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LA STORIA

L'ex "Nuovo Nadal" ha detto basta. E adesso allena la fidanzata


Da ragazzino, Carlos Boluda-Purkiss era considerato il “Nuovo Nadal” ed era corteggiato dalle aziende più importanti. Poi è rimasto solo, ha scoperto il lato oscuro del tennis e non mai andato oltre la 254esima posizione. A 28 anni, ha annunciato il ritiro. Allenerà la fidanzata Nuria Parrizas, n.233 WTA.

Riccardo Bisti
3 gennaio 2021

Giorno dopo giorno, era diventato un bidone. “Da piccolo ero il nuovo Nadal. Qualche anno dopo, venivano a vedermi perché aspettavano la mia sconfitta”. Non è stato facile vivere da Carlos Boluda-Purkiss, grande promessa mancata del tennis spagnolo. La sua doppia vittoria a Le Petit As di Tarbes autorizzò paragoni irriverenti, oltre a un contratto di dieci anni con Nike e un altro con Prince. Lo stesso Rafael Nadal si fece sfuggire una dichiarazione: “A parità di età, i colpi di Carlos sono migliori dei miei”. Da allora sono passati quindici anni e la storia racconta un best ranking al numero 254. Due-cinque-quattro. Rimarrà tale, perché il ragazzo di Alicante ha annunciato il ritiro in un'intervista con Punto de Break. A Boluda bisogna riconoscere una certa schiettezza: ammette che non poteva fare molto di più. “Mi sarebbe piaciuto arrivare ad essere un giocatore da Challenger – racconta – i Futures sono sempre peggio: lì non ti senti un giocatore, ma una m.... Io avrei sperato di arrivare ai Challenger, magari mettere il naso in qualche ATP. Arrivare tra i top-100 è bello, ma non tutti ci riescono”.

A quasi 28 anni, ha capito che non c'era molto spazio per migliorare. Ma non si sente bruciato o assuefatto dal tennis: “Anzi, ho accompagnato Nuria in Tunisia ed ero quello che si allenava di più tra tutti i presenti”. Nuria è la sua fidanzata, la 29enne Parrizas, discreta giocatrice che Boluda ha iniziato ad allenare una volta presa la decisione di ritirarsi. Scelta coraggiosa, ma che ha già dato i primi frutti: la scorsa settimana si è aggiudicata il titolo a Monastir. Era il secondo torneo in cui hanno mischiato il rapporto professionale a quello personale. “Non so se diventerò un buon coach, ma sono sicuro di esserlo per lei – racconta – mi conosce benissimo, tra noi c'è una connessione totale, basta uno sguardo per capirci. Era quello di cui avevo bisogno con i miei allenatori. Nuria ha una grande qualità: migliora molto rapidamente. Di qualsiasi cosa ci occupiamo, i progressi si vedono in fretta”. Viaggiando da sola, è arrivata al numero 196 WTA. Oggi è poco dietro (233), ma Boluda è convinto che abbia qualità importanti. “Non mi piace parlare di numeri, ma sono convinto che abbia le qualità per stare tra le prime cento”.

ASICS ROMA
"La responsabilità dei miei mancati successi? 15% il sottoscritto, 15% gli infortuni e 70% chi mi stava accanto, soprattutto un manager"
Carlos Boluda-Purkiss
Qualche anno fa, Carlos Boluda era stato protagonista di un documentario sull'insopportabile peso di essere considerato l'erede di Rafa Nadal

La storia di Carlos Boluda è emblematica di quanto possa essere crudele lo sport: da bambino sei un fenomeno, firmi contratti e sembra tutto facile. Sembra normale che le aziende ti forniscano materiale a pioggia, al punto che spaccare qualche racchetta non è un problema. Poi però arrivano le prime sconfitte, gli infortuni, e tutto evapora. “In pochi mi hanno aiutato – dice l'alicantino – anno dopo anno, avevo una persona in meno al mio fianco. Mi è rimasta solo la famiglia, che però non conosce bene il mondo del tennis”. Ha passato momenti difficili, come quando una frattura da stress lo ha tenuto fermo per un anno. In quel periodo, attorno a lui si è formata terra bruciata. In particolare, ce l'ha con un ex manager. Non fa il nome, ma il rancore si percepisce forte e chiaro. Quando gli chiedono di distribuire le colpe per i mancati successi, la risposta è decisa: “15% il sottoscritto, 15% gli infortuni e 70% chi mi stava accanto, soprattutto un manager”. A suo dire, gli stava accanto solo per convenienza.

Un paio d'anni fa, Boluda si è trovato nel mezzo di una crisi esistenziale che lo ha costretto a vedere una psicologa. “Ma una ordinaria, non sportiva. Ero stato vicino al collasso, non volevo neanche più uscire di casa. Per fortuna ne sono uscito”. Più che i 174 centimetri di altezza, pochini per il tennis attuale, Boluda ha pagato una certa sensibilità a quello che gli accadeva intorno. Negli allenatori cercava empatia, ma non sempre l'ha trovata. “Soltanto una persona potrebbe aiutarmi davvero, e con lui avrei la certezza di raggiungere e migliorare il mio best ranking: Oscar Burrieza”. Sotto la guida del madrileno ha vissuto la sua migliore stagione, il 2017, in cui ha vinto tre titoli ITF e raggiunto altre sei finali. L'anno dopo ha colto il suo best ranking, oggi piuttosto distante: Boluda si è ritirato da numero 531 ATP ed è stato di parola, non come tanti (troppi?) giocatori incapaci di smettere, che si trascinano per anni nei tornei minori senza reali chance di sfondare.

Carlos Boluda e Nuria Parrizas festeggiano il titolo ITF conquistato qualche giorno fa a Monastir
L'intervista "galeotta" di Akett Sabbagh a Carlos Boluda. I due si sarebbero fidanzati, ma oggi lo spagnolo sta con la tennista Nuria Parrizas

Al termine della sua miglior stagione, disse che quella successiva sarebbe stata la decisiva: “Se dovessi scendere di nuovo intorno al numero 500-600, smetto”. È rimasto per un paio d'anni poco sopra la linea di galleggiamento, ma appena la testa è tornata sotto l'acqua, si è arreso. Non è un disonore mancare degli obiettivi, anche perché sembra averne trovati altri. Molto attivo sui social, qualche anno fa si era fidanzato con una ragazza spagnola residente a Santo Domingo, Akett Maria Sabbagh (modella, avvocato e pure giornalista): non era certo timido nel mostrare tracce della loro storia. Adesso fa altrettanto con la Parrizas, un anno e mezzo più grande di lei. Ma c'è il tennis ad unirli, in nome di un rapporto che è diventato ancora più stretto durante il lockdown, quando l'ha invitata ad Alicante per un progetto di allenamento con i coach di Nadia Podoroska. Le cose sono andate benissimo, ed è stato naturale scegliere di sedersi al suo fianco.

Da come parla, e ripensando alle sue esperienze, vien da pensare che Carlos Boluda possa essere un ottimo allenatore. E magari potrà togliersi quelle soddisfazioni mai avute da giocatore. Adesso le aspettative dei connazionali sono su Carlos Alcaraz. “Diciamo subito che non ci sarà un nuovo Nadal, ma Alcaraz ha il team perfetto con sé. Ferrero è la persona ideale. Ho conosciuto Carlos quando aveva 15 anni, in occasione di un Futures. Lo incontrai nello spogliatoio dopo una sconfitta. Mi disse che era andata male perché nella settimana precedente non si era allenato a sufficienza a aveva cattive sensazioni. Ma era pronto a ripartire. In quel momento ho capito che ha un grande mentalità: alla sua età, io avevo bisogno di 3 giorni per riprendermi e non mi si poteva parlare. Con lui possiamo sognare: non voglio fare numeri, ma lo vedo molto in alto”. E magari ottenere quello che a lui non è mai riuscito, senza dover per forza parlare di... Nuovo Nadal.