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US OPEN

L'Ultimo Baluardo

Soltanto Daniil Medvedev può impedire a Djokovic di completare il Grande Slam e chiudere per sempre il dibattito sul GOAT. È l'uomo giusto per riuscirci? La storia non offre punti di riferimento: le due donne che hanno ottenuto un'impresa simile (Helena Sukova e Roberta Vinci) erano molto diverse da lui.

Riccardo Bisti
12 settembre 2021

Ci sarà un vivo assembramento, davanti alle TV e ai device di tutto il mondo, per assistere alla finale dello Us Open. Gli appassionati di tennis non saranno soli. Con loro i curiosi di sport e una moltitudine di tifosi. Roger Federer e Rafael Nadal hanno contribuito alla popolarità del tennis, ma hanno portato un tifo quasi calcistico in uno sport che non aveva mai vissuto certi fanatismi. Oggi è diverso. E non c'è dubbio che i sostenitori dello svizzero e dello spagnolo faranno un gran tifo affinché Novak Djokovic non completi il Grande Slam. In un colpo solo otterrebbe un traguardo che tra gli uomini manca da 52 anni (non a caso, la USTA ha invitato a New York l'autore di quell'impresa, Rod Laver) e supererebbe il record di Slam che attualmente condivide con Federer e Nadal. Dovesse vincere, non ci sarebbero grossi dubbi sul tennista più forte di sempre. I numeri sarebbero schiaccianti, incontrovertibili. La storia del tennis sarebbe diversa, ci sarebbe un prima e un dopo il 12 settembre 2021.

L'ultimo baluardo per evitare questo scenario e tenere acceso il dibattito sul GOAT è un moscovita che qualche anno fa si è trasferito in Francia perché la sorella aveva già trovato lavoro da quelle parti, e non aveva idea di cosa significasse comportarsi da professionista. Coach Gilles Cervara si disperava quando si sentiva dire che non poteva allenarsi meglio di così, o lo vedeva addentare un croissant prima di una dura giornata di allenamento. Inoltre Daniil Medvedev è un fumantino. Memorabili alcune polemiche nei tornei Challenger (una volta fu accusato di razzismo durante un match contro Donald Young), una sfuriata a Wimbledon e la faida con il pubblico dello Us Open nel 2019. Ma è diventato un campione, è il Maestro in carica ed è la seconda forza del tennis mondiale. Oltre a Djokovic, è l'unico giocatore che quest'anno ha raggiunto più di una finale Slam. I due si sono affrontati il 21 febbraio nella finale dell'Australian Open e fu 7-5 6-2 6-2 per il serbo.

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"So che potrei finire nei libri di storia per non avergli permesso di completare lo Slam, ma la cosa non mi interessa. Credo che interessi soprattutto a lui"
Daniil Medvedev

Daniil Medvedev parla dell'imminente sfida a Novak Djokovic

“In quella partita, Nole ha giocato in modo tatticamente diverso – dice Medvedev – non ero pronto, ma adesso lo sono. Credo che sarà un match interessante sul piano tattico, anche perché a Melbourne non ho lasciato il cuore sul campo”. Un messaggio chiaro: stavolta è pronto a tutto, anche perché si presenterà decisamente più fresco. Djokovic ha dovuto battagliare in cinque partite su sei, e Alexander Zverev lo ha costretto a lottare per cinque set. Da parte sua, il russo ha perso solo un set in tutto il torneo (contro Botic van de Zandschulp nei quarti). Ha ammesso di essere in perfette condizioni, fresco e con tutte le energie necessarie. “So che potrei finire nei libri di storia per non avergli permesso di completare lo Slam, ma la cosa non mi interessa. Credo che interessi soprattutto a lui”.

Uno scarico totale di responsabilità, talmente vigoroso da domandarsi se sia sincero. “Di certo non penserò allo Slam o a cose simili” sentenzia il numero 2 del mondo. Forse è vero, ma il clima dell'Arthur Ashe coinvolgerà anche lui. E inevitabilmente il peso della storia finirà anche sulle spalle del russo. Nella storia recente, nessun uomo è mai andato vicino a completare il Grande Slam. È successo due volte tra le donne. Nel 2015, Roberta Vinci scippò a Serena Williams un'impresa che sembrava già scritta. Secondo molti è stata la più grande sorpresa dell'Era Open. Talmente grande che persino il New York Times, qualche giorno fa, ha contattato Roberta farsi ricordare le emozioni di quel giorno. Trentuno anni prima era successo qualcosa del genere, quando Helena Sukova impedì lo Slam a Martina Navratilova battendola in semifinale all'Australian Open 1984 (che all'epoca era l'ultimo Major stagionale). Come la Vinci, la Sukova perse nettamente il primo set e vinse al fotofinish.

Rod Laver è a New York: sarà presente per l'eventuale Grande Slam di Novak Djokovic

Il percorso che ha condotto Novak Djokovic e Daniil Medvedev in finale allo Us Open

Difficile trovare comunanze tra la Sukova e la Vinci. La madre della prima (Vera Sukova) era stata la prima allenatrice della Navratilova e non aveva digerito la sua fuga dalla Cecoslovacchia. Morì 51enne nel 1982 e non potè assistere a una sorta di vendetta postuma. Per chi crede al destino, quel 6 dicembre 1984 si è compiuto un disegno stabilito molto in alto. Stessa storia nell'11 settembre 2015. Nella data che sarà ricordata per l'attentato alle Torri Gemelle, Roberta Vinci (già 32enne) regalò l'unica finale Slam tutta italiana nella storia del tennis. Potrebbe anche restare l'ultima, almeno in campo femminile. In entrambi i casi, lo Slam in gonnella è sfumato in semifinale. Medvedev avrà l'onere di bloccare Djokovic in finale, a un passo dal traguardo. Difficile capire se sarà un vantaggio. Ed è difficile individuare motivazioni particolari, diverse da quelle sportive.

Forse – volendo forzare – sarebbe la rivincita per gli atleti russi nella patria nemica per eccellenza, soprattutto in tempi di difficili relazioni diplomatiche. Niente a che vedere con la Guerra Fredda, ma la faccenda dei visti d'ingresso è stata un fattore di questo torneo. Anastasia Pavlyuchenkova ha rischiato di saltare il torneo, la giovane Anastasia Gasanova non ha potuto viaggiare a New York, così come Sasha Bajin e i genitori di Emma Raducanu. Faccende secondarie, di fronte a uno Slam da conquistare. O da negare. “Due anni fa ero già felice di essere arrivato in finale – racconta Medvedev – avevo appena vinto un Masters 1000, era tutto fantastico, era sceso in campo senza l'obbligo di vincere. Anche oggi non è un must, ma desidero questo successo ancora di più”. Lo farà per sé, certo, ma alle spalle c'è il sostegno di una moltitudine di appassionati. Migliaia di persone che lo vedono come ultimo baluardo per evitare... l'inevitabile.