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AUSTRALIAN OPEN

Il Nirvana di Stefanos Tsitsipas

65 anni fa, nonno Sergei vinceva un oro olimpico proprio a Melbourne: 300 metri più in là, Stefanos Tsitsipas firma una grande impresa rimontando due set a Nadal. Non esiste città più adatta per sublimare la storia di un ex timido che ha rischiato di morire annegato.

Riccardo Bisti
17 febbraio 2021

C'è un legame speciale tra Stefanos Tsitsipas e la città di Melbourne. Sono trascorsi 65 anni da quando la città ha ospitato i Giochi Olimpici. Il torneo di calcio fu vinto dall'Unione Sovietica guidata da Sergei Salnikov, brillante centravanti che avrebbe segnato una doppietta nei quarti contro l'Indonesia. Avrebbero poi battuto la Jugoslavia in finale, conquistando la medaglia d'oro. Stefanos è un ragazzo curioso, apprezza e conosce la storia: ogni volta che si reca a Melbourne non dimentica di mettere in valigia una t-shirt con scritto USSR 1956, celebrazione di un successo avvenuto quando nonno Sergei (scomparso nel 1984) non poteva immaginare che sua figlia Julia sarebbe diventata una tennista, che avrebbe sposato un istruttore di educazione fisica greco e che dalla loro unione sarebbe nato Stefanos. Nato il 12 agosto 1998 (stesso giorno di Pete Sampras, immenso campione di origine greca), si trova a un paio di match dal suo primo titolo Slam proprio a Melbourne, la città magica del nonno.

Due anni fa aveva battuto Roger Federer nei quarti, salvo poi presentarsi senza energie alla semifinale contro Nadal. Ci riprova quest'anno, al termine di una fantastica rimonta contro lo stesso Rafa. Lo spagnolo gli ha dato una mano, soprattutto nelle fasi cruciali del terzo set, ma lui ha avuto il merito di cambiare qualcosa nel suo tennis e – soprattutto – entrare nello stato mentale adeguato. “Sotto di due set mi sono trovato in una specie di Nirvana – ha detto – ho iniziato a giocare senza alcuna preoccupazione. D'altra parte non aveva senso esserlo, essendo in svantaggio di due set. Ma avevo buone sensazioni sin dal mattino: quando mi sono svegliato sentivo che le cose sarebbero andate a modo mio. Non so spiegarlo, sono sempre stato sereno”. Serenità mostrata anche nell'esultanza: dopo il rovescio vincente che gli ha dato il 3-6 2-6 7-6 6-4 7-5 finale si è limitato a un sorriso, un pugnetto e uno sguardo verso il suo angolo.

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"Avevo buone sensazioni sin dal mattino: quando mi sono svegliato sentivo che le cose sarebbero andate a modo mio" Stefanos Tsitsipas
La grande rimonta di Stefanos Tsitsipas contro Rafael Nadal: è la  seconda volta che recupera uno svantaggio di due set

Ha imparato ad avere una percezione corretta delle cose: le esperienze (di vita, non solo di tennis) gli hanno fatto capire che non tutto ruota attorno a vittorie e sconfitte. Il mondo di Stefanos è cambiato nell'ottobre 2016, quando ha rischiato di morire annegato al largo della costa di Creta, insieme a un amico. Ha raccontato l'episodio in un filmato sul suo canale Youtube. “Non dovevamo nuotare a lungo: dovevamo soltanto rinfrescarci. Mi sono tuffato e ricordo di aver sbattuto la gamba su una roccia. Mi sono guardato intorno ed ero a 30-40 metri dalla riva senza nemmeno capire cosa stesse succedendo. Le onde erano sempre più grandi, c'erano vento e tempesta. Non c'era il bagnino e ho provato un forte senso di panico.

Era impossibile tornare in spiaggia a nuoto: più ci provavo, meno possibilità avevo. E allora mi sono arreso. Il tempo si è congelato, ho avuto un improvviso flashback di tutta la mia vita. Per un secondo, ho pensato di essere già morto”. Ma gli esseri umani, specie se genitori, possono avere poteri speciali. “E allora possono accadere i miracoli” dice papà Apostolos. Ha nuotato al largo, portando Stefanos e il suo amico a riva. “C'era paura negli occhi di entrambi, è stato un eroe. Non gli importava di se stesso, sarebbe morto insieme a me. Da quel giorno, guardo la vita da una prospettiva diversa. Da allora non ho più paura, perché quello che ho vissuto era il peggio che mi potesse capitare”. E allora come si può avere paura su un campo da tennis? Come si può temere di fronteggiare i pallettoni di Rafa Nadal?

Stefanos Tsitsipas e papà Apostolos hanno un legame speciale
Stefanos Tsitsipas racconta il giorno in cui ha creduto di morire

Nella serata australiana di venerdì, ci sarà anche il pubblico. E Melbourne è la città con più greci al mondo al di fuori della Grecia stessa. Molti saranno dentro la Rod Laver Arena, armati di voce e di bandiere, per sostenerlo. Il suo avversario sarà l'ex nemico Daniil Medvedev, con il quale ha avuto uno screzio qualche anno fa dopo un match a Miami. “Ho giocato 4 ore? Non mi sento completamente esausto – dice Tsitsipas – con l'esperienza ho capito come conservare le mie energie e quando devo impegnarmi al massimo. Troverò un avversario molto forte: in passato avrei detto che il suo tennis è noioso, ma in realtà non credo che lo sia. Medvedev gioca in modo intelligente, dovrò sfruttare le mie chance e metterlo sotto pressione”. Non parte favorito, anzi, i bookmakers preferiscono Medvedev con un certo margine. Ma le partite si giocano ovunque, tranne che sulla carta. Stefanos lo sa e proverà a fare un favore a tutte le persone timide, magari vittime di bullismo. Lui c'è passato, travolto nelle sue fragilità e una timidezza definita paralizzante.

La passione per il tennis lo ha salvato, a partire da quella pagina Facebook creata da bambino, in cui ha scaricato tutta la sua passione per il tennis. Scriveva i risultati dei Federer, dei Nadal, dei Djokovic. All'epoca si sfogava così, mentre nella vita offline si limitava ad ascoltare, a vivere il mondo da spettatore. “Quando è arrivato nella mia accademia nel 2015 era molto timido, rimaneva nel suo ambiente senza uscirne mai – racconta Patrick Mouratoglou – quando una persona non mostra molto di sé, significa che ha una vita interiore molto ricca”. Il coach francese (anche lui di origine greca) ha capito la sua complessità, si è rivisto in alcune cose e ha scelto di seguirlo con particolare attenzione. C'era anche lui a seguirlo in tribuna giocatori, togliendo tempo all'impegno con Serena Williams. Sente che può scriversi una bella pagina di sport e – forse – di vita. Melbourne sarà sempre una città speciale per Stefanos Tsitsipas. Dovesse vincere altre due partite, si chiuderebbe un cerchio aperto 65 anni fa, dentro il Melbourne Cricket Ground. La Rod Laver Arena dista appena 300 metri, forse qualcosa meno.