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LA STORIA

Soltanto Djokovic ha saputo imitarlo. Ma Bob ha (ancora) qualcosa in più

Per oltre 70 anni, Bob Falkenburg è stato ultimo a vincere una finale di Wimbledon dopo aver annullato matchpoint. Rinunciò a diventare professionista, ma ebbe l'intuizione di lanciare una catena di fast food in Brasile: oggi "Bob's" fa ancora concorrenza a McDonalds. E lui è il più "datato" vincitore Slam vivente.

Riccardo Bisti
13 gennaio 2021

Se vi capita di andare in Brasile, fermatevi a mangiare un boccone nella catena di fast food Bob's. Da quelle parti, ha più punti vendita di McDonald's. Regalerete un sorriso a un signore di 94 anni, residente nella città californiana di Santa Ynez. E vi verrà in mente la storia che stiamo per raccontarvi. Robert Falkenburg è venuto al mondo a New York, il 29 gennaio 1926, da una coppia di appassionati di tennis (i suoi genitori si erano conosciuti proprio su un campo). Due settimane dopo la sua nascita, si spostarono in Brasile (avevano già vissuto a Barcellona e Santiago del Cile). Mamma Marguerite ne approfittò per diventare campionessa dello Stato di San Paolo. A metà anni 30, il ritorno negli Stati Uniti. Fu in California, a Los Angeles, che il piccolo Bob iniziò a giocare a tennis. Ben presto si capì che avrebbe potuto intraprendere una carriera. Fece il suo esordio ai Campionati degli Stati Uniti nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale. Aveva appena 16 anni. Due anni dopo, si sarebbe aggiudicato il titolo di doppio.

Un successo ancora più prezioso, perché giunto durante il suo impiego in guerra: appena ha compiuti 18 anni, è stato arruolato nell'aeronautica. Fino al termine delle ostilità, ha fatto l'ingegnere di volo per il bombardiere B-29 Superfortress. Tornata la pace, nel 1947 ha vinto il doppio a Wimbledon in coppia con Jack Kramer, sua bestia nera in singolare. Non c'era verso di batterlo. Per sua fortuna, l'anno dopo Kramer passò professionista. Per Falkenburg, dunque, ci fu la grande occasione di vincere Wimbledon. Alto 191 centimetri, adottava un aggressivo servizio e volèe. L'erba mascherava le sue lacune da fondocampo. Inoltre era molto bravo tatticamente, oltre a essere un fine stratega. Non sappiamo se Rafa Nadal o Novak Djokovic conoscano la sua storia, ma hanno preso da lui: Falkenburg è stato il primo a sfruttare al massimo il tempo tra un punto e l'altro. A volte esagerava, allacciandosi continuamente le scarpe o addirittura sdraiandosi sul campo. In questo modo gli avversari si innervosivano, e il pubblico lo disprezzava. Gli hanno affibbiato soprannomi non troppo simpatici (Papà Gambalunga o Mantide Religiosa), ma a lui non interessava. E si è sempre rifiutato di spiegare il perché del suo comportamento.

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"Quando sono arrivato in Brasile, mi sono accorto che la gente del posto non aveva idea che si potesse pranzare velocemente. I pasti portavano via 2-3 ore, ma il Paese si stava abituando ai nuovi orari di lavoro, scanditi dai turni in ufficio. Un uomo d'affari non ha tempo da perdere: da noi ha trovato il modo di fare tutto in 10-15 minuti"
Bob Falkenburg
Suggestiva sintesi della finale di Wimbledon 1948, vinta da Bob Falkenburg su John Bronwich

Anni dopo, si è scoperto che le accuse erano ingiuste: Falkenburg soffriva di ipotiroidismo (mancanza di ormoni tiroidei), fonte di grande sofferenza. In campo si trascinava per recuperare le forze e riprendere fiato. La sua caratteristica di giocare un po' a intermittenza gli ha dato una mano a Wimbledon 1948. Batté Frank Sedgman negli ottavi, Lennart Bergelin (futuro mentore di Bjorn Borg) nei quarti e Gardnar Malloy in semifinale. Quest'ultimo lo accusò di comportamento antisportivo, ma ormai i giochi erano fatti. In finale trovò l'esperto John Bromwich, sette anni più grande di lui. Era un tipo strano: mancino, rovescio a due mani (una rarità all'epoca), ma tirava servizio e smash con la mano destra. Avanti due set a uno, a metà del quarto Falkenburg ha polemizzato con l'arbitro, reo di aver valutato fuori una sua risposta. Si deconcentra, perde tre game di fila e il match va al quinto. A quel punto, il suo tennis non funziona più. Bromwich prende un break di vantaggio e serve per il match: 5-3 e 40-15. Ma succede il miracolo: Falkenburg annulla due matchpoint, poi un terzo, e vince gli ultimi quattro game. Finisce come un ciclista a braccia alzate (erano gli anni di Fausto Coppi e Gino Bartali), con quattro ace consecutivi. Si narra che fossero servizi micidiali, imprendibili, da far invidia a Ivanisevic, Karlovic, Isner.

Una sessantina d'anni dopo, Tom Brown scrisse che “Nessuno avrebbe mai potuto rispondere a quei servizi. Quelle palle volavano come proiettili”. Dopo il match, scelse la modestia e disse di aver avuto fortuna. Probabilmente voleva recuperare il rapporto con il pubblico, specie dopo che il giudice di sedia si era rifiutato di stringergli la mano. Ci sono voluti settantuno anni affinché un altro giocatore vincesse la finale di Wimbledon dopo aver annullato dei matchpoint: Novak Djokovic. La filastrocca 8-7 e 40-15 rappresenta ancora un incubo per i tifosi di Roger Federer. La vittoria ai Championships fu l'apice nella carriera dell'americano. L'anno dopo Bromwich si prese la rivincita nei quarti, rimontando due set di svantaggio. Ma gli importava il giusto: la sua vita privata aveva avuto una svolta nel 1946, quando si recò in Brasile per giocare alcuni tornei. Incontrò una ragazza del posto, Lourdes Machado, la sposò l'anno dopo e nel 1950 si stabilirono proprio in Brasile. Fu un modo per sfuggire alla popolarità: si narra che orde di ragazzine lo inseguissero, affascinate dalla sua travolgente bellezza. Ma non era un antenato di Marat Safin: aveva scelto di rimanere fedele alla sua Lou. All'inizio degli anni 50 rifiutò di diventare professionista, nonostante gli avessero offerto un contratto da 100.000 dollari all'anno. All'epoca, una cifra da capogiro.

Anziché diventare professionista, nel 1952 Falkenburg lanciò la catena di fast food che porta il suo nome. Oggi ce ne sono 1.100 e in Brasile rivaleggia con McDonald's
71 anni dopo Bob Falkenburg, Novak Djokovic ha vinto una finale di Wimbledon dopo aver annullato matchpoint

Preferì investire sul futuro: un suo amico prossedeva una catena di gelaterie negli Stati Uniti e gli propose di entrare in società. Lui rifiutò perché aveva annusato il business in Brasile: “In tutti questi anni non ho trovato un solo hamburger o frappè decente”. Allora si è messo in proprio, aprendo una catena di fast food dopo aver iniziato con un piccolo bar-gelateria. Nel 1952, mentre i Grandi Australiani iniziavano a dominare il tennis, trasformò il suo bar nel primo fast food del Brasile e lo chiamò Bob's. Scelse il luogo migliore possibile: Rio de Janeiro, quartiere Copacapabana. Portò una ventata d'allegria in un Paese ancora disperato per il Maracanazo di due anni prima, quando la nazionale di calcio fallì la vittoria al Mondiale, beffata dall'Uruguay. Un dramma nazionale, sfociato in diversi suicidi. L'idea di Falkenburg ebbe grande successo e poté permettersi di acquistare una delle auto più lussuose d'epoca, la Jaguar XK120. “Quando sono arrivato in Brasile, mi sono accorto che la gente del posto non aveva idea che si potesse pranzare velocemente. I pasti portavano via 2-3 ore, ma il Paese si stava abituando ai nuovi orari di lavoro, scanditi dai turni in ufficio. Un uomo d'affari non ha tempo da perdere: da noi ha trovato il modo di fare tutto in 10-15 minuti”. Grazie all'ex campione di Wimbledon, i brasiliani di sono innamorati di tipici piatti americani come hot dog, hamburger, panini con formaggio e frappé alla banana. Il tennis gli è tornato utile anche in questa avventura imprenditoriale: all'epoca, Rio era soggetta a continui blackout elettrici.

Per risolvere il problema, si è rivolto a una compagnia energetica privata. Non solo il presidente era un appassionato di tennis: era in tribuna a Londra il 2 luglio 1948, lo riconobbe e gli offrì il miglior servizio possibile. In segno di gratitudine, Falkenburg gli ha regalato la racchetta utilizzata in quella storica finale. Tornato al tennis nel 1954, ha giocato un paio d'anni senza ottenere risultati straordinari: aveva cambiato nazionalità, potendo esordire in Coppa Davis per il Brasile. Fece il suo esordio al Roland Garros, ma si ritirò a fine 1955. Negli anni 60 – come molti tennisti – si è dato al golf, vincendo il campionato dilettantistico brasiliano. Nel frattempo, la catena Bob's cresceva a dismisura: nei primi vent'anni di attività ha aperto 13 punti vendita. Nel 1972 scelse di venderla e tornare negli Stati Uniti insieme alla famiglia, non prima di aver incassato un assegno di 7 milioni di dollari. Il marchio non ha cambiato nome (oggi appartiene alla Nestlè) e continua ad andare forte: se la concorrenza di McDonald's (sbarcato in Brasile a fine anni 70) è micidiale, Bob's rimane la più diffusa nel territorio: vanta circa 1.100 ristoranti. Sono quasi tutti in Brasile, ma se ne trovano anche in Cile, Portogallo e Angola. Oggi Falkenburg ha 94 anni e vive con sua moglie nel ranch di suo figlio in California, e vanta un curioso record: è il più datato vincitore Slam vivente. Chissà se preferisce essere ricordato come campione di Wimbledon... o come genio degli affari.