di decisioni drammatiche – ha detto – tutto ha un inizio e una fine, purtroppo. Io sono solo una di quelle persone che hanno saputo distinguersi, in qualsiasi campo della vita, e si avvicinano alla fine”. Dopo aver ribadito che il tennis lo ha reso felice, ha detto che dopo il ritiro inizierà una nuova tappa della sua vita, in cui ha l'obiettivo di raggiungere la stessa felicità. “Devo prendere le cose con naturalezza. Per i prossimi mesi ho piani che non mi sono potuto concedere negli ultimi 20 anni”. Non dice cosa, ma c'è da credere che ci sarà spazio per la famiglia, magari per una vacanza, per un po' di sano relax, per la possibilità di non essere schiavo di orari e impegni. Il periodo di refresh sarà anche mentale, oltre che fisico. Lontano dalle ansie e dalle scadenze del tour, ritroverà il piacere di provare un'ambizione, un obiettivo, un qualcosa. Anche le menti supreme (e Nadal lo è) hanno bisogno di staccare. Torniamo alle prime righe: in ventidue anni, Nadal ha saputo mascherare benissimo le sue emozioni più profonde.

Non si è capito quanto gli faccia male saltare Parigi, se sia più addolorato o magari sollevato, se abbia in mente i numeri del suo testa a testa con Novak Djokovic, o cos'altro. Per questo è impossibile dare la risposta alla domanda che diventerà un tormentone a partire domani: quale sarà l'ultimo grande obiettivo di Rafael Nadal? Vincere almeno un torneo ? Prendersi un ultimo Slam e chiudere a quota 23? Battere per l'ultima volta Djokovic e rimettere in parità gli scontri diretti? Nonostante la sua capactà di tenere per sé i sentimenti, Nadal non ha potuto nascondere il suo incredibile spirito guerriero, qualcosa che raramente si è visto nel mondo dello sport. Su questa sua capacità si è creata una vasta narrativa, che raggiunge il suo picco emozionale nei tanti video celebrativi che si trovano su YouTube. E allora ci domandiamo se nel silenzio della sua casa, nei pochi attimi di solitudine, ne abbia guardato qualcuno e formulato un sogno, che col tempo possa tramutarsi in un obiettivo. One More Time, dicono gli appassionati di wrestling ai lottatori prossimi al ritiro. Ma lì è finzione, per Rafael Nadal Parera sarà tutto vero.