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INDIAN WELLS

Inarrestabile Sinner

Dovesse vincere il torneo, Jannik Sinner centrerebbe il quarto miglior inizio di stagione da quando esiste il circuito ATP. Soltanto Novak Djokovic (due volte) e Rafael Nadal avrebbero fatto di più. Shelton è domato, adesso c'è Lehecka. Phoenix: ritorno con vittoria per Berrettini.

Riccardo Bisti
13 marzo 2024

Il numero fortunato di Jannik Sinner nella notte di Indian Wells è stato il 15. Quella contro Ben Shelton è stata la 15esima vittoria consecutiva del suo spettacolare 2024, in cui è ancora imbattuto (le vittorie complessive sono diciotto, aggiungendo la Davis a novembre). Il numero 15, inoltre, gli ha permesso di togliersi di torno l'americano dopo un primo set in cui Shelton ha giocato al limite. Sul 2-1, Jannik ha dovuto annullare quattro palle break. Si è salvato ed è stato lui a brekkare nel game successivo, poi però ha avuto un piccolo passaggio a vuoto quando ha servito sul 5-4. Lì ha perso il servizio, poi nel tie-break ha commesso un paio di errori facendosi riprendere dal 4-1 al 4-4. In quel momento ha riattivato il pilota automatico, vincendo 15 dei successivi 17 punti.

A quel punto il match è diventato un'esibizione, chiusa col punteggio di 7-6 6-1. Nono quarto di finale in un Masters 1000, ma ormai le statistiche lasciano il tempo che trovano. “Sono contento di come ho reagito nel primo set – ha detto Jannik – non do mai le cose per scontate, cerco sempre di scendere in campo concentrato. Inoltre lui è un avversario particolare: è mancino, serve bene, non dà ritmo. Ma amo questo tipo di sfide, così come la prossima. Non conosco il mio avversario, mi hanno detto che l'ho affrontato cinque anni fa ma non ricordo”. Era il Challenger di Ostrava 2019 e Jannik aveva appena vinto la sua prima partita nel main draw di un torneo ATP, a Budapest. Vinse 6-4 6-2, poi si sarebbe spinto fino in finale.

Ritorno vincente per Matteo Berrettini

Non solo Sinner: martedì 12 marzo è stato un altro giorno felice per il tennis italiano. Dopo la sbornia per il successo di Luca Nardi contro Novak Djokovic (il pesarese tornerà in campo nella prima serata italiana contro Tommy Paul, diretta Sky Sport), abbiamo piazzato la coppia Bolelli-Vavassori in semifinale. Nei quattro tornei giocati quest'anno sono sempre arrivati almeno in semifinale, e sembrano davvero lanciati per un posto alle ATP Finals. Hanno battuto 7-6 6-1 gli americani Lammons-Withrow e adesso sono attesi dagli esperti Granollers-Zeballos. È ancora più significativo quanto accade a Phoenix: a sei mesi dall'ultimo match, Matteo Berrettini è tornato in campo e ha passato il primo turno. Buona vittoria contro Hugo Gaston (3-6 6-3 6-1 lo score). A parte qualche errore di troppo in avvio, soprattutto con il dritto, si è affidato al "solito" servizio e ha raccolto un successo buono soprattutto per il morale. Negli ottavi se la vedrà con il vincente di Cazaux-Walton. Contro il francese sarebbe un match davvero interessante.

Da allora è cambiato tutto, per lui ma anche per il ceco. Reduce da due grandi vittorie contro Andrey Rublev e Stefanos Tsitsipas, si presenta come avversario decisamente ostico. I numeri possono spaventare: ha tirato 56 colpi vincenti in due partite, subendone appena 16. La presenza di Tomas Berdych al suo fianco gli dà fiducia, sicurezza, tranquillità. Insomma, Jannik e il suo team dovranno preparare l'incontro come si deve. Ma non c'è dubbio che lo faranno. Non ci fossero sorprese, la semifinale contro Carlos Alcaraz (nei quarti, lo spagnolo è atteso da Alexander Zverev: rivincita dell'Australian Open) sarebbe un vero e proprio spareggio per il numero 2 ATP, alle spalle del non più irraggiungibile Djokovic. Non ci sono veri e propri segreti nel Sinner deluxe di questi mesi, se non un maniacale perfezionismo.

“Impari a gestire queste situazioni perdendo. Per esempio, ancora adesso sto cercando di capire perché ho perso certe partite in passato”. E poi il servizio funziona sempre meglio. Qualche tempo fa aveva utilizzato la metafora culinaria, parlando di condimenti da inserire su un piatto per renderlo ogni volta più saporito. Dopo gli ottimi numeri contro Shelton (77% con la prima, 62% con la seconda) gli hanno chiesto dettagli sulla crescita in questo fondamentale. “Da giovane è più facile migliorare fisicamente – ha detto – cresci e vai in palestra, ma spero di poterlo migliorare ancora e renderlo più solido. Quando l'avrò automatizzato potrà scegliere il tipo di colpo: non solo potente, ma anche in kick, slice o al corpo. Ho cambiato movimento a metà dell'anno scorso, c'è molto lavoro dietro”.

Jannik Sinner ha vinto tutte le 15 partite giocate nel 2023. Il bilancio set è di 37-4

Con il successo a Indian Wells, Sinner è passato in vantaggio negli scontri diretti contro Shelton

Dovesse vincere il torneo, Jannik farebbe 18-0 nel 2024: sarebbe il quarto miglior avvio di stagione da quando esiste il circuito ATP. A parte il leggendario 41-0 di Djokovic nel 2011, le altre performance non sono irraggiungibili. Jannik è a 15, mentre il serbo si fermò a 26 nel 2020, Nadal a 20 nel 2022, poi c'è il trio Sampras (1997)-Djokovic (2013)-Federer (2018) che si fermò a 17. In questo momento, Jannik è pari merito con l'Agassi del 1995 e il Djokovic dell'anno scorso. Numeri che mettono i brividi e fanno paura agli avversari, anche perché la sua soglia d'attenzione non si abbassa di un millimetro. “Non è che ho meno pressione perché ho vinto uno Slam – dice – anzi, adesso tutti mi vogliono battere. Più che altro c'è sollievo. Sempre più persone parlano di me ed è normale, ma ci devo dare la giusta importanza”.

“Non mi è mai interessato molto sapere quello che dicono di me, anche perché non lo posso controllare. Posso controllare quello che pensano le persone vicino a me”. Un modo come un altro per dire che si è costruito una bolla emotiva impenetrabile, perfetta per non distrarsi. E poi c'è papà Hanspeter, con il quale si diletta in cucina e guarda qualche serie TV nei rari momenti di relax. Il clima ideale per non distrarsi, continuare a migliorare e andare a caccia di una sorta di perfezione tennistica. “Quest for Perfection”, quella cercata quarant'anni fa da John McEnroe durante il Roland Garros. Lui finì per bruciarsi, Jannik non corre questo rischio.  Qualunque sia il suo limite, lui lo raggiungerà.