Il miglior giocatore-ombra: la Davis si vince anche così

DAVIS CUP FINALS

3 dicembre 2021

Riccardo Bisti

La Germania ha raggiunto un'insperata semifinale. Privi di Zverev, hanno trovato in Tim Puetz un doppista di inattesa qualità. Ancora imbattuto nella competizione, ha il merito di far giocare bene tutti i suoi compagni. “In condizioni normali, nessuno avrebbe pensato a me”. Ma adesso potrebbe essere il suo momento.

Se c'è una squadra che nessuno immaginava in semifinale, beh, era la Germania. Privi di Alexander Zverev, sembravano irrimediabilmente depotenziati. E manca anche il doppista Andreas Mies. Invece, con ottime prestazioni e un notevole spirito di gruppo, hanno artigliato un risultato d'oro. E hanno vinto tutti i doppi giocati fino a oggi, compreso quello nei quarti contro la forte coppia britannica. Senza nulla togliere a Kevin Krawietz, la sorpresa dell'avventura tedesca è Tim Puetz, ex singolarista (è stato n.163 ATP nel 2015) che si è dedicato con successo alla nuova disciplina, issandosi tra i top-20. Sconosciuto ai più, è un bel personaggio. Ed è una persona coraggiosa. Qualche anno fa, ebbe il coraggio di sminuire la figura di Boris Becker. In Germania è un po' come processare la Madonna. I tedeschi giocarono un match di Davis in Portogallo, e Bum Bum faceva parte dell'entourage. Era appena stato nominato responsabile del settore maschile, presenziava a ogni allenamento e rilasciava interviste.

È fantastico che Boris sia qui, ma la persona più importante di questa squadra è il capitano Michael Kohlmann. Per aver vinto questo match, è Michael a meritare il massimo rispetto”. Nessuno aveva mai espresso un'opinione così impopolare. Ma adesso è prezioso anche sul campo. Lo è ancora di più con questa formula, in cui il doppio è spesso decisivo. Qualcuno lo ha già definito il migliore giocatore ombra del team tedesco dopo moltissimi anni. In fondo, i tre successi della Germania in Davis (1988, 1989 e 1993) hanno avuto Becker e Stich come uomini-copertina, ma non sarebbero stati possibili senza i vari Carl Uwe-Steeb, Eric Jelen, Andreas Maurer e Patrik Kuhnen. Adesso Puetz sogna di rivivere quel ruolo, anche se avrà bisogno che uno tra Struff e Gojowczyk riesca a scippare un punto ai singolaristi russi. Difficile, ma non si sa mai.

La vittoria di Krawietz-Puetz nei quarti contro la Gran Bretagna

La presenza di Puetz nel team tedesco è un po' casuale: ormai avevano puntato su Krawietz-Mies, ma quest'ultimo si è operato al ginocchio a inizio 2021, rimanendo fermo per sei mesi. Inevitabilmente, la coppia si è sciolta. “Mies era certamente un'opzione, anche perché l'anno prossimo tornerà a giocare con Krawietz” ha detto capitan Kohlmann, ma come poteva rinunciare a uno che lo aveva difeso con Becker? In fondo Puetz aveva già giocato con Krawietz alle Olimpiadi, e avevano passato due turni. Puetz ha un grande merito: chiunque gioca con lui, brilla. Apparecchia la tavola, poi lascia che siano altri a banchettare. Non ha particolari punti deboli, a volte prende in mano la coppia senza che la gente se ne accorga. Chi ha memoria, sa che spesso era Jelen a tenere a galla Becker nei momenti di difficoltà.

In altre circostanze, nessuno avrebbe pensato a me” ha detto con brutale onestà colui che è entrato in Coppa Davis soltanto grazie ad assenze altrui. Prima ha approfittato dei forfait di Petzschner e Begemann, poi è arrivato l'infortunio di Mies. Al pari di Gojo, anche lui ha giocato nel college americano e quindi conosce bene i segreti delle gare a squadre. Aveva ottenuto una borsa di studio e l'ha sfruttata per studiare economia in Alabama, ma senza perdere di vista il tennis. Negli ultimi anni ha trovato la sua dimensione da doppista: nel solo 2021, in coppia con il neozelandese Michael Venus, ha vinto ad Amburgo e Parigi Bercy. E in Davis si esalta: per ora il suo bilancio parla di 7 vittorie e nessuna sconfitta,. Nel 2018 lui e Struff hanno battuto Lopez-Lopez in 4 ore e 39 minuti. Ma la partita più importante, forse, deve ancora arrivare. 

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