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CIRCUITO ATP

Il torneo indoor più antico del mondo

La riorganizzazione del calendario ATP ha ridotto al minimo i tornei indoor. La stagione autunnale è stata dimezzata per lasciare spazio all'Asia. Ma il torneo di Stoccolma resiste, forte di una tradizione nata nel 1969 e una delle sedi più affascinanti del circuito. Ma è sempre più dura: quest'anno avranno un solo top-20...

Riccardo Bisti
15 ottobre 2023

Con le quaifcazioni dei tornei di Stoccolma e Anversa, sabato 14 ottobre è ufficialmente iniziata la “stagione” dei tornei indoor. Usiamo le virgolette perché questa fase dell'anno è stata stritolata dalle esigenze di calendario e (soprattutto) dai soldi provenienti dall'Asia. In campo femminile è stata sostanzialmente abolita: in questi giorni si gioca a Cluj-Napoca, unico torneo indoor autunnale (si aggiungono le tappe di Lione e Linz, giocate tra gennaio e febbraio). La tradizione ha evitato che l'Asia si “mangiasse” tutti i tornei indoor al maschile, ma lo scenario è triste. Ad eccezione delle ATP Finals, ci saranno soltanto quattro settimane di tornei: Dopo Anversa e Stoccolma si giocheranno gli ATP 500 di Vienna e Basilea (500), il Masters 1000 di Parigi Bercy e infine l'accoppiata Metz-Sofia, con quest'ultimo che ha preso il posto di Tel Aviv. Quattro settimane di tennis infilate in un calendario che ha concesso sempre più spazio all'avanzata asiatica, fino a concedere due settimane al Masters 1000 di Shanghai, la cui programmazione negli ultimi giorni è stata al limite del surreale (appena quindici match di singolare negli ultimi sei giorni).

A comprimere ulteriormente la tradizione, quest'anno c'è la concorrenza dell'ATP 500 di Tokyo: con otto top-15 ha ulteriormente indebolito il campo di partecipazione di Anversa e Stoccolma. E pensare che il circuito ATP era strutturato in modo completamente diverso. Negli anni '90 c'era la consapevolezza che il tennis post-Us Open significava immergersi nei palasport europei. Le giornate si accorciavano, la temperatura diminuiva, ma il tempo sembrava fermarsi sotto le luci artificiali di Basilea, Vienna, Stoccolma, Tolosa, Stoccarda, Parigi Bercy e altri tornei che oggi non esistono più. Era un tennis diverso, in cui esisteva ancora il contrasto di stili: dopo il periodo per i terraioli, l'erba per gli amanti del serve and volley e il cemento per i Mister Muscolo, i grandi battitori sparavano decine di ace nell'ultima fase dell'anno. Oddio, non tutti erano contenti: il pubblico di Parigi Bercy arrivò a fischiare Goran Ivanisevic durante la finale del 1993 perché tirava troppi ace, “uccidendo” lo spettacolo. “Quando mi sono accorto che ce l'avevano con me, mi sono arrabbiato e ho iniziato a tirare ancore più forte” avrebbe confessato Cavallo Pazzo.

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Lo sapevi che...

Quando era ancora in vita, la principessa Lillian di Svezia era tra i più assidui spettatori del torneo. Finché è rimasta in salute, non si perdeva una finale ed era spesso lei a premiare il vincitore. Negli ultimi anni, è capitato che il trofeo fosse consegnato dal principe Daniel. D'altra parte, l'impianto è dedicato ai reali di Svezia...

Il fascino dei tornei indoor era innegabile. Sembrava una lunga rincorsa verso il Masters, che in quegli anni aveva trovato sede stabile in Germania (prima Francoforte e poi Hannover). Per rendere l'idea di cos'era il circuito ATP, ecco come era snodato nelle ultime settimane prima del Masters. Si partiva dall'ultima decade di settembre e si arrivava a novembre inoltrato (la lista tiene conto dei soli tornei indoor in Europa)

1990 (primo anno del circuito ATP)
24 settembre - Basilea
1 ottobre - Tolosa
8 ottobre - Berlino
15 ottobre - Lione – Vienna
22 ottobre - Stoccolma
29 ottobre - Parigi Bercy
5 novembre - Londra – Mosca

1995
25 settembre - Basilea
2 ottobre - Tolosa
9 ottobre - Tokyo (Asia) – Ostrava
16 ottobre - Lione – Vienna
23 ottobre - Essen
30 ottobre - Parigi Bercy
6 novembre - Stoccolma - Mosca

2000 (anno olimpico)
9 ottobre - Vienna
16 ottobre - Tolosa
23 ottobre - Basilea – Mosca
30 ottobre - Stoccarda
6 novembre - Lione – San Pietroburgo
13 novembre - Parigi Bercy
20 novembre - Brighton – Stoccolma

Roger Federer è stato l'ultimo big a vincere il torneo di Stoccolma

1984: John McEnroe respinge le critiche dopo la sua leggendaria sfuriata a Stoccolma. "Ma avete visto cosa succede nel mondo?"

Ogni anno c'erano sette settimane consecutive di tornei indoor prima del Masters. Adesso le settimane sono quattro, e i tornei sette (ma è chiaro che il valore di Metz e Sofia è relativo, essendo a ridosso del Masters). Dopo quasi un mese di tennis in Asia, laddove abbiamo visto spalti spesso vuoti in enormi cattedrali nel deserto, ritroveremo un'atmosfera spettacolare nelle arene europee. Perché – soldi a parte – la tradizione può ancora fare la differenza. A Basilea hanno mantenuto il tutto esaurito anche dopo il ritiro di Federer, Edwin Weindorfer ha reso un gioiellino il torneo di Vienna, e l'entusiasmo dei francesi tiene vivo Parigi Bercy nonostante una collocazione non sempre felice (spesso i giochi sono già fatti per il Masters). Ma non tutti sanno che il torneo indoor per eccellenza è lo Stockholm Open, pardon, BNP Paribas Nordic Open. Lo scorso giugno, il gruppo bancario ben noto agli appassonati di tennis ha acquisito i diritti di un evento nato nel 1969 e che detiene il primato di torneo indoor più antico del mondo. Con l'avvento dell'Era Open, i leader del WCT chiesero a Sven Davidson (fino ad allora, miglior tennista svedese di sempre, vincitore del Roland Garros 1957) di organizzare un torneo in Svezia. Detto, fatto. La sede era la migliore possibile. In svedese si chiama Kungliga Tennishallen, ovvero Royal Tennis Hall. Una palazzina con circa 5.000 posti a sedere le panche in legno, inaugurata nel 1943. Uno dei primissimi impianti a utilizzo esclusivamente tennistico. L'anno d'oro fu il 1975, quando ospitò il torneo (vinto da Adriano Panatta: forse il suo titolo più importante dopo quelli del 1976), il Masters e la finale di Coppa Davis, vinta dalla Svezia di Bjorn Borg. Tutti i migliori si davano appuntamento a Stoccolma, al punto che non ci furono grossi dubbi – nel 1990 – a dargli un posto tra i Super 9, gli attuali Masters 1000.

Il tennis svedese aveva dominato gli eighties, convincendo gli organizzatori a spostare il torneo nel nuovissimo Globen, futuristico impianto a forma sferica che ha ospitato il torneo dal 1989 al 1994 (oggi si chiama Avicii Arena, in onore al famoso DJ scomparso nel 2018). Ma il progressivo spegnimento del tennis svedese li convinse a fare un passo indietro. Dopo l'edizione del 1994, vinta da Becker in un palazzone semivuoto, vendettero i diritti del Super 9 a Ion Tiriac (che lo avrebbe portato a Essen, poi Stoccarda, poi Madrid) e tornarono alla sede originaria. Da allora il torneo resiste, forte della tradizione ma sempre più distante dai fasti del passato. Basti pensare che hanno vinto a Stoccolma sette giocatori che sono stati numeri 1. Di questi, in sei hanno vinto fino al 1994 (McEnroe, Borg, Edberg, Wilander, Becker, Lendl). Da allora c'è stato solo il successo di Roger Federer nel 2010. Vincendo alla Kungliga Tennishallen arrivò a quota 64 titoli, eguagliando Pete Sampras. Piano piano il torneo ha preso importanza: quest'anno avrà soltanto un top-20 in tabellone (il campione in carica Holger Rune), eppure continua a essere un evento di costume in Svezia, laddove la gioia della tradizione supera il momento difficile dei tennisti locali. Dopo l'uscita di scena di Robin Soderling, oggi il torneo è diretto da Thomas Enqvist. Nella speranza che riesca a farlo resistere a lungo, nonostante i mille spostamenti di data a cui è stato sottoposto. E cui sarà sottoposto anche l'anno prossimo, quando tornerà a giocarsi tra Bercy e le ATP Finals, dal 4 al 10 novembre. Nonostante tutto, Stoccolma resiste. Baluardo di un tennis che sta lentamente scomparendo.